«Noi vorremmo schierarci per la pace, ma che cosa vuol dire schierarsi per la pace?». Con questa domanda molto esigente il preside della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, don Massimo Epis, nel pomeriggio del 21 febbraio ha aperto l’intervista al card. Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, in visita presso la Facoltà, in una sala convegni traboccante di persone interessate a conoscere la situazione attuale in Terra santa.
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Epis chiede a Pizzaballa: “Che cosa vuol dire schierarsi per la pace?"
Con molta franchezza il card. Pizzaballa ha evidenziato come l’estrema polarizzazione, da sempre presente in Terra santa, abbia raggiunto vertici di massima intensità. «In questo momento ciascuno si sente vittima, la sola vittima. Questo comporta una sorta di schieramento, di empatia assoluta nei suoi confronti, per cui se tu provi a esprimere empatia anche nei confronti dell’altro, è come se gli togliessi qualcosa che spetterebbe solo a lui».
L’esortazione rivolta al pubblico presente da parte del card. Pizzaballa chiede però di non commettere lo stesso errore. «Non è questo tipo di empatia ciò di cui abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno invece che la comunità internazionale ci aiuti ad aprire orizzonti, non a chiuderli. Schierarsi per la pace significa non cedere alla richiesta di entrare dentro queste narrative esclusive, l’uno nei confronti dell’altro, ma avere il coraggio di resistere a queste situazioni anche al costo della solitudine e dell’incomprensione».
Il report sull'incontro di Andreina Pelullo continua a questo link:
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