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Il Credo di Nicea, carta d’identità del cristiano

Pubblicato dalla Commissione Teologica Internazionale il documento “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore – 1700° anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea (325-2025)” dedicato all’assise passata alla storia per il Credo che proclama la fede nella salvezza in Gesù Cristo e nel Dio Uno, Padre, Figlio e Spirito Santo. Quattro capitoli nel segno della promozione dell’unità dei cristiani e della sinodalità nella Chiesa



Il prossimo 20 maggio il mondo cristiano farà memoria dei 1700 anni dall’apertura del primo Concilio ecumenico, quello svoltosi a Nicea nel 325, passato alla storia principalmente per il Simbolo che raccoglie, definisce e proclama la fede nella salvezza in Gesù Cristo e nel Dio Uno, Padre, Figlio e Spirito Santo. Completato poi dal Concilio di Costantinopoli del 381, il Credo di Nicea è divenuto nella pratica la carta d’identità della fede professata dalla Chiesa.

Il testo del documento è a questo link:

https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2025-04/documento-concilio-ecumenico-di-nicea-commissione-teologica.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT


La presentazione e la sintesi del Documento è a questo link:

https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2025-04/documento-concilio-ecumenico-di-nicea-commissione-teologica.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT

Tutti siamo un po' disperati ma la speranza è un'avventura

Questa è un'epoca caratterizzata da un forte senso della precarietà del presente e dell'incertezza del futuro, un tempo in cui l'incognito che ci sta davanti spaventa per la sua imprevedibilità e, insieme, per gli orizzonti asfittici che lo caratterizzano: il nostro è un "mondo in fuga", come lo ha definito Anthony Giddens, un mondo che sembra sfuggire al nostro controllo e impedirci di capire dove stiamo andando. Questa situazione provoca un'angoscia profonda, che pare confermata anche da un rapido sguardo alle situazioni di guerra, miseria e oppressione in atto in varie parti del mondo.


Non va d'altra parte dimenticato che questo è anche il tempo abitato da chi, come tanti uomini e donne della mia generazione, ha vissuto una grande stagione di speranza umana e cristiana; oggi, però, le ideologie politiche per alcuni e le utopie sociali per altri sono venute meno, mentre le attese destate nei cristiani dal Concilio Vaticano II appaiono in massima parte frustrate. Le speranze in un mondo più segnato da pace e giustizia, in una chiesa più evangelica, sembrano smentite; al contrario, nel nostro vissuto quotidiano siamo costretti a subire, con una certa impotenza, il dilagare della barbarie, che invade anche la sfera privata: la banalizzazione dei temi della giustizia e della legalità, la giustificazione dell'ineguaglianza, la glorificazione del più forte, il rifiuto di ogni orizzonte comunitario, l'esaltazione della competizione selvaggia, la legge della forza che si sostituisce alla forza della legge, e si potrebbe continuare a lungo. Questa è un'ora di grande depressione e nel mondo, come osservano gran parte dei sociologi, manca la...

La recensione di Enzo Bianchi continua a questo link:

https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202502/250215bianchi.pdf

il 24 maggio saranno 1700 anni da Nicea. “Amore e unità sono le grandi parole del nostro tempo”

Ricorrono quest’anno i 1.700 anni del Primo Concilio Ecumenico di Nicea ed è in corso oggi a Roma una Giornata di studio in cui sarà presentato un Documento dedicato a questo anniversario dal titolo “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore”. Mons. Coda: Nicea "indica ancora oggi che la forma sinodale di vivere la Chiesa, cioè l'incontro, il dialogo, l'ascolto, è l'unica strada attraverso la quale si superano le polarizzazioni, non eliminando le differenze, ma portandole su un livello più alto”


Poco conosciuto. A volte ignorato. Eppure, il Concilio Ecumenico di Nicea rappresenta una pietra miliare nel cammino della Chiesa e anche dell’intera umanità perché è riuscito a formulare – nonostante punti di vista e opinioni differenti – una professione di fede in Gesù in cui ancora oggi si riconoscono tutti i cristiani. Abbiamo chiesto a mons. Piero Coda, teologo e segretario generale della Commissione teologica internazionale, di spiegarci il significato e soprattutto l’attualità del messaggio del 1700° anniversario del Concilio ecumenico di Nicea.

L'intervista di M. Chiara Biagioni è a questo link:

https://www.agensir.it/chiesa/2025/05/20/concilio-di-nicea-mons-coda-teologo-amore-e-unita-sono-le-grandi-parole-del-nostro-tempo/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=la-newsletter-di-agensir-it_2

Addio pluriball, arriva un rivoluzionario packaging in cartone che protegge i tuoi pacchi senza inquinare

Hexpand, la soluzione di imballaggio sostenibile per ridurre i rifiuti e proteggere i pacchi: fatto di semplice cartone ondulato si adatta ai tuoi prodotti e semplifica la logistica



Hexpand è un sistema di imballaggio sostenibile che promette di ridurre drasticamente i rifiuti. Questo sistema utilizza del cartone ondulato progettato per estendersi e avvolgere i prodotti, eliminando la necessità di pluriball, cuscini d’aria o altro materiale di riempimento. Il cartone si espande per mantenere l’oggetto sospeso, proteggendolo efficacemente dagli urti durante il trasporto. Inoltre,  è 100% riciclabile, una vera alternativa agli imballaggi di plastica che finiscono nei rifiuti.

L'intero articolo di presentazione a cura di Ilaria Rosella Pagliaro è a questo link:

https://www.greenme.it/ambiente/rifiuti-e-riciclaggio/addio-pluriball-arriva-un-rivoluzionario-packaging-in-cartone-che-protegge-i-tuoi-pacchi-senza-inquinare/

Una proposta di riforma della caccia semplicemente stomachevole.

Una proposta di legge solo a favore dei cacciatori, in danno della fauna selvatica e della sicurezza pubblica degli Italiani.


La caccia verrà definita come una “attività sportivo-motoria con importanti ricadute” sociali, culturali ed economiche (articolo 1, comma 2) che “concorre alla tutela della biodiversità e dell’ecosistema” (articolo 1, comma 1). Uno stravolgimento della realtà che mira a rendere ogni misura a favore della caccia come coerente con i principi costituzionali. Da questo punto di vista, la nuova legge – se entrasse in vigore così com’è scritta – liberalizzerebbe le peggiori pratiche contro l’avifauna ...

L'analisi della proposta di legge del ministro Lollobrigida a cura del "Gruppo di Interventoi Giuridica" è a questo link:

https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2025/05/18/una-proposta-di-riforma-della-caccia-semplicemente-stomachevole/

Creare nuovi ministeri

“Creatività e coraggio” (Theobald) sono le due parole che hanno attraversato il convegno internazionale organizzato dall’Istituto Superiore di Pastorale e Catechetica, a Parigi, dal titolo “Istituire nuovi ministeri, un’urgenza missionaria” (17-20 febbraio 2025).


Sì, creatività e coraggio prima di tutto nel guardare alla crisi della Chiesa generata dal clericalismo e dalla terribile piaga degli abusi: una crisi da riconoscere come appello del Signore, oltre una lettura solamente sociale ed umana. Serve osare infatti una lettura teologica, capace di aprirsi alla rivelazione di Cristo, in questo tempo (mons. J. Beau). Abbiamo bisogno di ritrovare nella carità il fondamento e la sorgente della vita ecclesiale: in forza di questa sorgente, il Corpo di Cristo non può essere articolato semplicemente per funzioni, pena la sua burocratizzazione, perché “l’altro” è e rimane un soggetto, ed è nel rapporto tra persona e persona che il corpo ecclesiale cresce.

Soggetto e carità: ecco i due poli attorno a cui verificare ogni ministero nella Chiesa, perché qui risiede la loro unica radice. Non ci si può, dunque, ridurre a “chi fa cosa” attorno all’altare; si tratta di incontrare i bisogni della vita, per raccoglierli poi attorno al Cristo risorto: è questa la direzione per ridefinire il ministero ordinato e per mettere sempre più a fuoco quello istituito e di fatto...

Il report di 

Anselm Grün: «La depressione è il grido di aiuto dell'anima»

Per il monaco benedettino «oggi ci siamo anestetizzati al male degli altri e sentiamo la pressione di dover essere perfetti. I manuali non aiutano, anzi: il pericolo è la frustrazione»


«Nei miei scritti evito di dare consigli, ma descrivo la vita per quello che è. E cerco di presentare la tradizione cristiana come “arte di vivere in modo sano”. Poi cerco di mettere le persone in contatto con la saggezza della loro anima. E questa riflette la saggezza di una sana spiritualità cristiana». Mentre chi si presenta come dispensatore di guide per risolvere ogni problema della vita quotidiana spesso genera solo «frustrazione ». Ecco perché il monaco benedettino Anselm Grün, 80 anni da poco compiuti, è uno dei maggior autori di spiritualità del nostro tempo. Psicologo, guida spirituale e conferenziere è apprezzato anche nell’ambito manageriale ed economico. Nell’abbazia dove risiede, Münsterschwarzach, in Baviera, è stato a lungo responsabile della gestione delle attività economiche (al monastero sono legate 20 picccole aziende che danno lavoro a 300 persone). Ci parla in occasione della riproposta da parte delle edizioni San Paolo del suo Per vincere il male (pagine 126, euro 10,00).


L'intervista di Gianni Santamaria è a questo link:

https://www.avvenire.it/agora/pagine/depressione-grido-di-aiuto-dellanima

Verso un rito liturgico amazzonico

Uno degli aspetti più interessanti, dal punto di vista ecclesiale, del cammino della Chiesa amazzonica di questi ultimi anni è il tentativo di realizzare un rito amazzonico, conforme al desiderio espresso da papa Francesco durante il Sinodo sull’Amazzonia (2019), di una Chiesa dal volto amazzonico.

Per molti secoli, numerose comunità ecclesiali incarnate nel territorio, hanno cercato di esprimere e vivere la propria fede, secondo le culture dei loro popoli. Il Sinodo amazzonico ha riconosciuto queste pratiche e accolto questa aspirazione, incaricando la Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia (CEAMA) di creare una commissione per elaborare un rito amazzonico.

Il nuovo organismo della Chiesa in Amazzonia ha costituito una commissione competente per studiare e discutere, secondo i costumi e le tradizioni dei popoli ancestrali, l’elaborazione di un rito amazzonico, che esprima il patrimonio liturgico, teologico, disciplinare e spirituale dei popoli presenti in Amazzonia, con particolare riferimento a quanto la Lumen Gentium afferma per le Chiese orientali (LG 23). Nelle righe seguenti riporto i contenuti del lavoro svolto da questa commissione apparsi in alcuni articoli messi a disposizione nella pagina internet della REPAM (Rete Ecclesiale Panamazzonica)...

L'articolo di Paolo Cugini continua a questo link:

https://www.viandanti.org/website/verso-un-rito-litugico-amazzonico/

Il paradosso della COP30: un’autostrada a quattro corsie nel cuore dell’Amazzonia protetta

Nel cuore dell'Amazzonia, a Belém, si terrà a novembre la COP30. Per l’occasione si è pensato bene di abbattere alberi per fare posto a una nuova autostrada a quattro corsie


La città di Belém, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana, si prepara ad accogliere a novembre prossimo circa 50 mila partecipanti alla COP30, il vertice mondiale sul clima. Per far fronte a questo afflusso senza precedenti, le autorità locali hanno avviato una serie di grandi opere infrastrutturali, ma una di queste è la costruzione di una nuova autostrada a quattro corsie che attraverserà un’area protetta della foresta pluviale
A pochi chilometri da Belém, la foresta primaria lascia già il posto a una spianata di terra smossa: qui già si intravede...

L'articolo di Germana Carillo è a questo link:

https://www.greenme.it/ambiente/il-paradosso-della-cop30-unautostrada-a-quattro-corsie-nel-cuore-dellamazzonia-protetta/

Geopolitica della fede. Come leggere il viaggio del patriarca di Belgrado in Russia

Mosca e Belgrado rinsaldano i legami religiosi e geopolitici. Nella capitale russa, Porfirije abbraccia la visione del “Russkij Mir”. Mentre in patria monta la protesta


Pochi giorni fa, il patriarca di Belgrado Porfirije si è recato in visita a Mosca per incontrarsi con onori il patriarca Kirill e il presidente Vladimir Putin. Una visita volta sì a ribadire l’unità spirituale e culturale tra i due popoli ortodossi, ma che ha avuto anche un’eco profondamente politica.

Nel corso dell’incontro, Porfirije ha ringraziato il presidente russo per la sua difesa dei “valori” tradizionali e ha evocato l’immagine della Serbia come piccola imbarcazione che naviga accanto alla “grande nave russa”. Il destino della Serbia, ha sottolineato, così come quello del Kosovo e della Republika Srpska, sarebbe legato alla posizione geopolitica della Russia, di cui il Paese balcanico è un partner storico. Accanto a lui, il vescovo Irinej di Bačka ha esplicitato...

L'articolo di Lorenzo piccioli è a questo link:

https://formiche.net/2025/05/geopolitica-della-fede-come-leggere-il-viaggio-del-patriarca-di-belgrado-in-russia/#content

Nella V Domenica di Pasqua abbiamo. Pregato così….

 

Introduzione

Anche in questa V domenica di Pasqua Gesù si fa Dio Con Noi e attraverso le letture ci indica come e perché vale la pena di seguirlo e mobilitarci con tutte le nostre forze.

Negli Atti degli apostoli come Paolo e Barnaba e i primi discepoli riceviamo la chiamata e l’esortazione al compito di annunciatori e annunciatrici dell’incredibile Novità del Vangelo e a rinnovare la fiducia nel Signore per percorrere le sue strade con coraggio.

Dalla lettura dell’Apocalisse sentiamo la forza del mistero dell’unione di Dio con il suo popolo: la forza di questa Alleanza e della Promessa che il suo Amore rinnova tutte le cose, fa risorgere in noi la Speranza che non delude.

Nel Vangelo ci viene indicato “come” amare: come lui ha amato noi, fino in fondo. Così ci invita a mettere questo amore alla radice delle nostre scelte, dei comportamenti, delle relazioni, delle prospettive e dei cammini. Egli stesso si offre come fondamento del nostro agire e non ci lascerà mai soli. L’amore degli uni verso gli altri darà il sapore alle relazioni all’interno delle comunità rendendole capaci di crescere per essere sale nel mondo. 

 

Intenzioni penitenziali

Signore, quante volte diciamo di amarti e di amare i nostri fratelli e sorelle ma poi ci blocchiamo davanti alle difficoltà dei rapporti e alle incomprensioni.  Kirie Eleisson

Cristo perdonaci se non siamo costanti nel farci piccoli e prossimi ai più bisognosi e deboli.   Criste Eleisson

Signore perdonaci se ci facciamo prendere dalla sfiducia di fronte al male di questo mondo dimenticando il tuo progetto di amore e misericordiaKirie Eleisson

 

 

Preghiere dei Fedeli

Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”. Preghiamo per tutti i cristiani e le cristiane del mondo; perché sappiano portare l’amore di Dio in questo nostro mondo verso tuttie tutte indistintamente.

Preghiamo per papa Leone XIV. Perché sappia portare avanti con coraggio, tenacia e umiltà tutte le vie possibili per portare la pace di Cristo nel mondo, come ha detto lui una pace disarmata e disarmante.

Preghiamo per tutti i fratelli e sorelle che, segnati dalle tribolazioni di questo mondo, cedono allo sconforto e alla disperazione e come Giuda rinunciano all’abbraccio di misericordia di Dio.

Preghiamo per noi, perché testimoniamo l’amore di Dio con coerenza per essere credibili agli occhi del mondo.

Preghiamo per tutte le persone che vivono in territori di guerra e conflitto.Perché il Signore aiuti i popoli a trovare strade nuove che portino ad accordi di pace duratura.

Il Figlietto “La Resurrezione” di domenica 18 maggio

 



V Domenica di Pasqua - Gv 13,31-35

Un dono che si trasforma in compito con una misura di paragone diversa, quella di una gloria che vince la morte

 

La Liturgia in queste domeniche ci ha condotto a comprendere quali sono i frutti della morte e risurrezione di Gesù, le condizioni per le quali si sviluppi nel cammino di sequela quel rapporto intimo tra noi e il Signore che ci lega a lui inscindibilmente, fino ad essere in lui una cosa sola con il Padre nel suo agire.

In questa V Domenica di Pasqua (e non “dopo” Pasqua!) si cambia il passo e la liturgia ci presenta ciò che Gesù ritiene la sintesi della sua vita che ci affida perché continuiamo a viverla come lui l’ha vissuta. Non è solo la trasmissione delle sue ultime volontà (siamo neri “discorsi d’addio”), non è una semplice eredità che ci consegna e nemmeno meramente ciò che lui ritiene essenziale. È un dono che chiede di tradursi in un compito che Gesù esprime con un imperativo “Amatevi!: ciascuno continui ad essere per l’altro ciò che io sono stato e sono per voi, il mio modo d’essere, di vivere, operare a favore di tutti ma proprio tutti”.

Giuda è appena uscito per andare ad accordarsi con i sommi sacerdoti su come arrestare il Maestro e Gesù se ne esce affermando che questo fatto lo “glorifica”. Per noi questo termine è sinonimo della fama che si ottiene quando si raggiunge una posizione prestigiosa ma, pochi giorni prima, Gesù aveva detto in cosa consiste la “sua” gloria: “E’ giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo… Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,23-24). La gloria che lo attende è il momento in cui, dando la vita, rivelerà al mondo quanto è grande l’amore di Dio per l’uomo ed è un grido di vittoria perché il male, la violenza, non ha soffocato l’amore, non hanno impedito a Gesù di perseverare nell’amate tutti, nonostante tutto. È questa l’unica gloria che egli promette anche ai suoi discepoli.

Ora e altre due volte prima di incamminarsi verso il Getsemani (Gv 15,12 e Gv 15,17) insiste: “Amatevi gli uni gli altri” e ci affida questo invito consegnandoci (“vi do”) quello che chiama un “comandamento nuovo”.

L’inculturazione del kerigma ebraico-cristiano nella cultura greco/latina ci porta a pensare che un comando è una norma (una legge) che, se non viene seguita, porta a delle conseguenze negative, anche a penali o amministrative, mentre il suo rispetto è segno di buona integrazione sociale. Di qui l’immagine di Dio con un bilancino in mano che misura le nostre infedeltà e le nostre fedeltà. Chi rispetta i Comandamenti merita il Paradiso chi, invece, li trasgredisce gli spettano le pene dell’Inferno. Ma questa è una immagine deturpata di Dio, funzionale al controllo ed alla trasmissione del consenso sociale che ancora sopravvive nonostante l’annuncio incessante che Dio è misericordia grande nell’amore. Lieta notizia che per ultimo papa Francesco ha fatto risuonare come un costante leitmotiv lungo tutto il suo ministero.

Gesù afferma che quello che ci ha donato è un “comandamento nuovo” perché rispetto ad uno simile che si trova in Levitico 19,18 “Ama il prossimo tuo come te stesso” è la misura cambia. Non è quella che usiamo verso noi stessi, ma quella che egli ha avuto per noi, quella che ha lui ha definito come la sua “gloria”. Se può essere percorribile la strada “comandata” dal Levitico, appare decisamente più ostica quella dell’amare chiunque, anche chi secondo i nostri criteri umani non lo merita o non può ricambiare; tanto meno i propri nemici. Gesù invece ha amato tutti quelli che incontrava: i poveri, i malati, gli emarginati, i malvagi, i corrotti, i suoi stessi carnefici perché solo amandoli poteva farli uscire dalla loro infelice condizione.

È l’amore gratuito e immotivato di cui ha dato prova Dio quando si è scelto il suo popolo: “Il Signore – dice Mosè agli israeliti – si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli, siete infatti il più piccolo di tutti i popoli, ma perché il Signore vi ama” (Dt 7,7-8).

Gesù segue questa via e, lasciandoci il suo esempio, ci ha affidato la costruzione di una realtà basata su un amore come il suo che si pone in alternativa a tutte le società che anche oggi imperano e si basano sulla competizione, sulla meritocrazia, sul denaro, sul potere, sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. È la “nuova alleanza” basata sull’osservanza di un unico, nuovo comandamento: l’amore al fratello, come quello di cui Gesù è stato capace e “se avrete amore gli uni per gli altri” “tutti sapranno che siete miei discepoli”.

I cristiani non sono uomini diversi dagli altri, non portano distintivi, non sventolano rosari o altri simboli religiosi; quello che li caratterizza è la logica dell’accoglienza, dell’attenzione al bisogno dell’altro, della ricerca di essere facitori di pace e portatori dell’amore gratuito quello di Gesù, quello del Padre. È questo che chi non crede dovrebbe vedere nei cristiani.

(BiGio)

 

L’inferno sudanese, ignorato dai potenti

L'ong Coopi che opera in Sudan da oltre 20 anni lancia l'allarme per quella che definisce una delle “più gravi crisi umanitarie degli ultimi decenni”. Il presidente Claudio Ceravolo nel sessantesimo dell'organizzazione sottolinea l'importanza di un sempre maggiore impegno in favore della cooperazione internazionale: "è necessario un risveglio delle coscienze per rilanciare i valori della pace"


In Sudan due anni fa, il 15 aprile 2023, scoppiava un brutale conflitto tra le Forze armate sudanesi (Saf) e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf), provocando la più grave crisi umanitaria al mondo. Una guerra però dimenticata, passata in secondo piano rispetto agli altrettanto drammatici scenari in Ucraina e a Gaza, il cui impatto in termini di sfollamento, cibo, acqua e sanità rischia di precipitare ulteriormente, investendo buona parte dell'Africa orientale e mettendo a rischio milioni di vite....

L'articolo di Stefano Leszczynski è a questo link:

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2025-04/sudan-guerra-onu-rifugiati-umanitario.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT

L'educazione al dialogo per costruire il Libano del futuro

Nonostante le difficoltà, la scuola delle Suore della carità di santa Giovanna Antida Thouret di Baabda, un quartiere a sud di Beirut, continua a promuovere la convivenza pacifica e il rispetto tra le diverse confessioni religiose. "Qui a scuola i ragazzi imparano cosa vuol dire essere diversi e come rispettarsi, non con le armi, ma con il cuore e il dialogo", dichiara ai media  Wafaa Rached, direttrice dell'istituto


I figli non sono più tornati a scuola. Un disastro per circa 200 famiglie che hanno perso la casa e abbandonato Beirut. Quando i bombardamenti israeliani in Libano si sono intensificati a inizio anno l’istituto è stato evacuato perché troppo vicino alla zona bersagliata. Una situazione che ha generato angoscia e stress fra studenti, insegnanti e genitori. Dirigenti, insegnanti e famiglie hanno perciò attivato una progetto di emergenza per aiutare i più colpiti fra loro. Così affronta le conseguenze della guerra la scuola delle ...

L'articolo di Giordano Contu è a questo link:

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2025-04/libano-scuole-educazione-dialogo.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT

Fare il male nel nome di Dio, travisando la sua Parola

 “Finché le religioni non avranno il coraggio di ammettere e dichiarare ufficialmente che il testo sacro al quale esse s’ispirano, insieme a pagine indubbiamente sublimi, contiene anche elementi spuri, scorie che ne infettano la grandezza e avvelenano l’animo di chi ispira il proprio comportamento a una scrittura ritenuta sacra, finché non ci sarà questo passo, le cosiddette “religioni del Libro” saranno sempre causa di sofferenza e di morte, in nome di Dio…”.

Finché le religioni non avranno il coraggio di ammettere e dichiarare ufficialmente che il testo sacro al quale esse s’ispirano, insieme a pagine indubbiamente sublimi, contiene anche elementi spuri, scorie che ne infettano la grandezza e avvelenano l’animo di chi ispira il proprio comportamento a una scrittura ritenuta sacra, finché non ci sarà questo passo, le cosiddette “religioni del Libro” saranno sempre causa di sofferenza e di morte, in nome di Dio. Il motivo, infatti,per il quale si è permesso, giustificato e persino comandato ogni crimine in nome di Dio, è che “così è scritto”, e le sacre scritture, da fonte di vita si trasformano in strumenti di sofferenza e di morte.

Ma non è sufficiente spurgare le scritture da arcaici elementi tribali, dalle superstizioni, dai tabù, dall’atavico odio etnico, occorre anche che quel che è stato scritto sia rettamente e continuamente interpretato, altrimenti una comprensione meramente letterale della scrittura anziché comunicare vita, può causare morte, come ben si rese conto l’apostolo Paolo (“La lettera uccide”, 2 Cor 3,6)....

La riflessione di Alberto maggi è a questo link:

https://www.illibraio.it/news/dautore/parola-dio-alberto-maggi-370185/?fbclid=IwY2xjawKD5mtleHRuA2FlbQIxMQBicmlkETFyajI2UkpLTnlyN3h4ZkNSAR6mMBOf-9Ku7HgOwb_olpYGbxwISVCvhHGmFJtVMSJegnCV95G1ypjbVOUctg_aem_8d5r49ThpASFfnAn2nQmtg


Giovani e speranza. Cosa significa sperare in una comunità che sembra non esistere più e in cui i riti sono guardati con sospetto?

L'esperienza di un consigliere nazionale del settore giovani di Ac a Parigi: "Mi ha ricordato che la comunità non si sceglie, si incontra. Non sempre come ce l’aspettiamo. La comunità non è un dato acquisito, ma un dono che si riceve ogni volta che si ha il coraggio di restare".


Avevo calcolato, ancor prima di partire, la distanza dalla parrocchia più vicina. Mi conoscevo abbastanza da sapere che, lontano da casa, avrei cercato subito rifugio nella liturgia, in quei segni e quei simboli – fedeli e universali – che ci precedono e ci uniscono: perché anche tra volti estranei, è il battesimo a radunarci come un unico popolo, chiamato a celebrare lo stesso mistero. Il giorno in cui entrai per la prima volta all’Église Saint-Pierre et Saint-Paul nel mio quartiere fui accolto da un odore d’incenso familiare, lieve e solenne. Tuttavia, quel profumo, pur così vicino ai miei ricordi, non mi avvolse in un abbraccio. L’ambiente era quello che conoscevo, eppure mi sentivo orfano. Ero lì, ma non ero ancora “di lì”. Avevo provato a colmare il divario con ...

La riflessione di Marco Pia D'Elia continua a questo link:

https://www.agensir.it/chiesa/2025/05/13/cosa-significa-sperare-in-una-comunita-che-sembra-non-esistere-piu-e-in-cui-i-riti-sono-guardati-con-sospetto/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=la-newsletter-di-agensir-it_2

La Colombia abbraccia la Cina. E fa un pessimo affare

Il governo di Bogotà ha deciso di sottoscrivere la Belt and road, con l’obiettivo di realizzare nel Paese sudamericano le stesse grandi opere che hanno finito con l’inguaiare molti Paesi. E c’è il caso dell’Ecuador. Ma non solo...


Il Sudamerica si sta cacciando nei guai. E forse non lo sa. Nel primo giorno della sua visita in Cina, il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha annunciato la firma dell’accordo della nuova Via della Seta, con Pechino. Sigliamo Belt and road, sia l’America Latina che la Colombia sono liberi, sovrani e indipendenti”, ha detto Petro mentre visitava la Grande Muraglia. “Abbiamo deciso di fare un passo avanti profondo tra la Cina e l’America Latina”.
Proprio qualche giorno fa, il presidente della Colombia aveva detto che avrebbe firmato un memorandum di intenti per entrare nella Bri e che sarebbe stato il prossimo governo a prendere una decisione finale. Ma le ultima dichiarazioni, tuttavia, sembrano raccontare un’altra verità: e cioè che Bogotà...

Il servizio di Gianluca Zapponini è a questo link:

https://formiche.net/2025/05/cina-ecuador-colombia-via-della-seta-africa/#content

Amnesty: escalation di conflitti e passi indietro su migranti, donne e crisi climatica

Presentato il Rapporto 2024-2025 sulla situazione dei diritti umani nel mondo. È crisi globale per violazioni commesse in circa 150 Paesi. Ad incidere anche l'"effetto Trump", secondo l'organizzazione. Emergenze catastrofiche a Gaza e in Ucraina, Sudan, Myanmar, Repubblica Democratica del Congo


Amnesty International si sofferma infatti su quello che definisce l’“effetto Trump”: i provvedimenti adottati nei primi 100 giorni di presidenza dal capo della Casa Bianca secondo l’organizzazione «hanno intensificato la regressione globale e tendenze profondamente radicate nel tempo». Ileana Bello, direttrice di Amnesty International Italia, cita a tal proposito «le misure del governo di Trump limitative dei fondi per gli aiuti allo sviluppo» ma anche «alcune derive già prese da diversi Stati che attuano pratiche autoritarie». Evidenzia in particolare il caso della stretta sui diritti civili in Ungheria, con «il primo ministro Viktor Orbán che ha accelerato taluni processi, cambiando norme costituzionali, limitando il dissenso e la protesta». Il riferimento è pure alla recente visita di Benjamin Netanyahu a Budapest, nonostante il mandato di cattura emesso nel novembre del 2024 dalla Corte penale internazionale contro il primo ministro israeliano, con l’accusa di crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi a Gaza, e all’annuncio dell’uscita di Budapest dall’alta corte dell’Aja...

La notizia a cura di Giada Acquilino è a questo link:

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2025-04/amnesty-international-diritti-umani-rapporto.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT

La pastorale del sommerso

La risposta alla domanda “chi è credente” e “chi non è credente” è molto complessa. Dio è vicino a chi lo cerca più di quanto si possa immaginare.

La secolarizzazione il cui processo si è intensificato con l’Illuminismo, ha raggiunto ora uno stadio che si manifesta come una non corrispondenza tra i valori diffusi nella società e quelli proposti dalla Chiesa.
È ricorrente la constatazione desolata che la gente viene di meno a messa, che le chiese sono vuote, che le vocazioni diminuiscono… e via enumerando. Tutto ciò non significa certo che la fede e la Chiesa siano al capolinea: semplicemente è cambiato il contesto sociologico che facilitava quella coincidenza, spesso anche di apparenza.
La secolarizzazione, tuttavia, non ha significato del tutto l’estinzione della religiosità e di una spiritualità nel suo ampio spettro che comprende quella legata alla fede, quella ancorata nell’animo umano e quella che si presenta come un dato molto soggettivo del tipo “credo a modo mio” o come ricerca di sé stessi, meditazione, yoga…
Soprattutto non ha eliminato né potrà eliminare del tutto le domande profonde che affiorano comunque nell’animo umano, anche a causa dei sottoprodotti negativi della secolarizzazione. Non è quindi scontato che il nostro tempo segni l’assenza della ricerca di Dio.

L'intervento di Renato Borelli è a questo link: