Una gloria tentata, una tentazione gloriosa
Portati dalle domande che il Tempo Ordinario ci ha provocato a porre su Gesù vedendolo parlare ed agire con autorità, abbiamo iniziato l’attuale periodo liturgico nel quale siamo invitati a cercare risposte. Domenica scorsa l’Evangelo ce ne dava una prima presentandoci la pagina delle tentazioni. Gesù ci è apparso in tutto simile a noi: la vita dell’uomo è caratterizzata dall’essere costantemente nella tentazione di fare la propria volontà e non quella di Dio.
Potremmo anche essere rimasti delusi e “tentati” di dire che questo Gesù, nel quale noi avevamo visto una autorità diversa, in fin dei conti è così uguale a noi, tanto rimanerne delusi e di dire sconsolati come i discepoli di Emmaus: “speravamo ma …”.
Ma, oggi, un colpo di scena: Gesù si trasfigura davanti a tre discepoli. “Sei giorni dopo” dice Marco. Dopo che cosa? Dopo il primo annuncio della passione che aveva provocato la reazione di quel Pietro che l’aveva con riconosciuto come Signore, ma non accettava che dovesse morire tanto che, nell’Evangelo di oggi, vorrebbe fermare il tutto al momento della gloria, senza passare attraverso la strada della croce che Gesù riaffermerà anche poco più avanti. Interviene allora Padre a spazzare ogni tentazione dicendo: “Ascoltatelo!”.
Il brano è ricchissimo di simbologie e richiami biblici. Uno per tutti che ci aiuta a comprendere la correlazione con la prima Lettura. “Ascoltate il figlio mio prediletto”: è l’identico termine usato per Isacco definito da Dio come l’unico figlio che Abramo ama, che predilige e glielo chiede in olocausto. La storia di uno richiama in tutto quella dell’altro e viceversa, dall’inizio alla fine e, da sempre, la Chiesa ha visto nella vicenda di Isacco una prefigurazione di quella di Gesù anche nel luogo da sempre identificato con il monte Moria, sia per l'olocausto di Isacco, sia per la crocifissione di Gesù.
Però gli evangeli di queste due domeniche non vogliono raccontarci dei fatti eccezionali, dei miracoli. Piuttosto desiderano indicarci la realtà dell’uomo: il suo percorso nella vita ha le sue asperità non eludibili. Se vissute con coerenza e fedeltà, senza fughe, portano ad essere persone compiute secondo la volontà di amore del Padre che ci sostiene con la sua misericordia.
Forse si potrebbe anche dire che la trasfigurazione non è diversa dalle tentazioni; anzi si potrebbe giungere ad affermare che, per gli uomini e forse anche per Gesù stesso, la trasfigurazione è stata ed è una ennesima tentazione. Il Figlio prediletto è chiamato (tentato) a scegliere: essere fino in fondo un uomo adeguandosi in tutto alla nostra vita, ai suoi rischi, alle sue difficoltà, oppure vivere in quella gloria che aveva presso il Padre. La sua fatica sarà quella di andare con decisione verso la Pasqua portando tutte e due queste cose: una gloria tentata tuttavia una tentazione gloriosa. È quel cammino che siamo chiamati a fare seguendolo.
Lieta domenica a tutti!
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