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La destra radicale israeliana ha sfilato a Gerusalemme. Gli errori da evitare dei ProPal

Quella che ha sfilato due giorni fa a Gerusalemme è una presenza "nuova", che rappresenta una componente significativa (anche se per fortuna non maggioritaria) nella societa' israeliana, specularmente simile a quanto vediamo e abbiamo visto con l'emergere di un radicalismo estremista religioso tra i palestinesi. 

E' stato (ed e') un gravissimo errore politico da parte dei movimenti ProPal e della sinistra nostrani quello di confondere il radicalismo estremista palestinese come un movimento di resistenza "di sinistra" e accettare acriticamente la loro visione che la societa' israeliana - in quanto sionista - sia intrinsecamente una societa' coloniale, fascista e razzista, accomunando destra e sinistra israeliana in un'unica condanna del sionismo, senza considerare che esistono forme diverse di sionismo e che l'estrema destra religiosa e razzista israeliana rappresenta un fatto nuovo ed estremamente pericoloso.

Ma si sa che per l'estremismo palestinese (e i loro tifosi europei) lo Stato d'Israele deve scomparire e gli israeliani (anche di sinistra, e forse forse tutti gli ebrei) fin dall'origine sono tutti fanatici razzisti sionisti e come tali da isolare, condannare, addirittura da eliminare. Non e' cosi'. Cosi' come non e' vero che i palestinesi sono tutti dei fanatici fondamentalisti religiosi (anche se molti di loro lo sono diventati). 

La strategia della polarizzazione e' funzionale a chi si augura come prospettiva solo lo scontro finale che porti alla distruzione dell'altro e all'affermazione, nell'uno e nell'altro caso, di una prospettiva teocratica e antidemocratica. Questa e' in effetti cio' che vediamo avvenire sia all'interno della societa' israeliana che di quella palestinese. 

I movimenti ProPal e la sinistra in Europa e negli Stati Uniti stanno sbagliando tutto: invece di dare forza alle componenti democratiche presenti nei due campi hanno alimentato la retorica estremista con una propaganda a senso unico, gettando benzina sul fuoco e contribuendo a polarizzare gli animi. 

Quello che piu' temono i fascisti israeliani e palestinesi e' che i due popoli si mettano d'accordo in una prospettiva di convivenza pacifica. Dagli estremisti palestinesi e israeliani oggi viene un grazie di cuore alla sinistra europea e americana che con le loro politiche hanno dato (e stanno dando) loro una grossa mano nella loro convinzione che nessun negoziato e' possibile e che la parola deve essere lasciata unicamente alla forza.

(Gabriele Boccaccini)

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