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La difesa della democrazia contro la minaccia del populismo

Destinare maggiori risorse pubbliche alla formazione come bene pubblico fondamentale, motore del pensiero critico e dell’ascensione sociale è una priorità coerente con le sfide della società digitale. La sintesi dell’intervento di Pasquale Lucio Scandizzo, incentrato sulle cause profonde che hanno portato alla nascita del populismo, in occasione della recente riunione del Gruppo dei 20


Nel dicembre 2023 la Commissione Ue aveva presentato “Il pacchetto per la difesa della democrazia”, proponendo una strategia per proteggere un’Europa fondata su democrazia, Stato di diritto e libertà fondamentali. Anche alla luce degli avvenimenti più recenti, i riferimenti del documento alla protezione dalle minacce interne ed esterne e alla lotta alla disinformazione appaiono di grande attualità. Essi pongono con forza questioni controverse, che toccano il ruolo della verità nel discorso politico, la natura inclusiva della democrazia e la crescita del populismo come reazione a processi di esclusione epistemica e linguistica. Per comprendere questo fenomeno, è però necessario collocarlo in un quadro più ampio: la crisi delle grandi ideologie e la conseguente frammentazione delle narrazioni che orientano il senso comune e la percezione della realtà politica...

L'intervento di Pasquale Lucio Scandizzo è a questo link:

Amicizia è ...

Conosciamo il proverbio «Chi trova un amico trova un tesoro». L’amicizia, come definirla? Non è facile: si possono dire tante cose. È una relazione grande e fragile allo stesso tempo. È un sentimento che non ha prezzo, vissuto e coltivato da ognuno secondo le sue inclinazioni e come meglio sa fare, perché ciascuno lo declina secondo l’idea che ha dell’amicizia.


È una relazione in cui ci si fida l’uno dell’altro perché l’amicizia non ammette falsità e per questo è possibile condividere tutto di sé stessi. Si potrebbe dire che l’amicizia è essere in sintonia con qualcuno come se fosse «un sigillo sull’anima», perché con un amico c’è un legame profondo, autentico, sincero, leale. Spesso si confonde l’amicizia con la conoscenza. «On est des amis, n’est-ce pas?» (Siamo amici, non è vero?) mi dicevano talvolta in Senegal ed io, sorridendo, rispondevo che ce ne vuole di strada per essere amici. Le cose rare e preziose come l’amicizia richiedono tempo, ascolto, dedizione, complicità, cura vicendevole; l’amicizia non esclude opinioni diverse, contrasti, litigi.
Nei social ci ritroviamo a chattare con tanti “amici”, ma queste amicizie ci fanno sentire «insieme e soli allo stesso tempo». Così come «si può scaricare dalla rete una musica o un film, si può scaricare anche un sentimento» (Paolo Crepet, Elogio dell’amicizia, Einaudi, 2012, pp. 56-57); ma la rete non può offrire uno sguardo, un sorriso, una carezza, un bacio! Certo che si possono fare amicizie attraverso i social, ma qual è l’«autenticità dei sentimenti che viaggiano in rete?» (ibid.). La rete offre di tutto e di più, è come un grande centro commerciale sempre aperto: vuoi un libro, vuoi un vestito, vuoi amore, vuoi amicizia? Basta qualche click per accedere ai magazzini offerti da Internet, dove si può trovare di tutto. È difficile dare una definizione della parola “amicizia”. Proviamo a vedere ...

La riflessione di Flavio Facchin è a questo link:

Pax Christi International: sanare i conflitti con la nonviolenza

Il riarmo non farà altro che accrescere la spirale dei conflitti. Nell’intervista ai media vaticani, i timori della segretaria generale del movimento cattolico per la pace, Martha Inés Romero, che difende la necessità di una conversione culturale. “Abbiamo bisogno di dis-armarci per ricostruirci come civiltà”


La nonviolenza «è una scelta di vita che invita a riscoprire i valori spirituali, culturali e sociali, ma anche a recuperare una cittadinanza attiva capace di esercitare un’influenza sociopolitica nella sfera pubblica». Ed è proprio questo l’obiettivo di Pax Christi International, movimento cattolico per la pace. Lo spiega in un’intervista la sua segretaria generale, la colombiana Martha Inés Romero. In carica dal 1° gennaio 2023, Romero è anche, da oltre quindici anni, la coordinatrice di Pax Christi per l’America Latina e i Caraibi. 

L'intervista a cura di Rocío Lancho García è a questo link:

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2025-04/pax-christi-international-non-violenza-martha-ines-romero-pace.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT

Sinodo italiano:è accaduto un vero inaspettato evento dello Spirito!

Non è facile descrivere che cosa è stata, per chi vi ha preso parte, la Seconda assemblea nazionale del Cammino sinodale della Chiesa in Italia. 

Il risultato del voto della Mozione è la seguente: 854 i votanti, con 835 favorevoli; 12 contrari; 7 astenuti. Componevano l'Assemblea anche  167 vescovi


Andando con ordine. Prima della partenza per Roma (31 marzo), l’attesa dei delegati era quella di lavorare su un testo contenente 50 proposizioni prodotte a partire dallo Strumento di lavoro e dalle sintesi che le diocesi avevano inviato (a inizio marzo) dopo un’ultima fase di confronto sulle schede dello stesso documento. Le proposizioni – genere previsto dal regolamento e forse poco noto a molti dei partecipanti – avrebbero dovuto rappresentare, in una sintesi estrema, una sorta di «indice ragionato» delle questioni fondamentali emerse lungo i quattro anni del Cammino.
I vincoli previsti per il confronto (nei gruppi di lavoro) esprimevano la convinzione della Presidenza del Cammino sinodale di giungere – con pochi emendamenti – alla formulazione definitiva delle proposizioni, che nella mattina conclusiva (3 aprile) dovevano essere votate. Una volta approvate, sarebbero state consegnate alla Assemblea generale della CEI di maggio, ultimo passo prima della redazione del documento finale. Questo era il programma.

Ma qui è successo qualcosa di inatteso....

La descrizione dell'evento fatta da Marco Bernardinoni è a questo link:

https://www.settimananews.it/sinodo/sinodo-italiano-serve-ancora-tempo/

Nella V Domenica di Quaresima abbiamo pregato così ...

Il nostro albero di Pasqua le foglie di diverso colore seguono l'ordine di quelle del simbolo dell'Anno Santo e sopra riportano il logo di ciascuna domenica come sotto indicato 

Il nostro cammino in questa Quaresima

I Domenica

II Domenica

III Domenica

IV Domenica

V Domenica

Credo in chi?

Credere alle sue promesse

Credere al Dio della vita

Credere è fraternità e condivisione

Credere nella misericordia


Introduzione

Siamo giunti alla V domenica di Quaresima, oggi la Scrittura ci esorta a credere al Dio della Vita e della Misericordia, alle sue promesse, alla vita nuova che ci dona ogni giorno. Nel racconto evangelico dell’adultera, con l’opera proiettata di Ernani Costantini della nostra Chiesa, Gesù posto davanti al tranello dei farisei di seguire o meno la stretta osservanza della Legge di Mosè, ossia la lapidazione, sceglie una terza strada, la misericordia, guarda con amore la donna disperata e terrorizzata, la perdona non la scusa, soprattutto ricorda che nessuno è giusto davanti a Dio che non vuole “la morte del peccatore, ma che si converta e viva" (Ez 33,11).

La misericordia apre alla fiducia e questa porta alla speranza, ma tenendo sempre presente che la conversione è un’assunzione di responsabilità ed un impegno al rinnovamento continuo. Nella prima lettura allo sconforto del popolo di Israele, in esilio e deportato in Babilonia, che rischiava di ancorarsi al passato, alla ligia obbedienza della Legge per non soccombere e disperdersi, il profeta Isaia ricorda con forza che Dio è il Dio della Vita, che ri-crea nuovamente ogni strada, ogni via, annunciando: “Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” (Is 43,19).

Misericordia, fiducia nel Dio della Vita, speranza, perdono, conversione questo è quanto le Scritture ci invitano a meditare. 


Intenzioni Penitenziali

Signore Gesù, perdonaci quando, chiusi nel nostro egoismo, non abbiamo accolto il tuo perdono e la tua misericordia

Signore pietà  

Cristo Gesù, ti chiediamo perdono per tutte quelle volte che abbiamo giudicato e avremmo voluto scagliare pietre verso i nostri fratelli e sorelle dimenticando la sollecitudine e la vicinanza fraterna

Cristo pietà

Signore Gesù perdonaci quando siamo rimasti ripiegati sul nostro passato, incapaci di vedere la strada nuova che Dio ha preparato per noi

Signore pietà   


Preghiere dei Fedeli 

Dio della Vita sostieni il nostro papa Francesco, donagli sollievo nel corpo e nello spirito, guida l’Assemblea sinodale delle Chiese in Italia perché sia sempre aperta al dialogo, alla condivisione e all’ ”ascolto obbediente dello Spirito” (Messaggio dei partecipanti a Papa Francesco, 3 aprile 2025) preghiamo

Signore, convertici al tuo amore

Dio della Misericordia ti preghiamo per tutti i paesi martoriati dalla guerra, per la Terra Santa, L’Ucraina, il Congo, il Sud Sudan, per il Myanmar, fa si che la diplomazia, gli scambi e gli aiuti umanitari internazionali, possano far tacere le armi ed i bombardamenti

Signore, convertici al tuo amore

Per i sofferenti nel corpo e nello spirito perché la Misericordia e l’amore del Dio della Vita siano sempre con loro. Signore ti ringraziamo per tutti i curanti ed il Mondo della sanità, che in questi giorni, insieme agli Ammalati, celebrano il Giubileo della speranza, per i medici, i ricercatori, gli infermieri, tutti gli operatori sanitari, i volontari, i parenti ed amici che instancabilmente si prendono cura con forza, passione e pazienza dei nostri fratelli e delle nostre sorelle sofferenti, preghiamo

Signore, convertici al tuo amore

Per tutti noi qui riuniti, per tutti i nostri fratelli e sorelle che non hanno potuto essere qui con noi, perché le nostre relazioni siano orientate alla condivisione, alla fraternità, alla cura e possiamo camminare insieme verso la Pasqua del Signore nostro Gesù Cristo, preghiamo 

Signore, convertici al tuo amore

 

Antifona di Comunione

Preghiamo insieme con l’antifona di comunione che sottolinea la continuità e l’unità della celebrazione: dalla mensa della Parola alla mensa Eucaristica. 

“Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. “Nessuno, Signore.”. “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.  (Gv8,10-11)

Il Foglietto "La Risurrezione" di Domenica 6 aprile



 

V Domenica di Quaresima – Gv 8,1-11 – Credere nella misericordia

Undici versetti certamente scritti da Luca che creavano problemi seri alla Chiesa delle origini. Per un intero secolo sono stati totalmente espunti da ogni codice; per cinque secoli non è apparso nella Liturgia e fino al decimo secolo nessun Padre di lingua greca l’ha mai commentato. Questa pagina del Vangelo oggi non disturba meno di ieri. 


Questa quaresima ci ha posto inizialmente davanti ad una domanda: credo in chi? Ci ha poi proposto di credere alle promesse di un Dio che dona “vita” invitando alla fraternità e alla condivisione.

Al termine di questo cammino la Liturgia propone un Evangelo imbarazzante nel quale appare la violenza del pensarsi padroni con la proterva sicurezza di poter irridere la misericordia di Dio, il convincimento di poter tranne in inganno chiunque a fronte di un silenzio assordante. In opposto c’è il movimento di un chinarsi e di un rialzare lo sguardo che intuisce la vita in movimento, che ode il mormorio sottile del soffio dello Spirito, che conferma la ricchezza e la fecondità inesauribile delle promesse del Padre.

Undici versetti certamente scritti da Luca che creavano problemi seri alla Chiesa delle origini. Per un intero secolo sono stati totalmente espunti da ogni codice; per cinque secoli non è apparso nella Liturgia e fino al decimo secolo nessun Padre di lingua greca l’ha mai commentato. Agostino nel IV secolo motiva il perché di questo imbarazzo: si pensava che l’indulgenza di Gesù verso un’adultera, che non fa cenno di pentimento, potesse mettere in pericolo l’unità coniugale. Alla fine questo brano trova collocazione nel capitolo 8 dell’Evangelo di Giovanni, ma il suo habitat “naturale” è alla fine del capitolo 21 di Luca.

 

Scribi e farisei mentre Gesù insegna al popolo che si era stretto attorno a lui, irrompono per “metterlo alla prova” cioè per tentarlo: è il verbo che l’evangelista usa per le azioni del diavolo. C’è dileggio nei suoi confronti chiamandolo “Maestro” e c’è disprezzo per la donna “sorpresa in flagrante adulterio”. Se l’indicazione della Legge era quella della lapidazione, si era nella fase dello “sposalizio” che avveniva appena dopo i 12 anni. Se fosse stato in quella delle “nozze” (che iniziava dopo un anno da quell’evento e segnava l’inizio della convivenza), la pena avrebbe dovuto essere lo strangolamento.

La legalità qui diventa pretesto per irridere, è un pretendere di possedere la “verità”, il pensarsene padroni che sta alla radice della violenza contro la misericordia che Gesù annunciava. 

Gesù si china. Per tre volte, in forme diverse, è ripetuto questo verbo mentre tutti, la donna e gli accusatori, rimangono eretti, in piedi. Gesù invece rimane in basso, nella posizione del servo, non in quella del giudice che guarda dall’alto in basso chi si ritiene abbia sbagliato. La nostra traduzione dice che a un certo punto si alza. Non è così, il verbo usato rimane sempre lo stesso: quello dell’alzare lo sguardo mentre rimane seduto e alla fine guarda quella ragazza. Non giudica, non guarda il peccato commesso, gli preme il destino di chi l’ha commesso, le dà fiducia, le chiede un’assunzione di responsabilità: “va, non peccare più”. Il suo gesto di misericordia non è senza rischi: ha dato fiducia anche agli accusatori richiamandoli ad essere onesti con se stessi; non condanna neppure loro.

Alla fine non rivendica il suo successo correndo il pericolo di legare a sé la donna attraverso la sua gratitudine e semplicemente si allinea a quello che hanno fatto gli accusatori: “Nemmeno io ti condanno”. Le chiede di riprendere il suo cammino, di rinnovare la sua vita, le offre la possibilità di ricominciare in una nuova direzione dopo la caduta.

Per la Scrittura nessuno è senza peccato; le Tavole della Legge scritte con il dito di Dio sono date, rotte e ridonate (Es 32): per questo sono misericordia. Il peccato non porta Dio ad annullare l’Alleanza, ma a riproporla sempre di nuovo rinnovandola.

Gesù non condanna nessuno, perché Dio Padre l’ha mandato non per giudicare e castigare, ma per dire che Dio è più grande di ogni nostro peccato. Con tale atteggiamento nei confronti dei peccatori, egli opera una liberazione che non ha niente a che fare con il permissivismo: infatti sa bene che il peccato conduce alla morte, come l’adulterio porta alla lapidazione. Ma indica un’altra strada, dona una nuova vita: “neanch’io ti condanno”.

Questa pagina del Vangelo oggi non disturba meno di ieri. Non lascia tranquilli coloro che continuano ad arrogarsi il diritto, dal fortino inattaccabile del loro perbenismo, di scagliare pietre non più con le mani, ma diffamando, isolando, pronunciando giudizi severi, alimentando diffidenze, diffondendo pettegolezzi. Gesù non tollera che qualcuno scagli queste pietre dolorose e crudeli contro chi si regge a stento, piegato sotto il peso dei propri errori.

Il compito che deve essere assunto è tutt’altro, è l’affiancarsi loro per sostenerli nell’avvio di un percorso nuovo, diverso da quello fino a quel momento condotto.

Credere in Dioalle sue promesse perché è il Dio della vita nella fraternità e nella condivisione della misericordia.

(BiGio)

Da Al-Banna ad Al-Sharaa. L'Islam politico tra quietismo, jihad e prove di governo

Scoperto campo di sterminio in Messico. La Chiesa reagisce: “Vicini a tutte le vittime e ai familiari”

In Messico scoperto un campo di sterminio legato ai cartelli della droga. La Chiesa sostiene le vittime e promuove il progetto di pace, accompagnando le madri dei desaparecidos e denunciando la violenza dilagante


Orrore indicibile, anche in un Paese in cui la violenza è il pane quotidiano. Ma anche indignazione, voglia di dire basta, tanti piccoli eppure visibili segni di speranza, che arrivano dalle coraggiose madri delle persone scomparse, dalla società civile, dalla Chiesa, che con il Progetto nazionale di pace sta seminando in modo diffuso, a livello territoriale, e al tempo stesso in profondità. Nel fine settimana, il Messico si è fermato in una reazione corale dopo l’ultima, terribile scoperta: quella di un vero e proprio campo di concentramento e sterminio della criminalità organizzata, in particolare del potentissimo cartello Jalisco Nueva Generación, nel ranch Izaguirre, situato nel Comune di Teuchitlán, nello Stato di Jalisco, nel Messico centrale. C’erano tracce di persone detenute in condizioni disumane e forni crematori clandestini per bruciare i corpi delle vittime.

L'articolo di Bruno Desidera è a questo link:

https://www.agensir.it/mondo/2025/03/17/scoperto-campo-di-sterminio-in-messico-la-chiesa-reagisce-vicini-a-tutte-le-vittime-e-ai-familiari/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=la-newsletter-di-agensir-it_2

Alluvioni e siccità? Inevitabili e Venezia marcirà in 60 anni


 

Les Morts de la Rue: a Bruxelles la spoon river dei senza dimora

Un gruppo di volontari ha creato nella capitale belga una rete informale che si attiva ogni volta che un homeless muore per strada, al fine di garantire una sepoltura degna e coltivarne la memoria. Alcune “pietre d’inciampo” ne ricordano nomi. Un servizio della rivista di strada Scarp de’ tenis rivela che a Bruxelles i senzatetto sarebbero 10mila


L’idea nasce nel corso delle manifestazioni per la Giornata mondiale di lotta alla povertà del 2005, a Bruxelles. Un gruppo di persone senza dimora arriva con una finta bara e legge una lista di nomi di homeless morti. I partecipanti ammutoliscono e iniziano a riflettere. Secondo Servais, che lavora per la onlus Diogènes “è stato un momento di presa di coscienza – che ha portato alla creazione del collettivo – perché prima le persone senza dimora non morivano, semplicemente sparivano”. Oggi, invece, i volontari di Les Morts de la Rue hanno creato una rete formale e informale che li avvisa ogni qualvolta una persona che vive per strada (o che ci ha vissuto in passato) viene a mancare. A quel punto, parte la macchina organizzativa.

L'articolo di Paolo Riva è a questo link: 

https://www.agensir.it/europa/2025/03/31/les-morts-de-la-rue-a-bruxelles-la-spoon-river-dei-senza-dimora/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=la-newsletter-di-agensir-it_2

La denatalità non si combatte a colpi di bonus.

Dietro il drammatico e costante calo delle nascite, ci sono decenni di politiche per la famiglia mal calibrate. E ora il punto di non ritorno per la previdenza e le pensioni è dietro l’angolo. Conversazione con il docente e demografo della Cattolica di Milano, Alessandro Rosina


Il punto è che “abbiamo meno giovani in grado di diventare genitori: i salari in Italia sono bassi a fronte di un costo della vita alto in tutta Europa. E poi c’è tanta incertezza sul futuro. Il che pone molte coppie nelle condizioni di rinunciare ad avere un figlio. Purtroppo questa è la realtà dei fatti”. Va bene, ma come la mettiamo con i conti del welfare? Con la previdenza? Con la spesa pensionistica? Anche qui il problema c’è, ed è piuttosto grosso. “Il punto di non ritorno è vicino ...

L'intera conversazione con Alessandro Rosina a cura di Gianluca Zapponini è a questo link:

https://formiche.net/2025/03/nascite-istat-natalita-giovani-welfare-previdenza-rosina/#content

Assemblea sinodale. Castellucci: la Chiesa è vivace, non siamo in alto mare

Al briefing sui lavori, in corso Vaticano, della seconda assise delle Chiese in Italia, è emersa una spiccata dinamicità di confronto che si sta esprimendo anche attraverso alcune critiche alle cinquanta Proposizioni attorno alle quali fino a domani, 2 aprile, proseguirà il lavoro nei gruppi in vista della votazione di giovedì. Tra i temi al vaglio, l'integrazione delle persone che soffrono a causa delle proprie relazioni affettive e la corresponsabilità delle donne nelle diocesi


Un’assemblea vivace, segno che la Chiesa italiana è viva. È l'immagine restituita stamani, 1 aprile, nell'atrio dell'Aula Paolo VI in Vaticano, dai vertici del Comitato Nazionale del Cammino sinodale nel briefing con i giornalisti sulla Seconda Assemblea sinodale delle Chiese in Italia (la seconda dopo quella di novembre scorso nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura). Monsignor Erio Castellucci e monsignor Valentino Bulgarelli - rispettivamente presidente e segretario del Comitato -, e don Gianluca Marchetti, sottosegretario della CEI, hanno illustrato il metodo di lavoro, il clima del confronto tra presuli, delegati diocesani e invitati, le prossime tappe. Su sollecitazione dei cronisti, anche qualche accenno ad alcune delle questioni che hanno ricevuto più critiche. 

L'articolo di Antonella Palermo è a questo link:

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2025-04/seconda-assemblea-sinodale-briefing-cei-vescovi.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT

Assemblea Sinodale: Proposizioni senza gioia

È in corso di svolgimento a Roma la II Assemblea sinodale delle Chiese in Italia che, questa mattina, ha avviato il confronto con le 50 Proposizioni raccolte sotto il titolo «Perché la gioia sia piena». I limiti evidenti di questo testo, per riferimento alla dimensione liturgica della vita della Chiesa, sono stati messi in evidenza ieri da un articolo di Andrea Grillo (cf. qui).


A quanto si apprende, anche in aula sinodale le Chiese reali italiane (vescovi compresi) si sono espresse criticamente rispetto alle Proposizioni: sia per ciò che concerne il loro contenuto, sia per quanto riguarda il metodo scelto per redarle (poco trasparente e, quindi, in contraddizione con quello stile sinodale che papa Francesco richiede da tempo alla nostra Chiesa locale).

L’impressione che si ha nel leggerle è che esse abbiano ben poco a che fare con qualsiasi forma di sinodalità – essendo decisamente distanti non solo dai testi delle Chiese continentali che hanno istruito la fase di inizio del Sinodo sulla sinodalità della Chiesa cattolica, ma anche dal lavoro conclusivo che ne è scaturito e che papa Francesco ha fatto suo così come era. Alla libertà evangelica del ministero petrino non sembra dunque corrisponderne altrettanta da parte degli uffici centrali della CEI – rispetto ai quali un gran numero di confratelli nell’episcopato sta facendo davvero fatica a riconoscersi.

La riflessione di Marcello Neri è a questo link:

https://www.settimananews.it/sinodo/cei-sinodo-proposizioni-senza-gioia/?fbclid=IwY2xjawJZviJleHRuA2FlbQIxMQABHTsOT-uV9lj611VfyhaJhAaOu1I4ZUjcB9x6sQyN9vP72EtjunBg2Bwp1g_aem_KnWOoUjzKHLXFAgAOYb7Ag

Sindrome di Down. Il videomusical di CoorDown per l’inclusione delle persone nei luoghi decisionali

“No decision without us” è il video musicale lanciato da CoorDown in occasione dell'odierna Giornata mondiale della sindrome di Down per rivendicare la presenza delle persone con disabilità nei luoghi in cui si prendono le decisioni. La presidente Martina Fuga: “No passi indietro in tema di inclusione e partecipazione"


Un trascinante videomusical per rivendicare la presenza delle persone con disabilità nei luoghi in cui si prendono le decisioni relative alle autonomie personali e ai diversi aspetti della vita sociale e civile. Si tratta di No decision without us, la campagna di sensibilizzazione internazionale lanciata da CoorDown in occasione del 21 marzo, Giornata mondiale della sindrome di Down. L’inclusione non sarà mai possibile se il mondo continuerà ad essere disegnato da “pochi” per “pochi”, sostiene il Coordinamento. Secondo l’Oms, almeno un miliardo di persone, il 15% della popolazione globale, vive una condizione di disabilità e di esclusione.

L'articolo di Giovanna Pasqualin Traversa è a questo link:

https://www.agensir.it/mondo/2025/03/21/sindrome-di-down-il-videomusical-di-coordown-per-linclusione-delle-persone-nei-luoghi-decisionali/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=la-newsletter-di-agensir-it_2

Censis, quale ruolo per i cristiani nella società contemporanea

Con due interviste a Massimo Cacciari e Fabio Rosini la presentazione del rapporto presentato dall'istituto di ricerca socioeconomica nella Basilica di San Giovanni in Laterano. La necessità di un'alleanza tra i pensanti, prima ancora che tra credenti e non credenti, per contrastare il “paradigma tecnocratico".


Lo spirito di Teilhard de Chardin, il poliedrico gesuita di cui in questi giorni si celebrano i 70 anni dalla morte, ha aleggiato dall’inizio alla fine dell’incontro che si è svolto stamattina nella basilica di San Giovanni in Laterano. “La responsabilità della speranza e il lavoro dello spirito” era il tema dell’evento che, partendo da una recente ricerca del Censis, ha spinto al confronto diversi e prestigiosi relatori, da Giuseppe De Rita a Massimo Cacciari, da padre Antonio Spadaro a don Fabio Rosini a Andrea Riccardi. L’espressione “lavoro dello spirito” nasce da Max Weber, ha ricordato il filosofo Massimo Cacciari (che l’ha usata come titolo di un saggio pubblicato nel 2020 da Adelphi) che concorda con De Rita, e quindi con De Lubac citato spesso da Francesco, che lo spirito sia proprio il padre dell’unità, dell’armonia. La sua è una riflessione «da non credente» commenta parlando ai media vaticani, «e da persona consapevole che oggi ci ritroviamo di fronte a una sfida enorme: il dominio dell’uomo tecnico e dell’homo oeconomicus sull’homo politicus. Nel modello weberiano si presumeva che non solo vi fosse l’homo politicus, ma che vi fosse una élite politica in grado di interpretare le tendenze dell’epoca. Oggi questo non avviene più ...

L'articolo di Guglielmo Gallone è a questo link:

Adolescence, la youth revolution e il futuro sismico del pianeta

Disagi, angosce giovanili ed i rapporti fra figli e genitori che fanno da sfondo alla serie televisiva Adolescence prefigurano anche una sorta di nuova rivendicazione generazionale, tecnologicamente e culturalmente molto diversa dal mitico 1968.


Il nome, la sigla, gli slogans ancora non ci sono, ma il lievito é in fermento da mesi. Ed è il lievito esistenziale delle generazioni post 2000 che si stagliano sullo sfondo delle seguitissime puntate televisive di Adolescence. Lì muove la nebulosa delle speranze, dell’immaginazione, la rabbia per le delusioni e l’impulso di cambiare il mondo prima che il mondo cambi per sempre loro.

The youth revolution é in progress, pronta a scattare con un link, un post, un selfie oppure un Whatsapp sull’universo di siti di manosphere ed a strabiliare psicologi, sociologi, opinionisti e storici che constateranno quanto siano superate e obsolete le analogie col 1968, tirate fuori dai cassetti della memoria e della malinconica nostalgia per una pur entusiasmante stagione di profezie e sogni solo in piccola parte realizzatesi. No, la new youth revolution non é un nuovo ’68, ma una scossa politico culturale glocal, globale e locale, destinata a ...

L’analisi di Gianfranco D’Anna è a questo link:

https://formiche.net/2025/03/adolescence-la-youth-revolution-e-il-futuro-sismico-del-pianeta/#content

Ora c'è un motivo in più per il salario minimo

 Ora c’è un motivo in più per auspicare l’introduzione di un salario minimo legale. E viene da una sentenza della Corte di Cassazione


Ora c’è un motivo in più per auspicare l’introduzione di un salario minimo legale, ed è molto serio. La Corte di Cassazione ha sentenziato che anche la retribuzione minima stabilita dal contratto collettivo di categoria sottoscritto dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative è soggetta al sindacato giudiziale di rispetto dei criteri di sufficienza e proporzionalità di cui all’articolo 36 della Carta costituzionale e, ove non conforme, debba essere sostituita con la retribuzione stabilita dal contratto collettivo della categoria “più affine”. Questo implica che i giudici possono svolgere – e in alcuni casi hanno già svolto – una funzione di supplenza, fissando i minimi retributivi e orientando anche le aziende verso la scelta di un Ccnl piuttosto che un altro...

L'articolo di Marco Leonardi è a questo link:

10 anni di Koinokia. Una casa comune per i giovani

Koinoikia, esperienza di vita comunitaria per giovani a Roma, promuove autonomia e discernimento spirituale. Nata nel 2015, offre condivisione, preghiera e responsabilità, accompagnando i partecipanti nella crescita personale e nella transizione verso la vita adulta


A Roma da un po’ di tempo circola una parola strana, che risveglia ricordi nostalgici in chi da adolescente ha frequentato il liceo classico, e dunque ha serbato nella memoria una qualche infarinatura di greco…

“Come hai detto che si chiama l’esperienza? Koinonia?”
“No: Koinoikia!”
“Ah, ma è una parola nuova, no?”

Infinite volte ho avuto questo esatto scambio di battute: laddove l’altro, per i suoi retaggi classici, immaginava si trattasse della parola che in greco significa comunionecomunità (koinonia, appunto), qui sia il termine in questione che la realtà che esso designa sono nuovi, sebbene vicini a quanto inteso dall’altro. “Koiné” e “oikia”, per crasi “Koinoikia”, ovvero “Casa comune”, ma anche “Casa in comune” o, meglio, “Casa comune per la comunione”: la proposta di vita comunitaria rivolta ai giovani di Roma, che dall’1 marzo 2015 a oggi ha visto l’apertura di nove Case a Roma sud, tra il Torrino, Mostacciano, Tor Marancia e la Garbatella.

L'articolo di Alessandro Di Medio è a questo link:

https://www.agensir.it/chiesa/2025/03/13/una-casa-comune-per-i-giovani/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=la-newsletter-di-agensir-it_2

La morsa del debito. Un peso e due misure: il doppio fardello del Sud del mondo

Il debito estero grava sullo sviluppo dei Paesi poveri. Il Papa - ancora una volta in occasione del Giubileo - ha richiamato le Nazioni ricche a intervenire "cancellando o riducendo quanto più possibile" il fardello che genera a sua volta povertà e ingiustizia planetaria. Diversi organismi cattolici hanno lanciato la campagna "Cambiare la rotta" con una proposta chiara: non basta rinegoziare i pagamenti, bisogna ridurre in maniera significativa il peso del debito per permettere ai Paesi di investire nel proprio futuro


È un paradosso dei nostri tempi: le Nazioni meno responsabili delle emissioni di gas serra sono quelle che subiscono le conseguenze più devastanti del cambiamento climatico. Mentre il Nord globale continua a prosperare, il Sud globale è intrappolato in una morsa di debito e crisi ambientale. Secondo il Climate Vulnerable Forum, questi Paesi perdono annualmente il 20% del loro Pil a causa dei danni climatici, mentre il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale avvertono che oltre il 60% delle economie in via di sviluppo sono a rischio di crisi debitoria. Una situazione che non può essere più ignorata, soprattutto considerando che le risorse che dovrebbero essere impiegate per adattarsi alla crisi climatica vengono invece dirottate per ripagare prestiti contratti in condizioni spesso inique.
Per fare fronte a questa emergenza, nel 2020 il G20 ha introdotto il Common Framework for Debt Treatments, una misura che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto offrire ai Paesi più poveri un percorso per la ristrutturazione del loro debito. Tuttavia, la sua applicazione si è rivelata lenta e inefficace. Il problema principale è che ...

L'articolo di Giovanni Rocca è a questo link:

https://www.agensir.it/mondo/2025/03/13/la-morsa-del-debito-un-peso-e-due-misure-il-doppio-fardello-del-sud-del-mondo/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=la-newsletter-di-agensir-it_2