Marco Cè così si espresse una festa della Madonna della Salute che ogni anno si celebra il 21 novembre dal 1631, giorno della Festa della Presentazione di Maria al Tempio, come ringraziamento per la fine della peste.
Gesù al centro di tutto, come sorgente di tutto e fondamento di tutto; Gesù come principio, come fine, come compito, come missione. Io mi auguro che in noi credenti e nella Chiesa la gente intraveda il volto di Gesù: il volto dell'umile e mite servitore del Padre, da lui mandato a salvarci; di colui che, a Cana, fa festa all’uomo, perché “l’uomo vivente è la gloria di Dio".
Poi imploro un secondo dono: la Salute è una grande festa dell'accoglienza e della solidarietà. Anche l'architettura del tempio è come un grande abbraccio per chiunque venga. Anche le nozze di Cana lo sono state. Gesù è la rivelazione dell'accoglienza sconfinata di Dio: sconfinata perché senza preclusioni che non siano il nostro rifiuto... E Dio bussa anche alla porta del rifiuto: "Sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (cfr. Ap 3,20). '
L'accoglienza ci qualifica come figli di Dio e come cristiani. Essa ovviamente, sul piano civile, non deve essere selvaggia, disordinata, o fuori d'un quadro legislativo: richiede certamente un rispetto dei diritti e l'assolvimento dei doveri; scongiura però l'egoismo che pensa solo a se stesso e talora ironizza sulla solidarietà. Dobbiamo tutti impegnarci per far lievitare una buona cultura.
E poi un terzo dono io chiedo al Signore, ed è la carità. Parlando di carità penso cioè a quella carità che è Dio ed è stata oggettivamente infusa nei nostri cuori mediante la presenza dello Spirito Santo, che quindi è partecipazione alla vita stessa della Trinità. Tale carità cambia la nostra esistenza personale e comunitaria e ne fa una rivelazione dell'amore divino
Tale è la festa della Salute: essa in qualche modo svela l'immagine della Chiesa che il Signore ci chiede di essere una Chiesa che sia "mistero di Cristo", mite e serva, la cui legge normativa è quella del lievito e del chicco di grano: il lievito "dentro" la pasta per fare il pane buono, il chicco di grano che porta frutto solo se muore nel terreno. E il frutto sarà una cultura nuova, una profezia della "civiltà dell'amore", secondo la visione di Isaia: una novità nella quale tutti possano riconoscersi, perché è l'immagine di Dio stampata nel cuore di ogni uomo e di ogni donna, nel giorno della creazione.