Sì, creatività e coraggio prima di tutto nel guardare alla crisi della Chiesa generata dal clericalismo e dalla terribile piaga degli abusi: una crisi da riconoscere come appello del Signore, oltre una lettura solamente sociale ed umana. Serve osare infatti una lettura teologica, capace di aprirsi alla rivelazione di Cristo, in questo tempo (mons. J. Beau). Abbiamo bisogno di ritrovare nella carità il fondamento e la sorgente della vita ecclesiale: in forza di questa sorgente, il Corpo di Cristo non può essere articolato semplicemente per funzioni, pena la sua burocratizzazione, perché “l’altro” è e rimane un soggetto, ed è nel rapporto tra persona e persona che il corpo ecclesiale cresce.
Soggetto e carità: ecco i due poli attorno a cui verificare ogni ministero nella Chiesa, perché qui risiede la loro unica radice. Non ci si può, dunque, ridurre a “chi fa cosa” attorno all’altare; si tratta di incontrare i bisogni della vita, per raccoglierli poi attorno al Cristo risorto: è questa la direzione per ridefinire il ministero ordinato e per mettere sempre più a fuoco quello istituito e di fatto...
Il report di
https://www.settimananews.it/pastorale/creare-nuovi-ministeri/?utm_source=newsletter-2025-03-11
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