L’amicizia di Gesù con i suoi discepoli era fatta di attenzioni, fiducia, sincerità, fedeltà ed ebbe momenti importanti, belli, talvolta anche difficili. L’amicizia di Gesù fu così grande da trasformarsi in dono totale di sé, fino al dono della vita.
Nel suo discorso d’addio ci si aspetterebbe che Gesù dicesse ai suoi apostoli, e attraverso di loro a ciascuno di noi, qualcosa di speciale perché quelle furono le ultime parole che lasciò, come un testamento. Ci saremmo aspettati: «Vi porto per sempre con me» oppure «Vi ho amato e vi amerò per sempre»; invece Gesù chiamò gli apostoli “amici”. Con loro anche tutti noi siamo chiamati amici. Siamo amici del Signore. L’amicizia è un bene più prezioso della fraternità perché porta in sé un’intensità di relazione e di amore che nella fraternità possiamo non trovare. Nell’amicizia ci si fida e ci si affida reciprocamente, ci si lascia toccare più intimamente di quanto la fraternità permetta e domandi. ...
La riflessione di Flavio Facchin è a questo link:
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La prima parte di questa riflessione è a questo link:
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