
Demolire. Ancora e ancora. Mercoledì 1 giugno l'esercito israeliano è tornato dove era già stato qualche settimana prima. Lì dove aveva distrutto le abitazioni di 45 persone stavolta ha eliminato le tende in cui si riparavano 21 residenti, rimasti senza casa, di al-Markaz e Fakheit, due villaggi di Masafer Yatta, una zona a sud di Hebron, nell'area C della Cisgiordania.
Dopo una prima demolizione avvenuta a maggio, l'amministrazione civile – il braccio operativo del governo militare israeliano che governa 2,8 milioni di palestinesi nella Cisgiordania occupata – è tornata a distruggere quello che ha trovato nello stesso punto in cui aveva raso tutto al suolo. Non c'è bisogno di un ordine, né di procedimenti legali. Si esegue. Si abbatte.
Alcune delle famiglie rimaste senza casa, e adesso anche senza tenda, dormiranno nelle grotte naturali le cui condizioni all'interno sono notevolmente deteriorate nel tempo. Ma altra scelta non c'è. Anche perché i residenti dei villaggi di Masafer Yatta non hanno alcuna intenzione di andarsene.
L'intero servizio di Roberta Aiello a questo link:
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