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Per il momento da Venerdì 30 maggio 2025 questo Blog sarà implementato solo con notizie ecclesiali della Parrocchia.  I Post con la proposta...

Domenica 5 gennaio abbiamo pregato così ...


Introduzione

 

Siamo alla celebrazione della seconda domenica del tempo di Natale. E’ un‘altra tappa di quell’itinerario nel mistero di Cristo, che l’anno liturgico ci offre l’opportunità di percorrere.

Questa seconda domenica dopo Natale è incentrata sul significato profondo del mistero dell’Incarnazione: la nascita del Figlio di Dio, che inaugura per tutti gli uomini e le donne la possibilità di nascere ad una vita nuova e libera come “figli di Dio”.

Il Vangelo di oggi è lo stesso della messa del giorno di Natale, cioè il prologo del Vangelo di Giovanni, che inizia proclamando che “In principio era il Verbo” ovvero la Parola, il logos nel testo greco. 

Questo prologo è una sintesi estrema e potente del Vangelo e di tutta la storia della salvezza. Ci fa risalire all’inizio del tempo, anzi a prima che il tempo iniziasse e poi ci proietta nella storia e ci interroga sull’oggi. 

Ci dice che Cristo è la luce vera che splende nelle tenebre, è venuto e ancora viene ad illuminare ogni uomo e ogni donna, nessuno escluso. Viene a comunicare amore, vita in pienezza. 

Queste parole ci affascinano, ma ci pongono delle domande. 

Le tenebre, ossia tutto ciò che si contrappone alla luce, alla vita, all’amore, sembra che non si siano dileguate… Sembra che le tenebre possano ancora prevalere nelle vicende della storia, ne abbiamo degli esempi opprimenti, pensiamo alle guerre e alle distruzioni in Ucraina, in Palestina e in altre parti del mondo o alle stragi di migranti nel Mediterraneo e altrove. Ma anche nelle vicende della nostra esistenza talvolta cala il buio… Allora ci chiediamo: dipende un po’ anche da noi se tutto questo accade? Sappiamo accogliere in noi la luce? Sappiamo, nel nostro quotidiano, dare testimonianza alla luce?

Nell’iniziare questa liturgia domenicale, predisponiamoci all’ascolto della Parola, facciamola risuonare in questa chiesa e dentro di noi.



Intenzioni penitenziali


Signore Gesù, Luce che brilla nelle tenebre del mondo, venuto tra noi come uomo a condividere le nostre fragilità, abbi pietà di noi. Kyrie eleison.

 

Cristo Gesù, Parola eterna, che ci fa entrare nella piena comunione con il Padre, per darci la sua stessa vita, abbi pietà di noi. Christe eleison.

 

Signore Gesù, Figlio unigenito, che doni a tutti il potere di diventare figli di Dio, abbi pietà di noi. Kyrie eleison.



Preghiere dei fedeli


Preghiamo insieme dicendo: Cristo, luce del mondo, ascoltaci.


·      Cristo, parola che creava il mondo, concedi a uomini e donne di oggi di custodirne la bellezza e l’integrità. 

Noi ti preghiamo: Cristo, luce del mondo, ascoltaci. 

 

·      Cristo, luce che risplende nelle tenebre, illumina il buio causato dalle guerre, alle distruzioni e alle violenze che non sappiamo impedire e alle quali non poniamo rimedio. 

Noi ti preghiamo: Cristo, luce del mondo, ascoltaci.

 

·      Cristo, parola fatta carne, concedi alla Chiesa di sentire suo, non estraneo, tutto ciò che riguarda gli uomini, la loro vita, la loro storia. 

Noi ti preghiamo: Cristo, luce del mondo, ascoltaci.

 

·      Cristo, pienezza di grazia e verità, dona una voce audace a quanti si trovano a raccontare la sofferenza e le angosce dei poveri e degli oppressi. 

Noi ti preghiamo: Cristo, luce del mondo, ascoltaci.

 

·      Preghiamo per la pace in Ucraina, a Gaza, in Libano, in Myanmar e ovunque nel mondo, con le parole di Papa Francesco: “Non dobbiamo abituarci a nessuna guerra. Non dobbiamo permettere che il nostro cuore e la nostra mente si anestetizzino davanti al ripetersi di questi gravissimi orrori. Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare.”

Noi ti preghiamo: Cristo, luce del mondo, ascoltaci.

 

·      Per la nostra Comunità, perché si confermi una comunità accogliente, aperta ai credenti di diverse religioni, vicina e solidale con le sofferenze dei più poveri e dei senza dimora, partecipe e solidale nelle situazioni di disagio sociale ed esistenziale.

Noi ti preghiamo: Cristo, luce del mondo, ascoltaci. 

 

Cina ed estremo Oriente: il vicino di casa ingombrante

Il gigante cinese è al centro di una importante rete di relazioni nell’area del sud est asiatico, come spiega in questa intervista padre Gianni Criveller, missionario, sinologo, esperto di diritti e libertà civili, direttore del Centro Pime di Milano, per 27 anni missionario tra Hong Kong, Cina, Macao e Taiwan. Qualche spiraglio con la Santa Sede. Nel frattempo si registrano profonde trasformazioni sociali nell'Impero del Drago

La Repubblica Popolare Cinese ha appena compiuto il suo 75° anniversario dalla fondazione, dopo la fine della guerra civile tra nazionalisti e comunisti di Mao, avvenuta il 19 ottobre 1949. In tre quarti di secolo da Paese povero arretrato e rurale, la Cina è diventata la seconda potenza economica mondiale, oggi baricentro della politica internazionale, al punto che il Presidente Sergio Mattarella in visita all’Università di Beida a Pechino (il 9 novembre scorso), l’ha esortata a usare tutta “la sua autorevolezza per mettere fine al conflitto in Ucraina”....

L'intervista di Miela Fagiolo D'Attilia è a questo link:

https://www.agensir.it/mondo/2025/01/03/cina-ed-estremo-oriente-il-vicino-di-casa-ingombrante/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=la-newsletter-di-agensir-it_2

Le festività delle coppie miste in Italia, laboratorio interculturale e interreligioso

Un rapporto di Centro Studi Confronti e Aifcom indica come nelle case che vedono riunite diverse fedi, le feste si vivano tutti insieme, con uno spirito di supporto, di sostegno e di trasmissione dell’identità ai figli



Più del 90% delle persone che vive in coppie miste con diversi Credo celebra insieme le feste religiose. Non a caso si intitola “Io festeggio due volte” il rapporto che rivela questo dato, pubblicato di recente grazie alla collaborazione tra il Centro Studi Confronti e l’Associazione italiana famiglie e coppie miste (Aifcom). Nelle famiglie italiane, dove almeno uno dei partner è straniero, è emersa dunque l’usanza di condividere le ricorrenze religiose in uno spirito di supporto, sostegno e trasmissione dell’identità ai figli. La ricerca, che ha prodotto molti altri risultati, è stata sviluppata a partire da un questionario che ha coinvolto 424 persone, di cui 157 coppie e 110 partner singoli. Sono stati condotti, inoltre, 9 focus group in 7 città italiane (Torino, Milano, Trento, Bologna, Roma, Palermo e Catania), per esplorare i diversi vissuti delle coppie....

L'articolo di Beatrice Guarrera continua a questo link:

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2025-01/coppie-miste-italia-religioni-rapporto-aifcom.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT

Il Foglietto "La Resurrezione" di Domenica 5 gennaio ...

 



II Domenica dopo Natale - Gv 1,1-18

L’incarnazione ci indica che la via di Dio è la mitezza che è la nota dominante dell’agire e del vivere di Gesù tra gli uomini. Mitezza che è capacità di essere più forti della propria forza, di avere la capacità di metterci dei limiti per lasciare spazio agli altri.


In principio era la parola, … tutto è stato fatto per mezzo di essa”. L’inizio dell’Evangelo di Giovanni ci provoca a riflettere sulla parola, dabar in ebraico una lingua che non ha i “concetti” così come li intendiamo noi oggi e, per esprimerli, usa delle immagini. Per capirci: la forza è indicata dal braccio, il bicipite grosso. Quando “In principio Dio creò il cielo e la terra” lo fece attraverso la sua parola cioè quello che diceva diventava un fatto concreto “Dio disse: sia la luce e la luce fu”. Ora Giovanni ci dice che “tutte le cose sono state create per mezzo del Figlio e in vista di lui”, cioè tutta la creazione e la storia è tesa verso Gesù, in lui ha il suo fine, il suo senso ultimo. Non è però un percorso rose e fiori, non è a costo zero perché include anche la caducità della creazione che, come a noi, è stato chiesto pure a Gesù di assumere e attraversare. È questo che lui porta sulla croce e fa rifiorire con la sua morte nella sua risurrezione.

Il nostro Dio non è un idolo opera delle mani dell’uomo che ha bocca ma non parla (Ps 115,3-8), è un Dio che “parla” e con questo, per questo, si manifesta all’uomo costituendolo capace di relazionarsi con lui. L’incipit del Decalogo lo afferma decisamente. Così l’uomo diventa un essere capace di stare ritto difronte al Signore della storia e di interloquire con lui in una piena alterità, in una relazione nel rispetto di una cosciente libertà. In altre parole propone all’uomo la possibilità di confrontarsi con lui nella diversità dei ruoli e delle differenze.

Indirizza una “parola” che non dispone bensì invita e offre, apre una via, indica un percorso. È un Dio che “A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio”, cioè non si nasce, ma si diventa “Figli di Dio” accogliendo e facendo proprio quel progetto di vita che ci ha dimostrato percorribile con coerenza nel suo Figlio fatto uomo.

Per questo “venne ad abitare (non “in mezzo a noi”, ma:) in noi”.  È un Dio che chiede a ogni uomo di diventare l’unico vero santuario dal quale irradiare il suo amore. “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia cioè al suo amore aggiunge continuamente altro amore che, una volta ricevuto va accolto e a sua volta comunicato ad altri. 

La sua “gloria” ci accecherebbe, sarebbe una violenza nei nostri confronti, per questo si manifesta incarnandosi, cioè “velandosi”. Tre discepoli, Simone, Giacomo e Giovanni, vedranno questa gloria nella Trasfigurazione e ne rimarranno senza parole.

L’incarnazione ci indica che la via di Dio è la mitezza che è la nota dominante dell’agire e del vivere di Gesù tra gli uomini. Mitezza che è capacità di essere più forti della propria forza, di avere la capacità di metterci dei limiti per lasciare spazio agli altri. Dio si abbassa talmente da non annientare le tenebre ma di scendere in queste senza lasciarsi sopraffare e, anche in mezzo a queste, continuare a brillare indicandoci la strada come fu la stella per i Magi. A volte è una fiammella tenue, un barlume fumigante (Is 42,3), sta a noi riuscire a coglierla come ci è stato ripetutamente detto durante l’Avvento, sta a noi rinvigorirla e farla diventare luce per chi vive nelle tenebre e dirigere i nostri passi sulla via della pace (Lc 1,79).

Se “In principio” c’è il nostro Dio che parla costituendoci suoi interlocutori, significa che a noi sta il compito innanzitutto di ascoltare prima che di parlare, questo non altro è la preghiera cristiana. Perciò ci è chiesto di frequentare assiduamente la Scrittura perché è lì che troviamo la nostra “stella” le indicazioni del senso della nostra vita. Ascoltando, poi, impariamo pure a parlare cioè ad essere capaci anche noi di dare vita, creare fiducia, condivisione, comunione stando attenti che c’è anche la possibilità che la parola diventi il contrario: creare smarrimento, seminare sfiducia, minare le relazioni, cadendo nella violenza, nel contrario di quella luce che siamo richiesti di esprimere. Perché non esiste dono di Dio che non passi attraverso la nostra carne, quella caducità che caratterizza la nostra umanità e ci rende coscienti che il suo amore fedele, la “grazia e verità”, non nasce dal bisogno dell’uomo, ma lo precede. 

Allora si comprende la lieta notizia, l’annunzio del Natale: non è l’uomo che deve salire verso Dio per divinizzarsi, ma è Dio che sceso verso gli uomini umanizzandosi. A noi il compito di accorgercene, di accoglierlo, farlo nostro imitandolo, lasciandolo agire attraverso di noi. Così saremo più “umani” e il divino che è in noi si manifesterà.

(BiGio)

Incarnazione profonda: per un Natale cosmico

Il tempo di Natale è un'occasione propizia anche per conoscere meglio la corrente teologica della "deep incarnation"


il Verbo si fece carne” (Gv 1,14). È questo l’annuncio che ogni anno sentiamo proclamato durante la liturgia della Parola del giorno di Natale. Il contesto della celebrazione così come la formazione o l’infarinatura catechistica che abbiamo ricevuto, o semplicemente il “clima” cristiano nel quale siamo cresciuti ci portano quasi spontaneamente a riferire queste parole a Gesù di Nazaret, “profeta potente in opere e in parole” come direbbero i due di Emmaus, ma soprattutto Figlio di Dio incarnato, che si è fatto uomo per la nostra salvezza (come recitiamo ogni volta nel Credo). Ma siamo sicuri che non possa dirci altro questo versetto tratto dal Vangelo di Giovanni?

La risposta nella recensione Stefano Fernaroli a questo link:

Credenti LGBT+: tra inclusione e fedeltà alla dottrina

Affrontare il tema delle persone LGBT+ non significa solo confrontarsi con una realtà pastorale emergente, ma anche ripensare le modalità di essere Chiesa in un mondo sempre più policentrico e complesso. È questo il messaggio emerso nella giornata di studio “Spiritualità dalle frontiere. Accompagnare persone LGBT+” promossa dalla Facoltà teologica del Triveneto.


La Facoltà teologica del Triveneto ha promosso una significativa giornata di studio intitolata Spiritualità dalle frontiere. Accompagnare persone LGBT+ (Padova, 10 dicembre 2024). Inserito nel ciclo accademico di licenza, l’evento ha rappresentato un’opportunità di riflessione e di dialogo su temi cruciali per la teologia pastorale, nonché per l’accompagnamento ecclesiale.
Il confronto ha messo al centro la dimensione spirituale come chiave interpretativa per comprendere le complessità delle identità e delle relazioni, stimolando una rilettura della marginalità come spazio di grazia e crescita per l’intera comunità ecclesiale. ...

Il reportage di 

La formazione dei giovani, tra Scilla e Cariddi

È questa l’essenza dell’università: trovare la nostra vocazione grazie a un maestro, che ci indica sia che la vita finisce (è limitata) sia che è un miracolo inesauribile (ci chiama), con lacrime rispettivamente di dolore e di gioia.


L’università salva se mi aiuta a diventare me stessa, se è una comunità di ricerca di adulti e giovani, se mi rende soggetto di possibilità e non oggetto di aspettative. La politica salva se facilita l’azione personale e sociale, altrimenti è solo gestione del potere e controllo burocratico. Un telefono salva se mi unisce al mondo non peggiorando la mia salute; se mi rende più autonoma, non dipendente; se facilita il sapere e non mi sfrutta a mia insaputa. Dove prevale la disintegrazione non c’è salvezza ma repressione. Questo oggi succede anche al corpo ...

L'articolo di Bruna Capparelli continua a questo link:

https://www.settimananews.it/educazione-scuola/la-formazione-dei-giovani-tra-scilla-e-cariddi/

Multe salate per chi getta gli abiti nell’indifferenziato: dal 1° gennaio 2025 è scattato l’obbligo del riciclo dei rifiuti tessili

Addio vecchi vestiti nell'indifferenziata! L'Unione europea introduce l'obbligo di raccolta differenziata per i tessili, con l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale del settore e promuovere l'economia circolare. L'Italia, precursore in questo ambito, ha già adottato misure simili dal 2022


Il 2025 si è aperto con una piccola grande rivoluzione nel mondo della raccolta differenziata: dal 1° gennaio, infatti, anche i rifiuti tessili entrano a far parte delle categorie da smaltire separatamente. Un cambiamento epocale che coinvolge tutti i cittadini dell’Unione europea e che mira a ridurre l’impatto ambientale di un settore, quello tessile, spesso sotto accusa per il suo elevato tasso di inquinamento.
Dimenticatevi quindi di gettare i vecchi jeans scoloriti o le magliette bucate nel cassonetto dell’indifferenziata! Gli abiti usati, strappati o semplicemente fuori moda vanno conferiti negli appositi contenitori che ogni Comune dovrà predisporre sul proprio territorio. Una novità che si inserisce nel quadro di un piano più ampio dell’Unione europea volto a migliorare la sostenibilità nell’industria tessile e a promuovere un’economia circolare....

L'articolo di Riccardo Liguori continua a questo link:

Fotovoltaico: arriva il primo pannello solare indoor, energia gratuita a casa anche con la luce delle lampadine

Come le celle solari indoor e le tecnologie innovative stanno rivoluzionando l'energia sostenibile, eliminando le batterie tradizionali e trasformando la luce artificiale in potenza


Chi ha detto che l’energia solare si sfrutta solo all’aperto? Una nuova frontiera sta cambiando le regole del gioco: oggi, grazie alla tecnologia, perfino la luce di una lampadina può trasformarsi in energia. Dimenticate pannelli giganteschi sui tetti o distese infinite di impianti fotovoltaici. Questa rivoluzione nasce da minuscoli dispositivi capaci di catturare la luce artificiale, alimentando sensori, telecomandi e altri oggetti quotidiani. Il risultato? Un passo deciso verso un futuro senza batterie usa e getta, più sostenibile e amico dell’ambiente....

L'articolo di Ilaria Rosella Pagliaro continua a questo link:

https://www.greenme.it/ambiente/energia/il-primo-pannello-solare-indoor-energia-gratuita-a-casa/

La parrocchia come comunità generativa

Il 5 dicembre 2024 la Facoltà teologica del Triveneto ha organizzato online la presentazione del libro Rigenerare la parrocchia. Verso una conversione missionaria e del progetto “Parrocchia Triveneto”, sviluppatosi nell’arco di un triennio con il coinvolgimento di laici e laiche, religiosi e religiose, presbiteri. Oltre ai curatori del libro, Andrea Pozzobon e Rolando Covi, hanno parlato don Ivo Seghedoni, Francesco Zaccaria, il vescovo Castellucci e fr. Enzo Biemmi.


La serata del 5 dicembre 2024, organizzata dalla Facoltà teologica del Triveneto per la presentazione online del libro Rigenerare la parrocchia. Verso una conversione missionaria, è stata introdotta e guidata da uno dei due curatori del libro, Andrea Pozzobon, docente allo Iusve e delegato del vescovo per le Collaborazioni pastorali (diocesi di Treviso), e si è aperta con un approfondimento dell’altro curatore, Rolando Covi, docente della Facoltà, che ha presentato il progetto e, attraverso di esso, le linee essenziali del libro, sottolineando alcuni passi possibili per orientare le parrocchie verso uno stile maggiormente generativo (cf. SettimanaNews 3 dicembre).


La sintesi dell'incontro a cura di 

La pace è frutto delle nostre mai

«Shalom, pace». Il termine ebraico “Shalom” indica diverse realtà, fra cui benessere, successo, prosperità, liberazione, salvezza, pace. Shalom indica la condizione di armonia della persona con sé stessa, con Dio, con il creato. In diversi paesi arabi la parola Shalom viene utilizzata nei saluti come augurio di bene e di pace; anche in Senegal i saluti in lingua wolof sono un augurio di pace: «Salam alekum – Malekum salam», un vero e proprio auspicio vicendevole dichiarando «La pace sia con te – La pace sia anche con te».


Nella Sacra Scrittura la pace è oggetto di benedizione (Nm 6, 26); i salmi presentano la pace come il dono di Dio per eccellenza (cfr. Sal 37, 11; 122, 6) la cui cura è affidata agli uomini; in diversi testi profetici la pace è vista nel senso di giustizia, diritto, accoglienza dei poveri, benessere, fedeltà. La pace, promessa per gli ultimi tempi, diventa la luce che guida il cammino del popolo.

Ma la storia dell’umanità è tragicamente segnata da guerre e conflitti di ogni genere e, nonostante i progressi culturali ed economici, oggi viviamo ancora il dramma di tante guerre che causano morti, sofferenze, migrazioni, precarietà, traumi fisici e mentali. In ogni guerra «qualcosa, forse molto, è morto per sempre… la gente che ha abbandonato quel Paese forse non tornerà. Le famiglie si sono divise… qualcosa forse è finito per sempre e molte amputazioni restano» (Andrea Riccardi, Il grido della pace, pp 33-34).

Ci sono, fra le altre, alcune “condizioni” fondamentali per poter vivere la pace, condizioni che sono vie per la pace: la giustizia, lo sviluppo, la libertà, il dialogo, l’educazione, il perdono, la preghiera. 

Qui vengono delineate da p. Flavio Facchin a questo link:

https://www.procuramissioniomi.eu/parole-di-missione-pace/

Il Natale dei cristiani perseguitati, il grido di dolore dal Medio Oriente al Sahel

Oltre 300 milioni di fedeli vivono in contesti di oppressione in 28 Paesi. Marta Petrosillo, di Aiuto alla chiesa che soffre internazionale: “L’Africa ha visto i più gravi peggioramenti negli ultimi anni, perché qui si è spostato l'epicentro dei gruppi estremisti islamici che fino a un decennio fa erano più concentrati in Medio Oriente”


Oltre 300 milioni di cristiani vivono in Stati dove è in atto una qualche forma di persecuzione, un dato in aumento in particolare in Africa e nel Sahel. A tracciare il bilancio sulle condizioni di vita dei cristiani - con il Natale alle porte e, in troppi casi, contesti segnati da violenze, guerra e povertà - è Marta Petrosillo, che per la Fondazione pontificia Aiuto alla chiesa che soffre (Acs) dirige la redazione del rapporto biennale sulla libertà religiosa nel mondo. «Stiamo già lavorando al nuovo rapporto, che sarà pubblicato nell’ottobre 2025», dichiara Petrosillo in un’intervista ai media vaticani, ricordando il dato dell’ultima edizione che individua 28 Paesi “di persecuzione” nei quali vivono 307 milioni di cristiani. «Ovviamente è impossibile stimare con precisione quanti di loro soffrano la persecuzione, però abbiamo uno scenario mondiale che purtroppo per i nostri fratelli e sorelle nella fede desta preoccupazione».

L'articolo di Valeria Palombaro continua a questo link:

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2024-12/natale-cristiani-perseguitati-aiuto-chiesa-soffre.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT

Nell'Eucaristia del 1 Gennaio abbiamo pregato così ...


Introduzione

Le letture di oggi hanno come protagonisti Maria e i pastori che sono i primi privilegiati testimoni della nascita. Maria, che, come donna, nella cultura del tempo era poco considerata, e i pastori, ultimi e ai margini della società, raccolgono e custodiscono l’annuncio della liberazione come veri figli e vere figlie e così pienamente eredi della salvezza. Maria, questa madre richiamata e legata alla fragilità della vita del piccolo appena nato, accoglie e intrattiene i pastori intessendo con loro relazioni per rendere piena e reale l’incarnazione. La salvezza passa attraverso la cura di tutta la comunità: i pastori “adottano” Gesù e così condividono la responsabilità del progetto di salvezza.

 

Atto penitenziale 

Perdonaci Signore per tutte le volte che non abbiamo saputo difendere i piccoli e gli indifesi dalle ingiustizie e dalle violenze.  Signore, fratello degli ultimi, facci abitare la pietà.                                                                                    Signore pietà 

Perdonaci o Dio per quanto siamo indifferenti o peggio coinvolti e coinvolte in atti di discriminazione e soppressione dell’identità altrui. Padre di tutti e di tutte, facci fautori di libertà.                                                                             Cristo pietà

Perdonaci Signore, abbiamo messo da parte il senso di umanità e troppo spesso ci rendiamo colpevoli di gesti e scelte di puro egoismo. Maria, madre di Gesù, insegnaci a stare nella sorellanza e nella fratellanza.          Signore pietà

 

 

Preghiere dei fedeli

Aiutaci Signore a conoscerti sempre più attraverso la Parola e l’esempio dei profeti di ieri e di oggi. Solo così saremo, come i pastori a Betlemme, testimoni di speranza e gioia nel mondo.                Per questo ti preghiamo 

 

Nella prima lettura il nome del Signore è ripetuto per tre volte “Ti benedica il Signore…il Signore faccia risplendere per te il suo volto … il Signore rivolga a te il suo volto” come ad esprimere la pienezza e la forza che da tale invocazione deriva. La Chiesa riascolta oggi queste parole, mentre chiede al Signore di benedire il nuovo anno appena iniziato, nella consapevolezza che, dinanzi ai tragici eventi che segnano la storia, dinanzi alle logiche di guerra che purtroppo non sono ancora superate, solo Dio può toccare l’animo umano nel profondo e assicurare speranza e pace all’umanità.              Per questo ti preghiamo

 

Nel Messaggio per la 58ª Giornata Mondiale della Pace Papa Francesco ha suggerito al mondo tre azioni:

-       1° azione: pensare a una «consistente riduzione, se non proprio al totale condono, del debito internazionale, che pesa sul destino di molte Nazioni»

-       2° azione: Riconoscendo il debito ecologico pensare allo sviluppo di una nuova architettura finanziaria, che porti alla creazione di una Carta finanziaria globale, fondata sulla solidarietà e sull’armonia tra i popoli.

-       3° azione: eliminazione della pena di morte in tutte le Nazioni perché questo provvedimento, oltre a compromettere l’inviolabilità della vita, annienta ogni speranza umana di perdono e di rinnovamento

Preghiamo perché queste proposte vengano accolte dalle nazioni del mondo in modo che “possano ridare dignità alla vita di intere popolazioni e rimetterle in cammino sulla via della speranza”.            Per questo ti preghiamo.

 

Preghiamo con le parole del Papa:         
Rimetti a noi i nostri debiti, Signore,  
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,       
e in questo circolo di perdono concedici la tua pace,       
quella pace che solo Tu puoi donare  
a chi si lascia disarmare il cuore,        
a chi con speranza vuole rimettere i debiti ai propri fratelli,       
a chi senza timore confessa di essere tuo debitore,         
a chi non resta sordo al grido dei più poveri.        
Per questo ti preghiamo

 

Le porte aperte dal papa per l’anno giubilare ci richiamano all’invito di spalancarci all’incontro, all’ascolto, alla solidarietà. In particolar modo vogliamo pregare perché il segno di apertura della porta santa nel carcere di Rebibbia porti cambiamenti certi nei nostri atteggiamenti verso i reclusi e che segni l’inizio di un processo di riforma per un sistema di pena più umano e più giusto.      Per questo ti preghiamo  

1° gennaio - Lc 2,16-21 - Maria Santissima Madre di Dio

Pochi versetti che, a prima vista, appaiono più come appunti veloci per una ripresa successiva ma, se si fa attenzione e se li lega a quanto precede e proclamato non solo la notte di Natale ma anche nella quarta Domenica di Avvento (la cosiddetta “Visitazione” di Maria ad Elisabetta), svelano subito tutta la loro pregnanza, la loro “lieta notizia” e ci pongono davanti a un qualcosa di clamoroso, di inaspettato, di sensazionale che va scoperto scavandoci dentro sotto la superfice.



Innanzitutto appare un irrefrenabile desiderio, una urgenza di andare a verificare quanto è stato annunciato. Accade a volte anche a noi quando una Parola, magari ascoltata prima altre mille volte, in un certo momento ci interpella in maniera nuova e pare ci si riveli improvvisamente interpellando la nostra vita o ci sveli quando prima ci era rimasto nascosto.

È importante: la Parola va proprio “ascoltata”, non semplicemente “letta” come abitualmente facciamo. In origine l’unica modalità per frequentare la Scrittura era quando veniva proclamata ad alta voce, in parte perché la maggioranza non sapeva leggere ma anche perché la Parola di Dio viene a noi come la pioggia e la neve che scendono dal cielo, cadono cioè dall’alto su ogni tipo di terreno, anche quello inospitale sassoso, pieno di rovi della parabola di Luca 8,5-29. In ogni caso però irriga e feconda ogni seme ma non tutti hanno il medesimo tempo di germogliazione come ci indicano i due famosi versetti di Isaia (55,10-11).

È molto diverso leggerla o ascoltarla (non solo sentirla distrattamente). C’è un noto episodio della vita di S. Ambrogio che viene scoperto a frequentare la parola “solo con gli occhi” e la cosa fa scalpore perché, anche se si è soli, andrebbe “proclamata” perché è solo così che la si può “ascoltare”. 

 

Maria e i pastori “ascoltano” e la conseguenza è che si mettono in cammino per raggiungere qualcosa che prima era loro sconosciuto, inatteso e che cambierà la loro vita. Maria avrà un bambino preceduto da quello di Elisabetta. I pastori, considerati degli impuri perché vivevano con i loro animali ai margini della società, se ne tornano ai loro greggi che avevano avuto il coraggio di lasciare a se stessi incustoditi, quindi in balia di possibili ladri e bestie feroci, “glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto”. Che cosa? un non segno, un neonato in una situazione di grande precarietà e povertà con quello che in quel momento poteva solo essere un augurio: quel bambino sarà il Salvatore atteso. Ogni vita che nasce potrebbe essere quella giusta anche se sapevano che il Messia avrebbe dovuto arrivare con “potenza e gloria”: lì non avevano certo vista. 

La cosa importante è che quei pastori, che non potevano partecipare alle funzioni del tempio, che erano espulsi, esclusi dalla società, tornano ai loro greggi glorificando e lodando Dio. Nella cosmologia dell’epoca questa era una attività di esclusivo appannaggio dei “sette angeli del servizio” che attorniavano Dio così come descritto nel primo libro del Pentateuco di Enoc, allora conosciutissimo. Quei pastori sono allora i primi ad essere “riscattati” dal Salvatore perché hanno saputo ascoltare ed accogliere una Parola che li ha coinvolti, le hanno dato credito e dai bassifondi del mondo si sono trovati ad essere coloro che sono capaci e hanno titolo di cantare le lodi del Signore accanto a lui, alla sua presenza. Gli ultimi sono elevati al grado più alto, l’opera di salvezza inizia dai rifiutati, dai perseguitati, da chi subisce ingiustizia, da chi è sotto le bombe, dagli sconfitti della storia umana, da chi cerca una vita migrando senza portare nulla con sé se son la propria speranza e l’apertura a un mondo, ad una realtà diversa dove la vita sia degna di essere vissuta dignitosamente, possibilmente nella fraternità.

Ecco allora le prime indicazioni che ci vengono da questa Parola: l’invito ad ascoltare, ad essere pronti ad accogliere, a dar credito, a fidarsi, a sperare, a muoversi e su questa Parola gettare le reti anche dove fino a quel momento era stato inutile (Lc 5,5). 

 

C’è un secondo momento in questa pagina di Evangelo: Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastoriMaria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandolenel suo cuore”. Anche Maria è rimasta stupita eppure l’angelo non glielo aveva detto? Certo, ma la Parola seppur già ascoltata, seppur fatta propria, seppur già vissuta è sempre “nuova”, ha sempre delle nuove sfaccettature che colpiscono, non è mai scontata. Allora ecco l’esigenza di porvi sempre attenzione, esaminarla, interpretarla. Il verbo adoperato dall'evangelista nell’atteggiamento di Maria indica il cercarne il vero senso di qualcosa. La Parola va custodita, in essa va scoperto quel filo scarlatto che c’è nella nostra vita, che ci dà identità, che è il progetto di Dio sulla nostra vita che sempre ci stupisce e per il quale glorificare e lodare. È questo l’augurio che la Liturgia del primo giorno dell’anno ci fa: di avere sempre queste capacità.

(BiGio)

1 gennaio - Giornata Mondiale della Pace: Il Messaggio di Papa Francesco

“Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”

Questo è il titolo del Messaggio di Papa Francesco per la 58ª Giornata Mondiale della Pace, che si celebra il 1° gennaio 2025


Ecco i titoli dei capitoli nei quali si articola il Messaggio:

I. In ascolto del grido dell’umanità minacciata

II. Un cambiamento culturale: siamo tutti debitori

III. Un cammino di speranza: tre azioni possibili

IV. La meta della pace

Il Messaggio interale è a questo link:

https://www.chiesacattolica.it/giornata-mondiale-della-pace-il-messaggio-di-papa-francesco/#

Il 2024 di Vaticanews raccontato in 12 immagini

I principali avvenimenti dell'anno che si sta chiudendo in una serie di scatti simbolo e 12 brevi commenti che li riepilogano



A questo link:


Il discorso del Presidente della Repubblica di fine anno

La spesa per le armi 8 volte quella del clima, la pace grida la sua urgenza, un’ampia partecipazione al voto rafforza la democrazia. Questi i tre punti centrali del suo discorso.

Qui il testo integrale del suo messaggio a questo link:


https://www.rainews.it/articoli/2024/12/lavoro-femminicidi-giovani-paure-al-centro-del-discorso-di-fine-anno-del-presidente-mattarella-d6e83494-08b6-48e6-bfcb-82df8828590d.html