La risposta alla domanda “chi è credente” e “chi non è credente” è molto complessa. Dio è vicino a chi lo cerca più di quanto si possa immaginare.
La secolarizzazione il cui processo si è intensificato con l’Illuminismo, ha raggiunto ora uno stadio che si manifesta come una non corrispondenza tra i valori diffusi nella società e quelli proposti dalla Chiesa.È ricorrente la constatazione desolata che la gente viene di meno a messa, che le chiese sono vuote, che le vocazioni diminuiscono… e via enumerando. Tutto ciò non significa certo che la fede e la Chiesa siano al capolinea: semplicemente è cambiato il contesto sociologico che facilitava quella coincidenza, spesso anche di apparenza.La secolarizzazione, tuttavia, non ha significato del tutto l’estinzione della religiosità e di una spiritualità nel suo ampio spettro che comprende quella legata alla fede, quella ancorata nell’animo umano e quella che si presenta come un dato molto soggettivo del tipo “credo a modo mio” o come ricerca di sé stessi, meditazione, yoga…Soprattutto non ha eliminato né potrà eliminare del tutto le domande profonde che affiorano comunque nell’animo umano, anche a causa dei sottoprodotti negativi della secolarizzazione. Non è quindi scontato che il nostro tempo segni l’assenza della ricerca di Dio.
L'intervento di Renato Borelli è a questo link:
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