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Sempre nuove alleanze. Dall'Arcobaleno al "Il legare di Isacco"

 

Abel Pann, artista israeliano (1883 + 1963). Dagli occhi di Isacco legato sulla cascina di legna scende una lacrima mentre Abramo lo avvolge in un abbraccio e lo bacia affettuosamente per l'ultima volta tenendogli la faccia alzata a porgere il collo al coltello.

La prima lettura della liturgia della seconda Domenica di Quaresima di quest’anno B ci propone un episodio che normalmente noi indichiamo come “Il sacrificio di Isacco” ma, nella tradizione ebraica, viene invece indicato come “Il legare di Isacco”.

Domenica scorsa si è riflettuto sull'Arco dell'Alleanza posto dal Padre dopo il Diluvio, domenica Il legare di Isacco. Si inizia a delineare l’itinerario che la liturgia di questa Quaresima desidera proporci: un percorso attraverso le “alleanze” che il Padre stringe con l’umanità in una spirale di approfondimento nelle prossime Domeniche.


Si ripropone qui di seguito una sintesi del midrash (rilettura attualizzante rabbinica) di Genesi 22, così come è stato rielaborato da Eli Wiesel. Chiarisce un aspetto importante e il perché del titolo dato da Israele a questo episodio. Un'ultima precisazione: il midrash indica in 30 anni l'età di Isacco al momento di questa prova, quindi non era un "bambino" ma un uomo nel pieno delle sue forze con un padre già centenario ... le letture fatte mettendosi dalla parte dei diversi interpreti cambiano molto. Al centro di tutte rimane però la fiducia nell'altro e in Dio.


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A Dio non piace che l’uomo vada lui con rassegnazione. L’uomo deve andare verso Dio con consapevolezza e con l’amore. A Dio piace l’uomo non cieco, ma lucido, franco e non adulatore. Se Giobbe gli era caro, è perché sapeva tenergli testa; Abramo lo aveva interpellato a favore delle città peccatrici, molto prima della prova d’Isacco.

E la prova, qui, ha due significati. Dio la fa subire ad Abramo e, contemporaneamente, Abramo la fa subire a Dio. Come se Abramo dicesse: “Ti sfido, Signore: mi sottometterò la tua volontà; vediamo se tu arriverai fino in fondo, vediamo se lascerai fare, vediamo se continuerai a stare zitto quando è in gioco la vita di mio figlio, che anche tuo figlio”.

E Dio fa marcia indietro, cambia parere. Dallo scontro, è Abramo che esce vincitore. Ecco perché Dio spedisce un angelo per evocare l’ordine e rallegrarsi. Lui era troppo imbarazzato. (…)

Avendo sentito la voce celeste che gli ordina di risparmiare il suo figlio Isacco, Abramo dichiara: “Giuro che non lascerò l’altare, prima di averti detto, Signore, quello che ho nel cuore”.

“E sia - risponde la voce celeste - parla”. 

“Non mi hai promesso una discendenza numerosa come le stelle del cielo?” 

“Sì, te l‘ho promessa”. 

“E questi discendenti, a chi si appelleranno? Soltanto a me?” 

“No, dice la voce celeste, anche di Isacco”. 

“E non mi hai promesso che saranno gli eredi della terra?” 

“Sì, te l’ho promesso”. 

“Di chi saranno i discendenti?  Soltanto di me?” 

“No - dice la voce - anche di Isacco”. 

“Vedi, Signore - dice Abramo con vigore - poco fa avrei potuto farti notare che il tuo ordine era in contraddizione con la tua promessa; ho contenuto il mio dolore, non ho detto niente. In cambio, voglio che tu mi faccia questa promessa: quando i miei figli, e i figli dei miei figli, per tutte le generazioni, agiranno contro la tua legge e la tua volontà, tu non dirai niente”. 

“E sia - dice la voce di Dio -. Basterà che loro raccontino questa storia. E tutto gli sarà perdonato”.

Da quel momento, scaturisce tutto il resto. Si capisce perché Abramo è diventato sinonimo di Hessed, della Grazia. E sì, è stato caritatevole; non tanto verso Isacco, quanto verso Dio. Avrebbe potuto confonderlo e accusarlo; non l’ha fatto. Sottomettendosi alla sua volontà per tutta la vita, e anche oltre, al di là, ha manifestato la sua fede in Dio e nella sua misericordia. Ha vinto la partita e, come dice il midrash, a Dio piace essere vinto dei suoi figli.

 

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È così che il “Sacrificio di Isacco” diventa un “legame” per il Signore. 

Guardando l’arcobaleno che lui stesso ha posto, Dio si ricorderà la sua promessa di non distruggere più il creato. Quando il suo popolo gli ricorderà l’episodio di Isacco, perdonerà tutto. In ambedue i casi la Misericordia avrà il sopravvento per l'eternità. La prossima settimana un ulteriore approfondimento nella continuità ci aspetta…..



Questo è un altro dipinto di Abel Pann. Si conoscono tre versioni del "Legare di Isacco". Sono di una grande intensità ed esprimono bene il dramma, l'amore, la paura, l'abbandono.
In questa versione l'abbraccio di Abramo che tiene la testa di Isacco appoggiata sul suo petto esprime tutta la tenerezza di un padre che attende, rassicura, consola il figlio spaventato e piangente in un atteggiamento di abbandono confidente.


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