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Notizie su questo Blog

Per il momento da Venerdì 30 maggio 2025 questo Blog sarà implementato solo con notizie ecclesiali della Parrocchia e ho aperto un altro Blog personale (https://spigolando-spigolando.blogspot.com/) nel quale continuerò quello che ho sempre pensato come un servizio "spigolando" giornalmente in 14 siti tra Agenzie,  Rassegne Stampa e pagine di web-news con attenzione al mondo ecclesiale, a temi di attualità con un occhio particolare all'immigrazione, ai paesi in via di sviluppo, all'ecologia, a situazioni di marginalità e povertà, alla differenza e violenza di genere, alle situazioni di conflitto. 

Ho sempre evitato di esprimere opinioni personali in merito su qualsiasi argomento cercando invece di proporre una lettura non univoca, presentando anche sfaccettature diverse ma sempre di persone autorevoli ed equilibrate. Pensando in questo modo di rispettare le diverse sensibilità presenti nella Comunità della Risurrezione e di chi, man mano crescendo nel numero, lo hanno frequentato.

Gli unici post da me firmati sono stati un contributo alla comprensione dell'Evangelo delle Domeniche e delle Feste cercando di sottolineare il cammino che la Liturgia propone di anno in anno, aspetto normalmente trascurato e invece, a mio avviso, è importante per comprendere il cammino di sequela al Signore. Servizio che continuerà nel mio nuovo Blog personale sul quale potrò anche esprimere miei pareri personali.

Un Blog che è stato con mia sorpresa sempre più frequentato e che la tabella allegata documenta; basti notare che al giorno 29 di questo mese di maggio si sono già superate le visualizzazioni che ci sono state nell'intero anno 2024. Ringrazio chi mi ha dato la possibilità di sperimentarmi in questo servizio per me nuovo e chi lo ha seguito si è certamente reso conto come si sia pian piano sviluppato.

Ringrazio chi ha avuto la cortesia di seguire questo mio impegno visitando il Blog della Comunità della Risurrezione di Marghera e anticipatamente chi seguirà anche il mio nuovo Blog personale (https://spigolando-spigolando.blogspot.com/)

(BiGio)








Bibi il disumano

Netanyahu ha definito disumani e fuori dalla storia quei leader occidentali che finalmente hanno minacciato sanzioni. Ma dopo 20mila bambini uccisi a Gaza il vero crudele e l’anti-storico è il mondo inorridito per quanto accade o lui, con il suo irriconoscibile Israele?


“Da un punto di vista pratico e diplomatico non dobbiamo arrivare a una situazione di carestia”, diceva Bibi Netanyahu, rivolgendosi soprattutto agli orribili alleati di governo, dai quali dipende la sua sopravvivenza politica. Non perché oltre due milioni di palestinesi sono da 80 giorni senza cibo, acqua e medicinali; non perché ciò che sta accadendo a Gaza è un sempre più evidente crimine di guerra. No. È per convenienza e astuzia. Bezalel Smotrich, uno di quegli alleati imbarazzanti, qualche tempo fa aveva sostenuto che “dovranno passare sul mio cadavere prima che un granello di aiuti entri a Gaza”. Per rassicurarlo, Netanyahu aveva aggiunto che sarebbero stati solo 5 (per due milioni di affamati) i camion autorizzati a entrare nella striscia. Ma soprattutto che l’operazione militare sarebbe continuata fino a che Israele non avrà occupato tutta Gaza: quello che il resto del mondo chiama pulizia etnica....

La nota di Ugo Tamballi Senior Advisor dell'ISPI continua a questo link:

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/bibi-il-disumano-209648

Le omelie programmatiche di Papa Leone XIV

Normalmente le omelie dei papi durante la presa di possesso delle Basiliche Vaticane contengono il compito che il Conclave gli ha affidato e, conseguentemente il suo programma pastorale


Vengono per questo qui proposte perché possano essere conosciute e conservate integralmente senza quei commenti o sottolineature che normalmente ne accompagnano le sintesi giornalistiche e che possono anche non dare una corretta interpretazione o offrirne una parziale.

Omelia di inizio pontificato:

https://www.vatican.va/content/leo-xiv/it/homilies/2025/documents/20250518-inizio-pontificato.html

Sudan a due anni dall'inizio del conflitto la peggior crisi umanitaria al mondo

A due anni esatti dall’inizio del conflitto, il Sudan combatte con la peggior crisi umanitaria al mondo e l’inazione della comunità internazionale.


Quasi 13 milioni di sfollati, centinaia di migliaia a rischio carestia, un numero imprecisato di vittime e insicurezza alimentare per metà dei 51 milioni di sudanesi, tutti inevitabilmente alle prese con la peggior crisi umanitaria al mondo: è un bilancio drammatico quello descritto da Ong e Nazioni Unite in occasione del secondo anniversario dallo scoppio della guerra in Sudan. Un conflitto, ribadiscono, in cui i civili continuano a pagare anche il prezzo dell’inazione della comunità internazionale, distratta da altre crisi, tra cui le guerre in Ucraina e a Gaza. Nel conflitto si sono verificate violazioni “su larga scala” del diritto internazionale umanitario. Tutta la popolazione civile, indipendentemente da dove si trovi nel Paese, è rimasta sostanzialmente intrappolata tra una, due o più fazioni. E ha sopportato il peso di tutto. I numeri sono semplicemente sbalorditivi ...

Il servizio e l'analisi dell'ISPI è a questo link:

La destra radicale israeliana ha sfilato a Gerusalemme. Gli errori da evitare dei ProPal

Quella che ha sfilato due giorni fa a Gerusalemme è una presenza "nuova", che rappresenta una componente significativa (anche se per fortuna non maggioritaria) nella societa' israeliana, specularmente simile a quanto vediamo e abbiamo visto con l'emergere di un radicalismo estremista religioso tra i palestinesi. 

E' stato (ed e') un gravissimo errore politico da parte dei movimenti ProPal e della sinistra nostrani quello di confondere il radicalismo estremista palestinese come un movimento di resistenza "di sinistra" e accettare acriticamente la loro visione che la societa' israeliana - in quanto sionista - sia intrinsecamente una societa' coloniale, fascista e razzista, accomunando destra e sinistra israeliana in un'unica condanna del sionismo, senza considerare che esistono forme diverse di sionismo e che l'estrema destra religiosa e razzista israeliana rappresenta un fatto nuovo ed estremamente pericoloso.

Ma si sa che per l'estremismo palestinese (e i loro tifosi europei) lo Stato d'Israele deve scomparire e gli israeliani (anche di sinistra, e forse forse tutti gli ebrei) fin dall'origine sono tutti fanatici razzisti sionisti e come tali da isolare, condannare, addirittura da eliminare. Non e' cosi'. Cosi' come non e' vero che i palestinesi sono tutti dei fanatici fondamentalisti religiosi (anche se molti di loro lo sono diventati). 

La strategia della polarizzazione e' funzionale a chi si augura come prospettiva solo lo scontro finale che porti alla distruzione dell'altro e all'affermazione, nell'uno e nell'altro caso, di una prospettiva teocratica e antidemocratica. Questa e' in effetti cio' che vediamo avvenire sia all'interno della societa' israeliana che di quella palestinese. 

I movimenti ProPal e la sinistra in Europa e negli Stati Uniti stanno sbagliando tutto: invece di dare forza alle componenti democratiche presenti nei due campi hanno alimentato la retorica estremista con una propaganda a senso unico, gettando benzina sul fuoco e contribuendo a polarizzare gli animi. 

Quello che piu' temono i fascisti israeliani e palestinesi e' che i due popoli si mettano d'accordo in una prospettiva di convivenza pacifica. Dagli estremisti palestinesi e israeliani oggi viene un grazie di cuore alla sinistra europea e americana che con le loro politiche hanno dato (e stanno dando) loro una grossa mano nella loro convinzione che nessun negoziato e' possibile e che la parola deve essere lasciata unicamente alla forza.

(Gabriele Boccaccini)

Gaza, le donne e le mestruazioni. L’olocausto dei corpi

Riportiamo una riflessione fatta da una donna palestinese, che dovrebbe aprire la mente su tutte le sfaccettature che una guerra comporta.

A ottobre ho sanguinato per dieci giorni senza avere accesso a un bagno vero e proprio. La casa in cui ci siamo rifugiati – come la maggior parte dei rifugi a Gaza – non offriva privacy.

In guerra il corpo perde i suoi diritti, soprattutto il corpo femminile. Ricordo di aver pregato di non macchiare il materasso che condividevo con tre cugini. I titoli raramente parlano di questo, di cosa significhi per una ragazza avere il ciclo sotto i bombardamenti, di madri costrette a sanguinare in silenzio e ad abortire su pavimenti freddi o a partorire sotto i droni. La guerra a Gaza non è solo una storia di macerie e attacchi aerei. È una storia di corpi interrotti, invasi e a cui è stato negato il riposo ...

La riflessione di 𝘔𝘢𝘳𝘪𝘢𝘮 𝘒𝘩𝘢𝘵𝘦𝘦𝘣 continua a questo link:

https://www.caritassalerno.it/gaza-le-donne-e-le-mestruazioni-lolocausto-dei-corpi/

Imparare sinodalità: il Cammino prosegue

La sinodalità ha i suoi tempi e il Cammino della Chiesa cattolica italiana ha bisogno di lavoro ulteriore e di una tappa in più

È stata una realtà complessa questa seconda Assemblea, e ha certo avuto momenti di tensione – non legati tanto a punti particolari, quanto all’attivazione di uno stile di lavoro e di sinodalità. Il problema era quello di un testo inizialmente presentato (Proposizioni. Perché la gioia sia piena), che rispecchiava solo in parte la ricchezza delle fasi precedenti del Cammino sinodale e i contributi delle diocesi. Il primo passaggio in plenaria ha in effetti visto la quasi totalità degli interventi – tra di essi quello di chi scrive – segnalarne la ristrettezza, la parzialità, la selettività nell’individuare i nodi su cui si convocava la Chiesa italiana per una conversione davvero comunionale e missionaria. Anche il mancato coinvolgimento del Comitato nazionale del Cammino sinodale per l’elaborazione delle Proposizioni è stato percepito come assai problematico. Per di più le indicazioni ...

Il racconto di Simone Morandini è a questo link:

https://www.ilregno.it/moralia/blog/imparare-sinodalita-il-cammino-prosegue-simone-morandini

La pace a pezzi

Come Francesco parlò di «guerra a pezzi» così il Vaticano tenta ora di avviare negoziati. E la strategia torna nelle mani di Parolin


«Ritorna la diplomazia vaticana ufficiale. Questo dà senso alla richiesta di riordino emersa prima e durante il Conclave. E restituisce centralità alla Chiesa...». La constatazione viene fatta senza vibrazioni polemiche verso il passato pontificato, né come un presagio di restaurazione. Le prime prese di posizione di Leone XIV sull’Ucraina; le parole di disgelo, ricambiate, con Israele; e la disponibilità a riproporre il Vaticano come cuore dei tentativi di tregua mondiale non sono che vagiti di una grande operazione per costruire una «pace a pezzi» che contrasti e sconfigga la «guerra a pezzi» intravista con lungimiranza da Francesco. Operazione che, stando a indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal, potrebbe portare a ...

L'articolo di ;assiemo Franco è a questo link:


La parrocchia: una comunità che condivide il pane della fede e della vita

La parrocchia dovrebbe essere “casa comune” dove tutti gli aspetti della vita umana trovino accoglienza e sostegno, senza troppi pensieri organizzativi


La parrocchia debba crescere, cambiare, innovarsi per continuare in un’efficace azione pastorale, per essere luogo di incontro per le persone, per essere laboratorio di fede e vita cristiana e forse, diciamocelo, per “rimanere al passo con i tempi”.

La parrocchia dovrebbe essere una comunità che non si limita a celebrare, ma che sa nutrire, spiritualmente e concretamente, chi ne fa parte. Dovrebbe essere una parrocchia che offre nutrimento spirituale attraverso liturgie vive, catechesi profonde e una fede che parli alla vita reale.
Dovrebbe essere una parrocchia che si fa prossima alle persone, non solo con iniziative caritative, ma con un atteggiamento di accoglienza autentica.
Dovrebbe essere una parrocchia in cui la condivisione non sia un gesto occasionale, ma il normale stile di vita di chi vi appartiene.

L'intero intervento di Marco Ceriani è a questo link:

https://www.vinonuovo.it/comunita/esperienze-di-chiesa/la-parrocchia-una-comunita-che-condivide-il-pane-della-fede-e-della-vita/

Il Foglietto "La Resurrezione" di Domenica 24 maggio






La VI Domenica di Pasqua abbiamo pregato così ...

Introduzione 

L'elemento d'unione tra le letture di questa domenica è il concetto di fede: un credo profondo che non trova sostanza in luoghi sacri circoscritti né si manifesta attraverso rigidi riti, ma che trova la propria essenza dentro ciascuno di noi. 

Gli apostoli della prima lettura indicano la via per superare i conflitti nel riuscire ad andare oltre le antiche prescrizioni, e dare valore solo alle "cose necessarie".
Nella Gerusalemme apocalittica, addirittura, non c'è posto per alcun tempio: è solo Dio la vera luce. 

Il Vangelo, con la semplicità rivoluzionaria della parola di Gesù, ci riconduce all'unico vero centro di tutte le cose, l'amore: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui."

Nel difficile compito dell'amore Gesù e Dio non ci lasciano soli: oggi viene annunciata la venuta dello Spirito Santo, il paraclito che ci "insegnerà e ci ricorderà ogni cosa" che Lui ci ha già. 

È in Dio Padre, in Gesù, suo figlio e nello Spirito Santo, nostro sostegno quotidiano, che noi oggi rinnoviamo la nostra fede: a 1700 anni dal primo Concilio di Nicea, le parole della nostra professione di fede risuonino più vive che mai, nella convinzione che sono i nostri gesti, le nostre parole e le nostre intenzioni, più di qualsiasi cosa al di fuori di noi, il nostro credo nella vita dell'amore.


Intenzioni penitenziali 

Gesù e gli apostoli tracciano davanti a noi una nuova strada di fede, dove non c'è spazio per i conflitti e le dispute legate a credenze ormai superate: Signore, per tutte le volte in cui diamo importanza alle cose superflue invece che a quelle "necessarie", e mettiamo davanti i nostri interessi individuali al bene comune. Per questo ti chiediamo perdono. 

"La città non ha bisogno della luce del sole né di quella della luna la gloria di Dio la illumina". Signore, per tutte le volte in cui non è la tua luce quella da cui ci lasciamo guidare, ma piuttosto quella di schermi e monitor davanti ai quali passiamo ore e che generano in noi bisogni effimeri. Per questo ti chiediamo perdono. 

"Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi." Mai come oggi il bisogno di pace in ogni angolo del mondo è pressante. Per tutte le volte in cui non evitiamo discussioni e scontri anche nel nostro quotidiano, convinti di inseguire la nostra pace, che però non è la tua Pace, per questo noi ti chiediamo perdono.


Preghiere dei fedeli 

Nell'anniversario del concilio di Nicea ci soffermiamo a pensare quanto importante sia professare la nostra fede durante le celebrazione, ma soprattutto manifestare e vivere nel quotidiano il nostro credo. Affinchè ogni giorno riusciamo ad essere non solo credenti ma, soprattutto, credibili sull'esempio di Papa Francesco, per questo noi ti preghiamo.

Per tutti coloro che non hanno mai conosciuto Dio, per quelli che davanti alle prove della vita si sono scoraggiati e hanno lasciato il cammino di fede, e per chi non trova nella quotidianità lo spazio per rinnovare con convinzione il proprio credo, perchè il messaggio d'Amore incondizionato di Dio possa arrivare anche ai loro cuori. Per questo noi ti preghiamo. 

La pace, quella che ci lascia Gesù e che viene dal Padre, "non come la dà il mondo" del vangelo , quella "per il mondo disarmata e disarmante" di leone XIV, la pace. Per questo noi ti preghiamo. 

Per lo Spirito Santo, che il Padre manda nel nome del Figlio a tutti noi, suoi figli. Perchè ci ricordiamo che non siamo mai lasciati soli davayche alle difficoltà e ai turbamenti, ma che possiamo affidarci al sostegno dello spirito consolatore. Per questo noi ti preghiamo.

VI Domenica di Pasqua - Gv 14, 23-29

L'opera dello Spirito promesso da Gesù è "l'insegnare" (da non scambiare con l'indottrinamento) e il "ricordare", il fare memoria. Due verbi che ci chiedono dinamicità e non staticità.

 


Questa è l’ultima Domenica di Pasqua, nella prossima si farà memoria dell’Ascensione. Domenica scorsa la Liturgia ci ha proposto ciò che Gesù considera la sintesi dalla sua vita che ci consegna come un dono chiedendo diventi per noi un compito, quello di amarci l’un l’altro come lui ci ama.

In precedenza siano stati accompagnati a comprendere quali sono i frutti della morte e risurrezione di Gesù, le condizioni nelle quali si possa sviluppare nel cammino di sequela quel rapporto intimo tra noi e il Signore che ci lega a lui inscindibilmente, fino ad essere in lui una cosa sola con il Padre nel suo agire.

In questa VI Domenica di Pasqua si completa il commiato di Gesù con le ultime consegne. Tutto converge e si riassume nell’invito ad osservare la sua parola che significa fare della propria vita un dono d’amore a servizio degli altri. È una possibilità, un modo d’essere proposto all’umanità, non solo ai suoi seguaci e, guardandosi attorno, è facile verificare come e quanto questo sia vero, al di là di ogni previsione e sospetto.

A chi interpreta consapevolmente o meno l’amore gratuito del Padre non solo viene ricambiato ma Gesù assicura che con il Padre “verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.” Questa di Gesù non è una promessa per un futuro aldilà da venire, ma la risposta del Padre qui ed ora a quanti danno adesione concreta al suo modo d’essere. 

All’inizio del suo Vangelo nel Prologo l’evangelista aveva scritto che Dio aveva posto la sua tenda fra noi. Ora Gesù non solo lo conferma ma approfondisce questa affermazione facendoci comprendere che, come al solito, il Padre non impone nulla, nemmeno la sua presenza. Sempre invece propone, offre alla nostra libertà una prospettiva, una possibilità che sta a noi accogliere o rifiutare. A chi ama come lui ci ama e orienta la propria vita per il bene degli altri, Gesù e il Padre prendono dimora presso di lui e questa persona diviene la loro tenda nell’umanità. Siamo noi le loro mani, il loro agire, la loro presenza tra gli uomini, hanno bisogno di noi, non possono esserci senza di noi. Quando hanno creato il mondo hanno scommesso su di noi, sulla nostra possibilità, sulla nostra capacità di interpretare e far trasparire il loro amore fa tutti, nell’intera realtà, nella nostra capacità di portare a compimento la creazione affidata alle nostre mani operose ma capaci anche di distruggere. Per questo Gesù dice che “Chi non mi ama, non osserva le mie parole”, chi non fa della propria vita un servizio d’amore per il bene degli altri, che pone al centro della loro vita il loro proprio bisogno personale e non quello dell’altro, non ha nulla a che vedere con lui e “la parola che voi ascoltate – dice Gesù - non è mia, ma del Padre che mi ha mandato”. Tra loro due c’è perfetta unità, perfetta sintonia nel comunicare continuamente vita, nell’arricchire la vita di tutti.

Se siamo convinti che in ogni azione d’amore, di attenzione all’altro si esprime la misericordia infinita Dio e fa emergere che questo è quell’aver posto la sua tenda, la sua dimora non più solo “accanto” bensì nell’uomo (Gv 14,17), forse dovremmo rivedere quel nostro modo di dire che quando si muore si torna alla casa del Padre in cielo. Ma se siamo noi la sua “dimora” non è questa una contraddizione? Con la morte la vita non finisce, ma trova il suo compimento in Dio, in quel Signore della vita che si è fatto emergere nel bene compiuto e che, per questo, ha posto la sua tenda in noi (1Cor 3,10-15). Athenagoras I parlando della sua morte si chiedeva, affermandolo, perché avrebbe dovuto andare lontano dalle persone che aveva amato, dalla realtà che aveva vissuto con passione e abnegazione nel dono della sua vita per il bene degli altri. È un’altra modalità di essere presenti in questa realtà attraverso quel Signore al quale abbiamo dato spazio e possibilità di esprimersi attraverso di noi. Perché si dovrebbe andare in un indefinito “altrove”?

La pericope di questa Domenica è ricca di verbi di “movimento” (andare, tornare, venire, mandare …) a dirci che non ci si deve fermare, appiattire su di un qualcosa che si pensa immutabile, che c’è invece sempre molto da scoprire, accogliere, accompagnare, far diventare storia capace di creare nella “memoria” (il “ricordare”) le nostre radici, il nostro essere tralci innestati nella vite buona. È questa l’azione dello Spirito che il Signore ha promesso e inviato perché possiamo trovare sempre le risposte alle domande nostre e del nostro tempo che cambia in continuazione. Questo è il suo “insegnare” che non è “indottrinamento” ma la capacità di scoprire il dinamismo dell’Evangelo nella quotidianità. Gesù si accomiata abbandonandoci, ma chiedendoci di rimanere attenti all’ascolto della sua Parola che, di volta in volta, ci rammenterà e indicherà la strada della sua sequela.

(BiGio)

Oggi, a 1700 anni da Nicea il Credo di David Maria Turoldo

David Maria Turoldo ha proposto questa sua rilettura del Simbolo della Fede

Credo in un solo Dio che è Padre,

fonte sorgiva di ogni vita,

di ogni bellezza e di ogni bontà.

Da lui vengono ed a lui ascendono tutte le cose.

Credo in Gesù Cristo, figlio di Dio e figlio dell’uomo,

immagine visibile e trasparente

dell’invisibile volto di Dio.

Immagine alta e pura del volto dell’uomo

così come lo ha sognato il cuore di Dio.

Credo nello Spirito santo,

che vive e opera nelle profondità del nostro cuore

per trasformarci tutti a immagine di Cristo.

Credo che da questa fede fluiscono

le certezze più essenziali e irrinunciabili della nostra vita:

la comunione dei santi e delle cose sante, che è la chiesa,

la buona notizia del perdono dei peccati,

la speranza della resurrezione che ci dona la certezza

che nulla va perduto della nostra vita:

nessun frammento di bontà e di bellezza,

nessun sacrificio per quanto nascosto e ignorato,

nessuna lacrima e nessuna amicizia.

Amen

Oggi a 1700 anni da Nicea: che concilio fu quello?

Il professor Giovanni Filoramo, storico del cristianesimo e della religione e saggista prolifico, risponde alle nostre domande sulla natura storico-politica del Concilio di Nicea.


La ricerca storica continua a interrogarsi su una molteplicità di aspetti, come la natura particolare di questa assemblea, i suoi precedenti, come si è giunti alla convocazione, perché si è scelto questo luogo, quale è stato il ruolo di Costantino, chi ha di fatto presieduto la riunione. Per non dire delle numerose questioni teologiche legate alla controversia ariana e alla formulazione finale del credo....

L'intervista a cura di Giordano Cavallari è a questo link:

La pace possibile nell'età della guerra ibrida

Non viviamo soltanto in un’epoca di guerra ibrida: ci troveremo sempre più spesso a fronteggiare situazioni di «pace ibrida», che si trascineranno nel tempo


Si fa la guerra per raggiungere la pace: tutti – buoni e cattivi, aggressori e aggrediti – combattono per costruire un nuovo equilibrio, basato su accordi che consentano loro di ristabilire condizioni di convivenza migliori (o almeno accettabili). La pace, purtroppo, non è uno stato di natura, ma un compromesso tra volontà e interessi in conflitto; è dunque un «patto», termine che non a caso ha la stessa radice indoeuropea (*pak-s, *pak-tum). La sola eccezione è la resa senza condizioni, la debellatio, che mette la parte soccombente alla completa mercé dei vincitori: altrimenti bisogna parlarsi, trattare, arrivare a un accordo. Perché si possa stipulare un pactum sono necessarie non soltanto reciproca fiducia, ma la possibilità di controllare l’applicazione e il rispetto delle clausole. Tutto questo, negli ultimi decenni, è stato reso più difficile dalla forma «ibrida» assunta da molti conflitti....

L'analisi di Gastone Breccia è a questo link:


Il Credo di Nicea, carta d’identità del cristiano

Pubblicato dalla Commissione Teologica Internazionale il documento “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore – 1700° anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea (325-2025)” dedicato all’assise passata alla storia per il Credo che proclama la fede nella salvezza in Gesù Cristo e nel Dio Uno, Padre, Figlio e Spirito Santo. Quattro capitoli nel segno della promozione dell’unità dei cristiani e della sinodalità nella Chiesa



Il prossimo 20 maggio il mondo cristiano farà memoria dei 1700 anni dall’apertura del primo Concilio ecumenico, quello svoltosi a Nicea nel 325, passato alla storia principalmente per il Simbolo che raccoglie, definisce e proclama la fede nella salvezza in Gesù Cristo e nel Dio Uno, Padre, Figlio e Spirito Santo. Completato poi dal Concilio di Costantinopoli del 381, il Credo di Nicea è divenuto nella pratica la carta d’identità della fede professata dalla Chiesa.

Il testo del documento è a questo link:

https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2025-04/documento-concilio-ecumenico-di-nicea-commissione-teologica.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT


La presentazione e la sintesi del Documento è a questo link:

https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2025-04/documento-concilio-ecumenico-di-nicea-commissione-teologica.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT

Tutti siamo un po' disperati ma la speranza è un'avventura

Questa è un'epoca caratterizzata da un forte senso della precarietà del presente e dell'incertezza del futuro, un tempo in cui l'incognito che ci sta davanti spaventa per la sua imprevedibilità e, insieme, per gli orizzonti asfittici che lo caratterizzano: il nostro è un "mondo in fuga", come lo ha definito Anthony Giddens, un mondo che sembra sfuggire al nostro controllo e impedirci di capire dove stiamo andando. Questa situazione provoca un'angoscia profonda, che pare confermata anche da un rapido sguardo alle situazioni di guerra, miseria e oppressione in atto in varie parti del mondo.


Non va d'altra parte dimenticato che questo è anche il tempo abitato da chi, come tanti uomini e donne della mia generazione, ha vissuto una grande stagione di speranza umana e cristiana; oggi, però, le ideologie politiche per alcuni e le utopie sociali per altri sono venute meno, mentre le attese destate nei cristiani dal Concilio Vaticano II appaiono in massima parte frustrate. Le speranze in un mondo più segnato da pace e giustizia, in una chiesa più evangelica, sembrano smentite; al contrario, nel nostro vissuto quotidiano siamo costretti a subire, con una certa impotenza, il dilagare della barbarie, che invade anche la sfera privata: la banalizzazione dei temi della giustizia e della legalità, la giustificazione dell'ineguaglianza, la glorificazione del più forte, il rifiuto di ogni orizzonte comunitario, l'esaltazione della competizione selvaggia, la legge della forza che si sostituisce alla forza della legge, e si potrebbe continuare a lungo. Questa è un'ora di grande depressione e nel mondo, come osservano gran parte dei sociologi, manca la...

La recensione di Enzo Bianchi continua a questo link:

https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202502/250215bianchi.pdf

il 24 maggio saranno 1700 anni da Nicea. “Amore e unità sono le grandi parole del nostro tempo”

Ricorrono quest’anno i 1.700 anni del Primo Concilio Ecumenico di Nicea ed è in corso oggi a Roma una Giornata di studio in cui sarà presentato un Documento dedicato a questo anniversario dal titolo “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore”. Mons. Coda: Nicea "indica ancora oggi che la forma sinodale di vivere la Chiesa, cioè l'incontro, il dialogo, l'ascolto, è l'unica strada attraverso la quale si superano le polarizzazioni, non eliminando le differenze, ma portandole su un livello più alto”


Poco conosciuto. A volte ignorato. Eppure, il Concilio Ecumenico di Nicea rappresenta una pietra miliare nel cammino della Chiesa e anche dell’intera umanità perché è riuscito a formulare – nonostante punti di vista e opinioni differenti – una professione di fede in Gesù in cui ancora oggi si riconoscono tutti i cristiani. Abbiamo chiesto a mons. Piero Coda, teologo e segretario generale della Commissione teologica internazionale, di spiegarci il significato e soprattutto l’attualità del messaggio del 1700° anniversario del Concilio ecumenico di Nicea.

L'intervista di M. Chiara Biagioni è a questo link:

https://www.agensir.it/chiesa/2025/05/20/concilio-di-nicea-mons-coda-teologo-amore-e-unita-sono-le-grandi-parole-del-nostro-tempo/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=la-newsletter-di-agensir-it_2

Addio pluriball, arriva un rivoluzionario packaging in cartone che protegge i tuoi pacchi senza inquinare

Hexpand, la soluzione di imballaggio sostenibile per ridurre i rifiuti e proteggere i pacchi: fatto di semplice cartone ondulato si adatta ai tuoi prodotti e semplifica la logistica



Hexpand è un sistema di imballaggio sostenibile che promette di ridurre drasticamente i rifiuti. Questo sistema utilizza del cartone ondulato progettato per estendersi e avvolgere i prodotti, eliminando la necessità di pluriball, cuscini d’aria o altro materiale di riempimento. Il cartone si espande per mantenere l’oggetto sospeso, proteggendolo efficacemente dagli urti durante il trasporto. Inoltre,  è 100% riciclabile, una vera alternativa agli imballaggi di plastica che finiscono nei rifiuti.

L'intero articolo di presentazione a cura di Ilaria Rosella Pagliaro è a questo link:

https://www.greenme.it/ambiente/rifiuti-e-riciclaggio/addio-pluriball-arriva-un-rivoluzionario-packaging-in-cartone-che-protegge-i-tuoi-pacchi-senza-inquinare/

Una proposta di riforma della caccia semplicemente stomachevole.

Una proposta di legge solo a favore dei cacciatori, in danno della fauna selvatica e della sicurezza pubblica degli Italiani.


La caccia verrà definita come una “attività sportivo-motoria con importanti ricadute” sociali, culturali ed economiche (articolo 1, comma 2) che “concorre alla tutela della biodiversità e dell’ecosistema” (articolo 1, comma 1). Uno stravolgimento della realtà che mira a rendere ogni misura a favore della caccia come coerente con i principi costituzionali. Da questo punto di vista, la nuova legge – se entrasse in vigore così com’è scritta – liberalizzerebbe le peggiori pratiche contro l’avifauna ...

L'analisi della proposta di legge del ministro Lollobrigida a cura del "Gruppo di Interventoi Giuridica" è a questo link:

https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2025/05/18/una-proposta-di-riforma-della-caccia-semplicemente-stomachevole/