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La celebrazione dei 50 anni della Parrocchia: 15 dicembre 1970 - 15 dicembre 2020

Il decreto con cui il patriarca Albino Luciani costituì la nostra parrocchia porta la data del 15 dicembre 1970, che cadeva di martedì come quest’anno, per cui la domenica successiva, quarta di Avvento, era il 20 dicembre, quando nella prima chiesetta, il negozio di via Longhena 30, viene celebrata la prima Messa di inaugurazione, presieduta dallo stesso Patriarca: il Natale della Resurrezione avviene proprio nel tempo liturgico dell’Avvento … il farsi vicino di Dio ad ogni uomo e ad ogni donna, che raggiunge la sua pienezza nella Pasqua.     

Fare memoria del passato in un cammino di Fede non è un ricordo nostalgico di un tempo ormai perduto, ma è un riattualizzare, nello Spirito, la freschezza delle origini nella situazione presente, per rivitalizzarla e continuare nella missione verso quella Meta, di cui il patriarca Luciani nella premessa del decreto istitutivo della parrocchia indica innanzitutto il luogo: “La costruzione di nuove abitazioni nella zona dell’ex Società C.I.T.A. in Marghera rende necessaria la costituzione di una nuova parrocchia, per un’azione pastorale autonoma e completa”. E poi nella lettera del 16 dicembre 1970 specifica il compito evangelico affidatoci, di “costruire una nuova famiglia spirituale, nella quale i fedeli si sentano stretti sia a Cristo che ai fratelli”. Lettera che si conclude con l’augurio, ancora attuale, che “la Resurrezione diventi Comunità veramente viva”. 

Così Gino Cintolo ha sintetizzato il senso della celebrazione dei 50 anni della Parrocchia e ha continuato:

La pandemia, che ha fatto rinviare a tempi migliori ogni altra festa e la pubblicazione del libro di testimonianze per questo 50° anniversario della parrocchia, ci provoca a metterci in ascolto, per trovare modalità nuove per essere anche in questa situazione drammatica una Comunità veramente viva, che mette al centro di ogni cura e attenzione la singola persona e la società umana tutta, testimoniando così la speranza che nasce da questo Natale 2020, la luce del Figlio di Dio che viene a condividere la nostra umanità fin dalla fragilità di un Bambino.                                                                                                                 

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La preghiera nell'Eucaristia concelebrata dai Parroci che si sono alternati nella presidenza della Comunità.


Introduzione

Mezzo secolo di vita della nostra parrocchia, costituita dal patriarca Albino Luciani con decreto del 15 dicembre 1970, che era martedì come oggi. E la domenica successiva 20 dicembre, IV di Avvento, lo stesso patriarca celebra la prima Messa nella prima chiesetta, il “negozio” di via Longhena 30.

Cinquant’anni con cinque parroci: 16 anni con la guida del primo parroco don Aldo Marangoni, mancato due anni fa, 8 anni con don Giancarlo Iannotta; 15 anni con don Alfredo Basso, 3 anni con don Paolo Socal e 8 anni fino ad oggi con don Nandino Capovilla. Insieme a don Aldo poi ha svolto servizio alla nostra comunità anche padre Luciano Bano dei Cappellani del Lavoro, che celebrava una seconda Messa domenicale. Il servizio di don Angelo Favero, che per circa un ventennio ha guidato il gruppo biblico della comunità, si estendeva anche alla celebrazione della Messa. 

E poi come fare a ricordare i tanti laici e le tante laiche, che sono stati protagonisti di questo cammino di Fede, iniziato nello Spirito del Concilio, trasmessoci con entusiasmo da don Aldo, di centralità della Parola di Dio e di promozione del laicato! Questo ci ha unito e ci unisce ancora. In questo clima di novità del Concilio è nato, maturato e continua a svolgersi il mio ministero diaconale. 

Le tante differenze di sensibilità di preti e fedeli di questa comunità e la continua evoluzione del nostro quartiere Cita, che nasce con la parrocchia e per il cui servizio essa è stata costituita, sono una ricchezza che ci stimola ad essere sempre in cammino.     

Questa sera il fare memoria del passato non può essere un ricordo nostalgico di un tempo ormai perduto, ma è un riattualizzare, nello Spirito, la freschezza delle origini nella situazione presente, per rivitalizzarla e continuare nella missione affidataci dal patriarca Luciani nella lettera del 16 dicembre 1970: “costruire una nuova famiglia spirituale, nella quale i fedeli si sentano stretti sia a Cristo che ai fratelli”, che si conclude con l’augurio, ancora attuale, che “la Resurrezione diventi Comunità veramente viva”. 

Lo stesso Spirito Santo, che ci rende partecipi della cena pasquale del Signore con i suoi discepoli, ci doni la comunione con tutte le persone che hanno frequentato o frequenteranno questa comunità e, soprattutto in questo periodo di distanziamento fisico a causa della pandemia, ci aiuti a vivere quella vicinanza spirituale che è già comunione. 

Gino Cintolo

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Preghiere dei fedeli

Lara Spina: Signore ti ringraziamo per averci donato la Chiesa della Resurrezione che oggi celebra il cinquantesimo. La nostra Comunità è molto accogliente, aperta, solidale, ecumenica, ha accolto anche me e la mia famiglia dal 2013. Qui ognuno ha un suo ruolo, un suo spazio al servizio dei fratelli e delle sorelle. Sia i momenti di gioia che di crisi e di difficoltà vengono vissuti insieme e si prega sempre gli uni per gli altri, come una grande famiglia. Signore proteggi questa tua Comunità che si affida a te in questo momento particolarmente difficile. Veglia su tutti, proteggi i nostri fratelli e sorelle in Cristo risorto, ti ringraziamo per Don Nandino, Gino e tutti i presbiteri che hanno guidato questa Chiesa e per tutti coloro che hanno dato e danno il loro dono all’altare e alla liturgia, alla musica, ai bisognosi, a chi non ha una casa, ai profughi, ai giovani, agli anziani, ai malati e alla cura e riparazione della Chiesa e delle case dei fedeli. La Chiesa della Resurrezione è pietra viva e fiorisce all’interno di Marghera con le porte aperte a chi bussa, alla Città, al mondo e a quanti cercano Dio tra le sue mura. Veglia e proteggi tutti noi Signore. Ascoltaci o Signore.

Idelma Crema: Signore, Ti vogliamo ringraziare per l’opportunità che ci hai dato di avere qui, in questa serata speciale, tutti i nostri ex parroci, perché li vogliamo ringraziare tutti. Sì, li vogliamo ringraziare proprio tutti, a partire da don Aldo, che ci guarda da lassù; loro ci hanno fatto crescere come comunità, hanno lasciato un segno tangibile nei nostri cuori e nelle nostre menti. Ti prego Signore per questi parroci, concedi loro di essere instancabili nell’annuncio della Tua Parola, lieti ed accoglienti nel servizio della comunità in cui operano. Preghiamo.     

Carlo D’Andrea: 50 anni fa, da un negozio di questo Quartiere, cominciarono a risuonare i primi canti gioiosi della nascente Comunità della Resurrezione. Canti allegri e coinvolgenti che da subito hanno rappresentato lo spirito di questa Comunità, per la sua capacità di porsi ed operare all’interno del Quartiere con un volto sempre gioioso, sempre illuminato dalla speranza e dalla fiducia nella Parola di Dio. Fa o Signore che quello spirito originario che da allora l’ha sempre accompagnata, continui a rischiarare il cammino di questa Comunità, perché rimanga sempre costante testimone nel Quartiere di solidarietà, condivisione, tolleranza e amore, attenta a valorizzare, diffondere e concretizzare la tua Parola per la costruzione di una società veramente aperta verso gli ultimi, gli emarginati, i deboli, i sofferenti. Per questo noi ti preghiamo. 


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Interventi

(da testi riportati per iscritto, anche in sintesi, dagli stessi autori)

Don Giancarlo Iannotta 

(all’atto penitenziale): Sono in un’età nella quale bisogna incominciare a rendere conto. Questa ricorrenza porta a rievocare col vostro aiuto un bel po’ di anni della mia vita vissuta con voi. Anni di frontiera, di situazioni nuove e provocanti, anni vissuti intensamente, anche se a volte faticosi. Anni pieni di sogni e di avventure che hanno segnato positivamente il mio percorso di prete. Si tratta anche di scoprire e di accettare gli inevitabili limiti, ma tutto sommato mi viene solo da ringraziare Dio soprattutto e voi, quelli di allora e voi qui presenti. Grazie!

 

Don Nandino Capovilla 

(sintesi, omelia): La parrocchia è nata in un tempo di grande fermento di novità, un vento straordinario che dal Concilio scuoteva le fondamenta di una Chiesa impaurita dalle novità che la rendevano giovane secondo il vangelo. Ma erano tante e fortissime le resistenze dell’autorità ecclesiastica, timorosa e arroccata al passato.

Oggi, dopo 50 anni, dobbiamo riconoscere a voce alta che la Chiesa istituzionale, nel suo cercare di frenare il vento dello spirito conciliare, ha tentato inutilmente di impedire ai laici di rendersi finalmente responsabili e verso alcuni preti ha usato una mano pesante con conseguenze e ferite ancora da rimarginare in tante persone.

Il vento della Chiesa aperta al mondo e a servizio della città degli uomini ha soffiato nella comunità della Cita fin dai suoi due primi sacerdoti, interpreti saggi e coraggiosi di scelte che ora, nella Chiesa di papa Francesco, ci fanno sorridere tanto sono scontate, ma allora erano scandalo per chi cercava solo di mantenere lo status quo.

 

Don Paolo Socal 

(dopo la Comunione): Ringrazio il Signore per avermi voluto alla Cita per tre anni. Soprattutto per celebrato l’Eucaristia in una chiesa, quella della Risurrezione, che per me è tra le più belle e funzionali chiese nuove della diocesi. Ho sempre celebrato con gioia per la partecipazione dei fedeli favorita dalla struttura della chiesa e avendo alle spalle nell’abside il Cristo Risorto che smuove le pietre, che fa crollare i muri che incontriamo nella vita. A Marghera poi ho vissuto una unione speciale con i confratelli parroci, tanto da mangiare ogni giorno con alcuni, trovandomi settimanalmente con altri per scambiare le esperienze, cosa che non ho trovato nelle altre cinque parrocchie in cui sono stato parroco. In 3 anni a Marghera poi ho trovato tanti e tanti amici … e l’amicizia resta anche se si cambia parrocchia, perché l’amicizia non ha confini.    

 

Don Alfredo Basso 

(sintesi, dopo la Comunione): Quando venni chiamato a guidare questa parrocchia rivolsi al patriarca Marco Cè, che pensava che io, in quanto proveniente dal quartiere CEP-Villaggio Laguna di Campalto, dove la chiesetta prefabbricata era ed è ancora oggi una scelta, avessi riserve a costruire una chiesa in muratura, questa domanda: “E’ il caso di fare un’altra chiesa con le parrocchie di S. Antonio e dei Santi Francesco e Chiara così vicine?”. La risposta del Patriarca fu che “il quartiere Cita è già molto penalizzato, perché gli abitanti (a differenza di quelli del CEP) sono provenienti da varie regioni d’Italia, per cui ognuno porta la sua immagine di Chiesa ed è difficile fare comunità ... Se togliamo anche la chiesa, luogo di preghiera ma anche di aggregazione, togliamo una grossa risorsa al quartiere”.   

Giorgio Brunello 

(dopo la Comunione): Questa celebrazione del 50° della parrocchia della Resurrezione cade in un anno difficilissimo, ma non dobbiamo perdere la speranza. Molti dicono che si deve vedere la luce in fondo al tunnel, ma è il Signore la nostra luce, la nostra certezza, che se risorgeremo, si sconfiggerà anche la pandemia.

Vedere tanti sacerdoti celebrare insieme l'Eucarestia, assieme a don Nandino Capovilla, tutti quelli che hanno guidato la Comunità della Resurrezione, con don Aldo che non è più fisicamente con noi, ma sicuramente presente nei nostri cuori, è un segno importante, che ci fa riflettere. 

Non è solo un bel ricordo, ma una condivisione con loro, con il diacono Gino Cintolo e con i tanti laici che ieri e oggi hanno messo al centro quei valori che hanno sempre contraddistinto la vita della comunità, la Parola di Dio al centro e la condivisone con i fratelli più fragili.

La Parola che si condivide ci interroga, si fa azione, ci salva.

Una comunità in cammino che ha sempre fatto proprie le riflessioni e gli insegnamenti del Concilio, nella tensione di poterli applicare in una società in cambiamento, con le speranze che il Concilio ha indotto in ciascun credente e anche nelle donne e negli uomini di buona volontà.

L'eredità che hanno lasciato tutti quelli che hanno vissuto nella Comunità della Resurrezione è quantomai presente oggi, nell'incontro per spezzare il Pane e rendere grazie, nella testimonianza alle famiglie del quartiere e della città, una comunità inclusiva, pronta ad accogliere e a sostenere chi è in difficoltà, il diverso, l'immigrato, l'ammalato, l'anziano, il povero, perché "ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me". 

Buon anniversario Comunità della Resurrezione! 









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