Destinare maggiori risorse pubbliche alla formazione come bene pubblico fondamentale, motore del pensiero critico e dell’ascensione sociale è una priorità coerente con le sfide della società digitale. La sintesi dell’intervento di Pasquale Lucio Scandizzo, incentrato sulle cause profonde che hanno portato alla nascita del populismo, in occasione della recente riunione del Gruppo dei 20
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La difesa della democrazia contro la minaccia del populismo
Amicizia è ...
Pax Christi International: sanare i conflitti con la nonviolenza
Il riarmo non farà altro che accrescere la spirale dei conflitti. Nell’intervista ai media vaticani, i timori della segretaria generale del movimento cattolico per la pace, Martha Inés Romero, che difende la necessità di una conversione culturale. “Abbiamo bisogno di dis-armarci per ricostruirci come civiltà”
L'intervista a cura di Rocío Lancho García è a questo link:
Sinodo italiano:è accaduto un vero inaspettato evento dello Spirito!
Non è facile descrivere che cosa è stata, per chi vi ha preso parte, la Seconda assemblea nazionale del Cammino sinodale della Chiesa in Italia.
Il risultato del voto della Mozione è la seguente: 854 i votanti, con 835 favorevoli; 12 contrari; 7 astenuti. Componevano l'Assemblea anche 167 vescovi
Ma qui è successo qualcosa di inatteso....
La descrizione dell'evento fatta da Marco Bernardinoni è a questo link:
https://www.settimananews.it/sinodo/sinodo-italiano-serve-ancora-tempo/
Nella V Domenica di Quaresima abbiamo pregato così ...
Il nostro albero di Pasqua le foglie di diverso colore seguono l'ordine di quelle del simbolo dell'Anno Santo e sopra riportano il logo di ciascuna domenica come sotto indicato
Il nostro cammino in questa Quaresima
I Domenica | II Domenica | III Domenica | IV Domenica | V Domenica |
Credo in chi? | Credere alle sue promesse | Credere al Dio della vita | Credere è fraternità e condivisione | Credere nella misericordia |
Introduzione
Siamo giunti alla V domenica di Quaresima, oggi la Scrittura ci esorta a credere al Dio della Vita e della Misericordia, alle sue promesse, alla vita nuova che ci dona ogni giorno. Nel racconto evangelico dell’adultera, con l’opera proiettata di Ernani Costantini della nostra Chiesa, Gesù posto davanti al tranello dei farisei di seguire o meno la stretta osservanza della Legge di Mosè, ossia la lapidazione, sceglie una terza strada, la misericordia, guarda con amore la donna disperata e terrorizzata, la perdona non la scusa, soprattutto ricorda che nessuno è giusto davanti a Dio che non vuole “la morte del peccatore, ma che si converta e viva" (Ez 33,11).
La misericordia apre alla fiducia e questa porta alla speranza, ma tenendo sempre presente che la conversione è un’assunzione di responsabilità ed un impegno al rinnovamento continuo. Nella prima lettura allo sconforto del popolo di Israele, in esilio e deportato in Babilonia, che rischiava di ancorarsi al passato, alla ligia obbedienza della Legge per non soccombere e disperdersi, il profeta Isaia ricorda con forza che Dio è il Dio della Vita, che ri-crea nuovamente ogni strada, ogni via, annunciando: “Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” (Is 43,19).
Misericordia, fiducia nel Dio della Vita, speranza, perdono, conversione questo è quanto le Scritture ci invitano a meditare.
Intenzioni Penitenziali
Signore Gesù, perdonaci quando, chiusi nel nostro egoismo, non abbiamo accolto il tuo perdono e la tua misericordia
Signore pietà
Cristo Gesù, ti chiediamo perdono per tutte quelle volte che abbiamo giudicato e avremmo voluto scagliare pietre verso i nostri fratelli e sorelle dimenticando la sollecitudine e la vicinanza fraterna
Cristo pietà
Signore Gesù perdonaci quando siamo rimasti ripiegati sul nostro passato, incapaci di vedere la strada nuova che Dio ha preparato per noi
Signore pietà
Preghiere dei Fedeli
Dio della Vita sostieni il nostro papa Francesco, donagli sollievo nel corpo e nello spirito, guida l’Assemblea sinodale delle Chiese in Italia perché sia sempre aperta al dialogo, alla condivisione e all’ ”ascolto obbediente dello Spirito” (Messaggio dei partecipanti a Papa Francesco, 3 aprile 2025) preghiamo
Signore, convertici al tuo amore
Dio della Misericordia ti preghiamo per tutti i paesi martoriati dalla guerra, per la Terra Santa, L’Ucraina, il Congo, il Sud Sudan, per il Myanmar, fa si che la diplomazia, gli scambi e gli aiuti umanitari internazionali, possano far tacere le armi ed i bombardamenti
Signore, convertici al tuo amore
Per i sofferenti nel corpo e nello spirito perché la Misericordia e l’amore del Dio della Vita siano sempre con loro. Signore ti ringraziamo per tutti i curanti ed il Mondo della sanità, che in questi giorni, insieme agli Ammalati, celebrano il Giubileo della speranza, per i medici, i ricercatori, gli infermieri, tutti gli operatori sanitari, i volontari, i parenti ed amici che instancabilmente si prendono cura con forza, passione e pazienza dei nostri fratelli e delle nostre sorelle sofferenti, preghiamo
Signore, convertici al tuo amore
Per tutti noi qui riuniti, per tutti i nostri fratelli e sorelle che non hanno potuto essere qui con noi, perché le nostre relazioni siano orientate alla condivisione, alla fraternità, alla cura e possiamo camminare insieme verso la Pasqua del Signore nostro Gesù Cristo, preghiamo
Signore, convertici al tuo amore
Antifona di Comunione
Preghiamo insieme con l’antifona di comunione che sottolinea la continuità e l’unità della celebrazione: dalla mensa della Parola alla mensa Eucaristica.
“Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. “Nessuno, Signore.”. “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”. (Gv8,10-11)
V Domenica di Quaresima – Gv 8,1-11 – Credere nella misericordia
Undici versetti certamente scritti da Luca che creavano problemi seri alla Chiesa delle origini. Per un intero secolo sono stati totalmente espunti da ogni codice; per cinque secoli non è apparso nella Liturgia e fino al decimo secolo nessun Padre di lingua greca l’ha mai commentato. Questa pagina del Vangelo oggi non disturba meno di ieri.
Questa quaresima ci ha posto inizialmente davanti ad una domanda: credo in chi? Ci ha poi proposto di credere alle promesse di un Dio che dona “vita” invitando alla fraternità e alla condivisione.
Al termine di questo cammino la Liturgia propone un Evangelo imbarazzante nel quale appare la violenza del pensarsi padroni con la proterva sicurezza di poter irridere la misericordia di Dio, il convincimento di poter tranne in inganno chiunque a fronte di un silenzio assordante. In opposto c’è il movimento di un chinarsi e di un rialzare lo sguardo che intuisce la vita in movimento, che ode il mormorio sottile del soffio dello Spirito, che conferma la ricchezza e la fecondità inesauribile delle promesse del Padre.
Undici versetti certamente scritti da Luca che creavano problemi seri alla Chiesa delle origini. Per un intero secolo sono stati totalmente espunti da ogni codice; per cinque secoli non è apparso nella Liturgia e fino al decimo secolo nessun Padre di lingua greca l’ha mai commentato. Agostino nel IV secolo motiva il perché di questo imbarazzo: si pensava che l’indulgenza di Gesù verso un’adultera, che non fa cenno di pentimento, potesse mettere in pericolo l’unità coniugale. Alla fine questo brano trova collocazione nel capitolo 8 dell’Evangelo di Giovanni, ma il suo habitat “naturale” è alla fine del capitolo 21 di Luca.
Scribi e farisei mentre Gesù insegna al popolo che si era stretto attorno a lui, irrompono per “metterlo alla prova” cioè per tentarlo: è il verbo che l’evangelista usa per le azioni del diavolo. C’è dileggio nei suoi confronti chiamandolo “Maestro” e c’è disprezzo per la donna “sorpresa in flagrante adulterio”. Se l’indicazione della Legge era quella della lapidazione, si era nella fase dello “sposalizio” che avveniva appena dopo i 12 anni. Se fosse stato in quella delle “nozze” (che iniziava dopo un anno da quell’evento e segnava l’inizio della convivenza), la pena avrebbe dovuto essere lo strangolamento.
La legalità qui diventa pretesto per irridere, è un pretendere di possedere la “verità”, il pensarsene padroni che sta alla radice della violenza contro la misericordia che Gesù annunciava.
Gesù si china. Per tre volte, in forme diverse, è ripetuto questo verbo mentre tutti, la donna e gli accusatori, rimangono eretti, in piedi. Gesù invece rimane in basso, nella posizione del servo, non in quella del giudice che guarda dall’alto in basso chi si ritiene abbia sbagliato. La nostra traduzione dice che a un certo punto si alza. Non è così, il verbo usato rimane sempre lo stesso: quello dell’alzare lo sguardo mentre rimane seduto e alla fine guarda quella ragazza. Non giudica, non guarda il peccato commesso, gli preme il destino di chi l’ha commesso, le dà fiducia, le chiede un’assunzione di responsabilità: “va, non peccare più”. Il suo gesto di misericordia non è senza rischi: ha dato fiducia anche agli accusatori richiamandoli ad essere onesti con se stessi; non condanna neppure loro.
Alla fine non rivendica il suo successo correndo il pericolo di legare a sé la donna attraverso la sua gratitudine e semplicemente si allinea a quello che hanno fatto gli accusatori: “Nemmeno io ti condanno”. Le chiede di riprendere il suo cammino, di rinnovare la sua vita, le offre la possibilità di ricominciare in una nuova direzione dopo la caduta.
Per la Scrittura nessuno è senza peccato; le Tavole della Legge scritte con il dito di Dio sono date, rotte e ridonate (Es 32): per questo sono misericordia. Il peccato non porta Dio ad annullare l’Alleanza, ma a riproporla sempre di nuovo rinnovandola.
Gesù non condanna nessuno, perché Dio Padre l’ha mandato non per giudicare e castigare, ma per dire che Dio è più grande di ogni nostro peccato. Con tale atteggiamento nei confronti dei peccatori, egli opera una liberazione che non ha niente a che fare con il permissivismo: infatti sa bene che il peccato conduce alla morte, come l’adulterio porta alla lapidazione. Ma indica un’altra strada, dona una nuova vita: “neanch’io ti condanno”.
Questa pagina del Vangelo oggi non disturba meno di ieri. Non lascia tranquilli coloro che continuano ad arrogarsi il diritto, dal fortino inattaccabile del loro perbenismo, di scagliare pietre non più con le mani, ma diffamando, isolando, pronunciando giudizi severi, alimentando diffidenze, diffondendo pettegolezzi. Gesù non tollera che qualcuno scagli queste pietre dolorose e crudeli contro chi si regge a stento, piegato sotto il peso dei propri errori.
Il compito che deve essere assunto è tutt’altro, è l’affiancarsi loro per sostenerli nell’avvio di un percorso nuovo, diverso da quello fino a quel momento condotto.
Credere in Dio, alle sue promesse perché è il Dio della vita nella fraternità e nella condivisione della misericordia.
(BiGio)
Da Al-Banna ad Al-Sharaa. L'Islam politico tra quietismo, jihad e prove di governo
In tutto il Medio Oriente e Nord Africa, l’islamismo ha oscillato negli ultimi decenni tra quietismo, clandestinità, lotta armata e istituzionalizzazione. A che punto siamo oggi? L’Islam politico, nella sua forma jihadista, si ritrova ora al potere in Siria, in un esperimento governista i cui esiti restano incerti. In Medio Oriente e Nord Africa, l’islamismo ha attraversato nel corso degli ultimi decenni fasi alterne: tra quietismo, clandestinità, lotta armata e istituzionalizzazione. In Egitto, i Fratelli Musulmani hanno brevemente detenuto il potere dopo le rivolte del 2011 prima di essere estromessi, mentre in Tunisia Ennahda ha adottato un pragmatismo democratico, nonostante le resistenze laiche. In Giordania, i Fratelli Musulmani hanno scelto un ruolo di opposizione leale, e Hamas a Gaza ha unito militanza e governance. In Marocco, il PJD (Partito della Giustizia e dello Sviluppo) ha perseguito politiche islamiste moderate all’interno della monarchia fino alla battuta d’arresto elettorale del 2021, mentre in Turchia l’AKP (Partito della Giustizia e dello Sviluppo) di Erdoğan ha mescolato islamismo e populismo autoritario, consolidando progressivamente il suo potere. In Siria, il gruppo jihadista Hay’at Tahrir al-Sham (HTS), sfruttando il vuoto post-2011 e dopo aver governato nel frattempo nel nord-ovest della Siria, nel dicembre 2024 ha costretto Bashar al Assad alla fuga e ha assunto la guida del paese. Un’ascesa al potere di una forza islamista radicale, basata sulla violenza più che sulla legittimità elettorale, che contrasta con quegli esperimenti islamisti più moderati della regione, mettendo (nuovamente) alla prova di governo l’Islam politico e le sue mille sfaccettature. L'interessante dossier dell'ISPI è a questo link: |
Scoperto campo di sterminio in Messico. La Chiesa reagisce: “Vicini a tutte le vittime e ai familiari”
In Messico scoperto un campo di sterminio legato ai cartelli della droga. La Chiesa sostiene le vittime e promuove il progetto di pace, accompagnando le madri dei desaparecidos e denunciando la violenza dilagante
L'articolo di Bruno Desidera è a questo link:
Les Morts de la Rue: a Bruxelles la spoon river dei senza dimora
Un gruppo di volontari ha creato nella capitale belga una rete informale che si attiva ogni volta che un homeless muore per strada, al fine di garantire una sepoltura degna e coltivarne la memoria. Alcune “pietre d’inciampo” ne ricordano nomi. Un servizio della rivista di strada Scarp de’ tenis rivela che a Bruxelles i senzatetto sarebbero 10mila
L'articolo di Paolo Riva è a questo link:
La denatalità non si combatte a colpi di bonus.
Il punto è che “abbiamo meno giovani in grado di diventare genitori: i salari in Italia sono bassi a fronte di un costo della vita alto in tutta Europa. E poi c’è tanta incertezza sul futuro. Il che pone molte coppie nelle condizioni di rinunciare ad avere un figlio. Purtroppo questa è la realtà dei fatti”. Va bene, ma come la mettiamo con i conti del welfare? Con la previdenza? Con la spesa pensionistica? Anche qui il problema c’è, ed è piuttosto grosso. “Il punto di non ritorno è vicino ...
L'intera conversazione con Alessandro Rosina a cura di Gianluca Zapponini è a questo link:
https://formiche.net/2025/03/nascite-istat-natalita-giovani-welfare-previdenza-rosina/#content
Assemblea sinodale. Castellucci: la Chiesa è vivace, non siamo in alto mare
Al briefing sui lavori, in corso Vaticano, della seconda assise delle Chiese in Italia, è emersa una spiccata dinamicità di confronto che si sta esprimendo anche attraverso alcune critiche alle cinquanta Proposizioni attorno alle quali fino a domani, 2 aprile, proseguirà il lavoro nei gruppi in vista della votazione di giovedì. Tra i temi al vaglio, l'integrazione delle persone che soffrono a causa delle proprie relazioni affettive e la corresponsabilità delle donne nelle diocesi
L'articolo di Antonella Palermo è a questo link:
Assemblea Sinodale: Proposizioni senza gioia
È in corso di svolgimento a Roma la II Assemblea sinodale delle Chiese in Italia che, questa mattina, ha avviato il confronto con le 50 Proposizioni raccolte sotto il titolo «Perché la gioia sia piena». I limiti evidenti di questo testo, per riferimento alla dimensione liturgica della vita della Chiesa, sono stati messi in evidenza ieri da un articolo di Andrea Grillo (cf. qui).
A quanto si apprende, anche in aula sinodale le Chiese reali italiane (vescovi compresi) si sono espresse criticamente rispetto alle Proposizioni: sia per ciò che concerne il loro contenuto, sia per quanto riguarda il metodo scelto per redarle (poco trasparente e, quindi, in contraddizione con quello stile sinodale che papa Francesco richiede da tempo alla nostra Chiesa locale).
L’impressione che si ha nel leggerle è che esse abbiano ben poco a che fare con qualsiasi forma di sinodalità – essendo decisamente distanti non solo dai testi delle Chiese continentali che hanno istruito la fase di inizio del Sinodo sulla sinodalità della Chiesa cattolica, ma anche dal lavoro conclusivo che ne è scaturito e che papa Francesco ha fatto suo così come era. Alla libertà evangelica del ministero petrino non sembra dunque corrisponderne altrettanta da parte degli uffici centrali della CEI – rispetto ai quali un gran numero di confratelli nell’episcopato sta facendo davvero fatica a riconoscersi.
La riflessione di Marcello Neri è a questo link:
Sindrome di Down. Il videomusical di CoorDown per l’inclusione delle persone nei luoghi decisionali
“No decision without us” è il video musicale lanciato da CoorDown in occasione dell'odierna Giornata mondiale della sindrome di Down per rivendicare la presenza delle persone con disabilità nei luoghi in cui si prendono le decisioni. La presidente Martina Fuga: “No passi indietro in tema di inclusione e partecipazione"
L'articolo di Giovanna Pasqualin Traversa è a questo link:
Censis, quale ruolo per i cristiani nella società contemporanea
Con due interviste a Massimo Cacciari e Fabio Rosini la presentazione del rapporto presentato dall'istituto di ricerca socioeconomica nella Basilica di San Giovanni in Laterano. La necessità di un'alleanza tra i pensanti, prima ancora che tra credenti e non credenti, per contrastare il “paradigma tecnocratico".
Adolescence, la youth revolution e il futuro sismico del pianeta
Disagi, angosce giovanili ed i rapporti fra figli e genitori che fanno da sfondo alla serie televisiva Adolescence prefigurano anche una sorta di nuova rivendicazione generazionale, tecnologicamente e culturalmente molto diversa dal mitico 1968.
Il nome, la sigla, gli slogans ancora non ci sono, ma il lievito é in fermento da mesi. Ed è il lievito esistenziale delle generazioni post 2000 che si stagliano sullo sfondo delle seguitissime puntate televisive di Adolescence. Lì muove la nebulosa delle speranze, dell’immaginazione, la rabbia per le delusioni e l’impulso di cambiare il mondo prima che il mondo cambi per sempre loro.
The youth revolution é in progress, pronta a scattare con un link, un post, un selfie oppure un Whatsapp sull’universo di siti di manosphere ed a strabiliare psicologi, sociologi, opinionisti e storici che constateranno quanto siano superate e obsolete le analogie col 1968, tirate fuori dai cassetti della memoria e della malinconica nostalgia per una pur entusiasmante stagione di profezie e sogni solo in piccola parte realizzatesi. No, la new youth revolution non é un nuovo ’68, ma una scossa politico culturale glocal, globale e locale, destinata a ...
L’analisi di Gianfranco D’Anna è a questo link:
Ora c'è un motivo in più per il salario minimo
Ora c’è un motivo in più per auspicare l’introduzione di un salario minimo legale. E viene da una sentenza della Corte di Cassazione
10 anni di Koinokia. Una casa comune per i giovani
Koinoikia, esperienza di vita comunitaria per giovani a Roma, promuove autonomia e discernimento spirituale. Nata nel 2015, offre condivisione, preghiera e responsabilità, accompagnando i partecipanti nella crescita personale e nella transizione verso la vita adulta
Infinite volte ho avuto questo esatto scambio di battute: laddove l’altro, per i suoi retaggi classici, immaginava si trattasse della parola che in greco significa comunione, comunità (koinonia, appunto), qui sia il termine in questione che la realtà che esso designa sono nuovi, sebbene vicini a quanto inteso dall’altro. “Koiné” e “oikia”, per crasi “Koinoikia”, ovvero “Casa comune”, ma anche “Casa in comune” o, meglio, “Casa comune per la comunione”: la proposta di vita comunitaria rivolta ai giovani di Roma, che dall’1 marzo 2015 a oggi ha visto l’apertura di nove Case a Roma sud, tra il Torrino, Mostacciano, Tor Marancia e la Garbatella.
L'articolo di Alessandro Di Medio è a questo link:
La morsa del debito. Un peso e due misure: il doppio fardello del Sud del mondo
Il debito estero grava sullo sviluppo dei Paesi poveri. Il Papa - ancora una volta in occasione del Giubileo - ha richiamato le Nazioni ricche a intervenire "cancellando o riducendo quanto più possibile" il fardello che genera a sua volta povertà e ingiustizia planetaria. Diversi organismi cattolici hanno lanciato la campagna "Cambiare la rotta" con una proposta chiara: non basta rinegoziare i pagamenti, bisogna ridurre in maniera significativa il peso del debito per permettere ai Paesi di investire nel proprio futuro
L'articolo di Giovanni Rocca è a questo link: