Il tempo di Natale è un'occasione propizia anche per conoscere meglio la corrente teologica della "deep incarnation"
il Verbo si fece carne” (Gv 1,14). È questo l’annuncio che ogni anno sentiamo proclamato durante la liturgia della Parola del giorno di Natale. Il contesto della celebrazione così come la formazione o l’infarinatura catechistica che abbiamo ricevuto, o semplicemente il “clima” cristiano nel quale siamo cresciuti ci portano quasi spontaneamente a riferire queste parole a Gesù di Nazaret, “profeta potente in opere e in parole” come direbbero i due di Emmaus, ma soprattutto Figlio di Dio incarnato, che si è fatto uomo per la nostra salvezza (come recitiamo ogni volta nel Credo). Ma siamo sicuri che non possa dirci altro questo versetto tratto dal Vangelo di Giovanni?
La risposta nella recensione Stefano Fernaroli a questo link:
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