Da Ain Arik, villaggio della Cisgiordania, arrivano le voci della piccola comunità cristiana. La guerra a Gaza fa sentire i suoi effetti negativi anche in questa zona posta sotto occupazione israeliana. La speranza per una pace giusta, l'esodo dei cristiani, la mancanza di lavoro e di futuro sono stati alcuni dei temi al centro di un incontro con il card. Zuppi, avvenuto nei giorni scorsi, proprio nella parrocchia latina del villaggio, nell'ambito di un pellegrinaggio dell'arcidiocesi di Bologna guidato dallo stesso porporato
e-mail della Parrocchia: ss.risurrezione@patriarcatovenezia.it - Telefono e Fax: 041-929216 - ........................................................................... e-mail del Blog: parrocchiarisurrezionemarghera@gmail.com
Vai agli "Appuntamenti", all'Home page e ad altre pagine interessanti
- Home page (vai o torna all'Home page)
- La Chiesa della Risurrezione: simbologia dell'architettura, dell'interno e opera artistiche
- "Sequela" di Francesco Sabbatucci. Alcuni dei 15 pannelli seguiti da note introduttive
- 1 - La Parrocchia
- 4 - Solidarietà
- 5 - Il cammino Sinodale della Comunità della SS. Risurrezione
- 6 - Presentazione video delle occasioni per partecipare o sostenere attività di servizio
- Comunità Energetica: cos'è e come partecipare
Post in evidenza
Notizie su questo Blog
Per il momento da Venerdì 30 maggio 2025 questo Blog sarà implementato solo con notizie ecclesiali della Parrocchia. I Post con la proposta...
Israele e Hamas. Voci da Ain Arik (Cisgiordania): “Ecco come si vive sotto occupazione militare”
Ain Arik è un villaggio palestinese di circa 2000 anime, situato a pochi chilometri a nord di Ramallah. Per raggiungerlo si deve attraversare il muro di separazione israeliano. Quando ci si arriva, a colpire subito è la presenza dei campanili delle due chiese locali, quella latina e quella ortodossa, accanto al minareto della vicina moschea. Vicinanza che racconta una lunga storia di convivenza interreligiosa. Oggi i due terzi degli abitanti del villaggio – tra i quali anche famiglie di rifugiati venuti da Haifa dopo la nascita dello Stato israeliano nel 1948 – sono di fede islamica ma la carica di sindaco è affidata ad un cristiano. La scuola della parrocchia latina, guidata da padre Firas Abedrabbo, è frequentata da 250 alunni, in larga maggioranza musulmani. Inoltre, dalla metà degli Anni Ottanta del secolo scorso, nel villaggio si è insediato un piccolo nucleo di ...
Il reportage di Daniele Rocchi è a questo link:
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento