La bellezza rigenera speranza (dall'omelia di don Nandino)




LA BELLEZZA RIGENERA SPERANZA.
 


“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione e la paura” diceva Peppino Impastato, giovane ucciso dalla mafia che aveva capito quanto Il popolo cerca nella cultura le risorse interiori per ritrovarsi e riprendersi, per trovare forza, speranza, coraggio del futuro con quella bellezza che riempie coscienza e intelligenza. La storia ci offre numerosi esempi di come il ricorso alla “bellezza” sia stato chiesto e offerto in momenti oscuri come anche oggi a Marghera ne abbiamo sperimentato la possibilità.

Questa mattina la bellezza ha riempito la chiesa della CITA con la benedizione dell’icona del Battesimo di Gesù di Fabio Favaretto, iconografo della parrocchia. Oggi come ieri, la bellezza per uscire dall’oscurità della rassegnazione al brutto dell’indifferenza e del ripiegamento per la pandemia.

 

L’11 maggio 1946, da poco conclusa la Seconda Guerra Mondiale, il Teatro alla Scala di Milano riapre con un concerto di Arturo Toscanini; in un’Italia ferita e distrutta, viene percepito come un segno di pace, di rinascita, di ricostruzione. Così come era accaduto nel 1373, a Firenze, quando i cittadini chiesero che, per affrancarsi da tanta oscurità, si desse pubblica lettura della Divina Commedia.

Oggi, dopo settecento anni, mentre alla Scala si è ripetuto il miracolo con la Prima del 7 dicembre “A riveder le stelle , anche dalla Cita diciamo che il modo migliore di rinascere per la nostra città è liberare tutta la bellezza che ci circonda, nell’ambiente da proteggere, in un quadro, una musica, una scultura, un’opera architettonica. 

 

Come al Giordano fu la bellezza di Gesù a regalare agli ultimi speranza di liberazione, così dalla comunità della Cita viene la voglia di scegliere la bellezza dell’impegno che cambia la città e la storia.


don Nandino con Fabio, l'autore dell'Icona


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