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Alcuni interventi dallo Zoom della Fraternità Islamico-cristiana per la Giornata Internazionale della Fratellanza Umana

Di seguito la sintesi dello Zoom della Fraternità Islamico-cristiana di ieri sera in occasione della prima Giornata Internazionale della Fratellanza Umana.

Dopo l'introduzione di don Nandino, la prof.sa Francesca Doria, il prof. Giovanni Millino, Lam Ndeye, Peratoner Caterina e Stomeo Margherita (studentesse queste ultime tre) hanno raccontato la significativa esperienza fatta l'anno scorso.

Martina e Angelo Pistilli hanno portato il saluto del Patriarca che ricalcava il messaggio il Documento di Abu-Dabi e l'intervento del Papa (vedi il precedente post) in occasione della Giornata celebrata ieri, 4 febbraio.

In seguito è intervenuto  l'Imam di Marghera Hammad Al Mahamed


Ha sottolineato come la Fraternità di Marghera abbia precorso i tempi. Infatti ha piantato l'albero del dialogo 9 anni fa prendendosene cura con continuità perchè possa portare i sui frutti a tutti in particolare fra le nuove generazioni. Un dialogo non fatto di parole, ma di vicinanza, di frequentazioni nel concreto del fare assieme nel vivere quotidiano.

L'Imam di Montebelluna Kamel Layachi, membro del Consiglio Nazionale dell'Ucoi,


ha ricordato come l'anno scorso abbia visto meglio occhi dei ragazzi che hanno partecipato a quell'incontro, la voglia di vivere assieme, di condividere in pace culture e religioni diverse.

Il documento di Abu-Dabi è stata una sana provocazione, una scossa che ha proposto un progetto sulla cui realizzazione camminare, partecipare, costruire e lavorare assieme. C'è il bisogno di vivere la fratellanza ogni giorno, in ogni momento e non solo un giorno all'anno il 4 di febbraio. Dobbiamo riuscire a diffondere il valore della fratellanza, a renderla pratica, toccabile, così non sarà un concetto freddo, astratto, ma vivo, vitale.

Il Documento è inclusivo, tende la mano a ogni uomo, a ogni donna; dobbiamo rinnovare continuamente l'impegno a diffonderlo convinti che, come dice il suo incipit, "la fede porta il credente a vedere nell'altro un fratello da amare". Questo significa che la fede è radicata ma disarmata, non è uno scudo contro qualcuno, ma rende capaci di generare relazioni e amore con umiltà.

Sadmir Aliovski 

ha iniziato il suo intervento dicendo che abbiamo sì fedi diversi ma uguali ed uniti nella medesima umanità. Lo si è potuto verificare in quest'ultimo anno dove prima la grande acqua alta e poi la pandemia ancora in corso, hanno portato molte famiglie a vivere con difficoltà. Questo ha risvegliato il sentimento per il quale siamo stati creati: la solidarietà, il mettersi al servizio del prossimo. Anche la Comunità Islamica si è data da fare raccogliendo e distribuendo generi alimentari e, nella ricorrenza della Festa del Sacrificio, tutti sono stati invitati a donare una parte per aiutare la mensa dei poveri di Marghera. Il mondo ha più che mai bisogno di operatori di bene e di fratellanza.

Yaser Al Ashqar 

riprendendo anche alcuni altri interventi (per esempio di Marilisa Brussato e Francesca Doria) ha proposto che alcune iniziative siano fatte assieme in maniera evidente dalle due Comunità con modalità che possano essere percepite dalla società. Emergerà così alla luce che le religioni seminano non dolore ma relazioni. Iniziative sia di solidarietà, sia di incontri, sia di uscite come quella fatta all'isolo di S. Francesco del Deserto e, in futuro, magari anche in Palestina.

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