Introduzione alla Liturgia Eucaristica
Quale è il dono, il messaggio che la liturgia desidera darci oggi?
Per capirlo è necessario ricapitolare il cammino che ci ha fatto fare in questo Avvento.
All’inizio c’è stata una promessa, “il Signore tornerà” che, la prima Domenica di Avvento è sfociata in un grido, in una invocazione: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!”.
In seguito via via ci ha invitato a non temere perché certamente il Signore tornerà e ci radunerà tutti. È però necessario rimanere svegli, pronti a scorgere i segni che lo annunciano e che siamo chiamati ad accogliere e far crescere testimoniandoli, coscienti però che sono opera del Signore, non nostra. Sono i nomi positivi delle pietre che abbiamo rotolato via domenica dopo domenica.
Oggi è Natale ma non ci viene chiesto di festeggiare un compleanno, bensì di celebrare il compimento della promessa iniziale: “il Signore tornerà” e, questo, non accadrà in un futuro vicino o lontano tra squilli di tromba ed eventi straordinari, è già nel nostro presente, in ogni istante della nostra vita perché Gesù, il Signore, l’Emanuele ci ha assicurato che sarà con noi fino tutti i giorni fino alla fine dei tempi.
Ecco allora il senso del Natale, quello che la Liturgia oggi con forza ci propone: saper riconoscere nelle piccole cose, come nella fragilità di un bambino che ha bisogno di tutto, la presenza del Signore che è presente, è venuto, viene e verrà nel silenzio, senza clamori.
È un invito a saperlo riconoscere nelle nostre fragilità che questa pandemia sta portando alla luce, come le quattro Pietre che abbiamo rotolato via domenica dopo domenica, nella nostra umanità non in guerra ma in cura, nelle fragilità di chi percorre strade difficili per trovare una vita migliore, per chi vive nella povertà, da straniero, nelle malattie, nella solitudine o nell’abbandono….
Stefania e Lara ci hanno invitato e ci invitano a pregare così:
Gesù, Parola che illumina le tenebre di questo mondo malato, sii sempre sulle labbra di Papa Francesco e di tutti i pastori delle Chiese per guidare alla fraternità l’umanità accecata da egoismo e avidità nonostante tutte le difficoltà che quest’anno ci ha portato. Ricordaci che nessuno si salva da solo.
Dona, Signore, speranza a tutta l’umanità, provata dalla pandemia come ci ricorda Papa Francesco: “In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose (salute, lavoro, abbracci), ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è nato e vive accanto a noi”.
Custodisci la nostra fede, sostienici nella paura e nello sconforto, aiutaci a non vacillare nella barca in tempesta.
Signore ti preghiamo in questa Notte Santa per tutti i sofferenti nel corpo e nello spirito, per i nostri anziani, per chi è in ospedale, per chi non ha una casa, per chi soffre a causa della solitudine, dell’ingiustizia e di questa pandemia. Sostienili e proteggili con la forza del tuo amore e del tuo Spirito, dona loro speranza e salvezza. Affidiamo tutti questi nostri fratelli e sorelle all’abbraccio tenerissimo di Maria Santissima.
Per la nostra Comunità della Risurrezione che ha celebrato da poco il cinquantesimo della sua costituzione, per tutti noi qui presenti, per i nostri fratelli e sorelle che non sono potuti venire qui questa sera, per chi è in viaggio, per chi è lontano, per tutti i nostri cari che non sono più con noi e ci hanno preceduto nella casa del Padre.
Signore donaci la pace perché possiamo vivere questo Natale nella serenità, nell’amicizia e nella fraterna condivisione senza dimenticare chi è più povero di beni e di affetto.
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