Introduzione
L'elemento d'unione tra le letture di questa domenica è il concetto di fede: un credo profondo che non trova sostanza in luoghi sacri circoscritti né si manifesta attraverso rigidi riti, ma che trova la propria essenza dentro ciascuno di noi.
Gli apostoli della prima lettura indicano la via per superare i conflitti nel riuscire ad andare oltre le antiche prescrizioni, e dare valore solo alle "cose necessarie".
Nella Gerusalemme apocalittica, addirittura, non c'è posto per alcun tempio: è solo Dio la vera luce.
Il Vangelo, con la semplicità rivoluzionaria della parola di Gesù, ci riconduce all'unico vero centro di tutte le cose, l'amore: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui."
Nel difficile compito dell'amore Gesù e Dio non ci lasciano soli: oggi viene annunciata la venuta dello Spirito Santo, il paraclito che ci "insegnerà e ci ricorderà ogni cosa" che Lui ci ha già.
È in Dio Padre, in Gesù, suo figlio e nello Spirito Santo, nostro sostegno quotidiano, che noi oggi rinnoviamo la nostra fede: a 1700 anni dal primo Concilio di Nicea, le parole della nostra professione di fede risuonino più vive che mai, nella convinzione che sono i nostri gesti, le nostre parole e le nostre intenzioni, più di qualsiasi cosa al di fuori di noi, il nostro credo nella vita dell'amore.
Intenzioni penitenziali
Gesù e gli apostoli tracciano davanti a noi una nuova strada di fede, dove non c'è spazio per i conflitti e le dispute legate a credenze ormai superate: Signore, per tutte le volte in cui diamo importanza alle cose superflue invece che a quelle "necessarie", e mettiamo davanti i nostri interessi individuali al bene comune. Per questo ti chiediamo perdono.
"La città non ha bisogno della luce del sole né di quella della luna la gloria di Dio la illumina". Signore, per tutte le volte in cui non è la tua luce quella da cui ci lasciamo guidare, ma piuttosto quella di schermi e monitor davanti ai quali passiamo ore e che generano in noi bisogni effimeri. Per questo ti chiediamo perdono.
"Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi." Mai come oggi il bisogno di pace in ogni angolo del mondo è pressante. Per tutte le volte in cui non evitiamo discussioni e scontri anche nel nostro quotidiano, convinti di inseguire la nostra pace, che però non è la tua Pace, per questo noi ti chiediamo perdono.
Preghiere dei fedeli
Nell'anniversario del concilio di Nicea ci soffermiamo a pensare quanto importante sia professare la nostra fede durante le celebrazione, ma soprattutto manifestare e vivere nel quotidiano il nostro credo. Affinchè ogni giorno riusciamo ad essere non solo credenti ma, soprattutto, credibili sull'esempio di Papa Francesco, per questo noi ti preghiamo.
Per tutti coloro che non hanno mai conosciuto Dio, per quelli che davanti alle prove della vita si sono scoraggiati e hanno lasciato il cammino di fede, e per chi non trova nella quotidianità lo spazio per rinnovare con convinzione il proprio credo, perchè il messaggio d'Amore incondizionato di Dio possa arrivare anche ai loro cuori. Per questo noi ti preghiamo.
La pace, quella che ci lascia Gesù e che viene dal Padre, "non come la dà il mondo" del vangelo , quella "per il mondo disarmata e disarmante" di leone XIV, la pace. Per questo noi ti preghiamo.
Per lo Spirito Santo, che il Padre manda nel nome del Figlio a tutti noi, suoi figli. Perchè ci ricordiamo che non siamo mai lasciati soli davayche alle difficoltà e ai turbamenti, ma che possiamo affidarci al sostegno dello spirito consolatore. Per questo noi ti preghiamo.
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