Durante l’Avvento, seguendo le indicazioni degli Evangeli, abbiamo rovesciato le pietre della solitudine, del disorientamento, dell’insicurezza, della presunzione.
A Natale abbiamo festeggiato il Signore che ha posto la sua tenda, le sue radici nella nostra umanità e noi siamo chiamati ad affondare le nostre nella sua Parola, in particolare in quella che risuonerà nel cammino di questa Quaresima per poter essere, come dice il Salmo 1, quell’uomo che è come un albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo e le sue foglie non appassiscono.
Ecco allora perché, durante questo periodo liturgico, in Chiesa c'è un albero, inizialmente totalmente spoglio. Ma, domenica dopo domenica, si arricchirà dei simboli che la liturgia di volta in volta suggerirà, fino ad essere carico dei suoi doni il giorno della festa della Risurrezione.
Oggi, Domenica 21 febbraio, abbiamo appeso delle striscioline di carta che vogliono rappresentare l’acqua perché, nella prima Lettura tratta dal libro della Genesi, abbiamo ascoltato il racconto del diluvio e dell’arco dell’alleanza. Episodio che, nella seconda Lettura, S. Pietro interpreta come figura del Battesimo, che ora salva tutti noi in virtù della Risurrezione di Cristo.
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