Introduzione
Nel tempo liturgico di Pasqua il testo evangelico ci racconta che il Cristo risorto e vivente continua a essere presente in mezzo ai suoi discepoli e lo fa in modi diversi.
In questa terza domenica di Pasqua l’incontro tra i discepoli e il Risorto avviene sul lago di Tiberiade. I discepoli scoraggiati, dispersi tornano al loro mestiere di prima, pescare. Ma la pesca va a vuoto, non prendono nulla. E allora Gesù, che loro dapprima non riconoscono (come era avvenuto per i discepoli di Emmaus) dà loro istruzioni su come fare e avviene una “pesca miracolosa”, una pesca che riecheggia quella narrata al capitolo 5 di Luca, quella in cui Gesù affida a Simon Pietro la missione di essere “pescatore di uomini”. E’ Giovanni che per primo riconosce Gesù, che dice “E’ il Signore”, ma è Simone a portare a riva la rete stracolma di pesci. Poi Gesù compie ancora il gesto di dare il pane ai discepoli, insieme al pesce. E avviene il dialogo tra Gesù e Simone “Mi ami tu?” e l’esortazione ad essere il pastore delle sue pecorelle.
Un racconto semplice che, come sempre nel Vangelo, sappiamo carico di tanti significati.
Ad esempio ci presenta la fede come una esperienza di amicizia in itinere, con i suoi momenti di scoraggiamento, di dubbio e di fatica, ma in cui c’è sempre la possibilità di ripartire con nuovo entusiasmo, se solo sappiamo cogliere le opportunità che inaspettatamente si presentano a noi nel quotidiano. Ma questo racconto ci parla anche della missione della Chiesa, della sua unità: una sola barca, un solo gregge con un solo pastore. Un pastore il cui primato non significa potere assoluto, ma assunzione di responsabilità e totale servizio, a imitazione del Cristo.
Queste parole assumono una speciale risonanza in questi giorni in cui, dopo la morte dell’amato papa Francesco, sta per iniziare il Conclave.
In questa messa vogliamo in particolare esprimere la nostra gratitudine per il dono di Francesco, la nostra preghiera per cercare di custodire e fare nostre lil suo insegnamento e la sua testimonianza, l’invocazione allo Spirito, che soffia dove vuole, perché soffi forte anche sul Conclave.
Intenzioni penitenziali
Non può essere, questo, il tempo di equlibrismi, tattiche, prudenze, il tempo che asseconda l’istinto di tornare indietro, o peggio, di rivalse e di alleanze di potere, ma serve una disposizione radicale a entrare nel sogno di Dio affidato alle nostre povere mani. (card. Reina, vicario di Roma)
Libera la tua chiesa dall'insidia del potere. Forzaci al cambiamento!
Noi, oggi, portiamo il tocco di Dio, o le parole nostre soltanto? I battezzati sono portatori imperfetti – Papi compresi – dell’irradiazione del Signore nella città dell’uomo. Ho detto città dell’uomo e delle donne e non Chiesa Cattolica Romana. Il Signore non si fa impressionare dalle porte chiuse e dalle piazze multietniche, passa i muri e parla tutte le lingue. Di questi passaggi anche il Papa sia antenna con noi che insieme vibriamo in anticipo sul segnale. (Pierangelo Sequeri)
Ci ostiniamo a ridurre il mondo a una chiesa che Dio non ha pensato. Scuotici!
“Sognerei che il prossimo Papa salpi seguendo la stessa rotta e non cambi direzione. Anche a me ripeteva “vorrei una Chiesa che sia per tutti, per tutti, per tutti”. Però quando capiremo davvero che non possono essere solo i vescovi a decidere sulla Chiesa?” (card. Vesco, Algeri)
Per non aver fatto tutto il possibile per cambiare davvero la chiesa. Perdonaci!
Preghiamo. Ma siamo capaci di sognare, Signore? Quando il cuore è aperto e capace di sognare c’è posto per accarezzare quelli che soffrono, c’è posto per mettersi accanto a quelli che non hanno pace nel cuore o mancano del necessario per vivere. Donaci Signore un cuore aperto, un cuore capace di amare e di sognare. (Papa Francesco, 8 settembre 2016)
Il Signore, che con tenerezza custodisce ogni uomo,
ci renda capaci di custodire la gente, di aver cura di tutti, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. Ci insegni ad aver cura l’uno dell’altro, di vivere con sincerità le amicizie, reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene.
Ci renda custodi del creato, con sguardo di tenerezza e amore,
E poiché tutto è affidato alla custodia dell’uomo -responsabilità che ci riguarda tutti e non solo i cristiani- consapevoli che il vero potere è il servizio,
non ci faccia aver paura della bellezza e della tenerezza!
(papa Francesco 23 marzo 2013)
Preghiere dei fedeli
Con fiducia chiediamo: Signore, sostieni la nostra speranza!
In questi tempi segnati da difficoltà, paure, incertezze siamo portati a chiuderci in noi stessi, ci illudiamo di essere autosufficienti e rischiamo di diventare indifferenti alle sorti e alle sofferenze degli altri. Signore Gesù, renderci consapevoli che, come papa Francesco ci ha costantemente ricordato, nessuno può salvarsi da solo, perchè nel mondo tutto è collegato, è intimamente connesso. Tutti siamo chiamati alla condivisione, alla fraternità e ad essere responsabili della casa comune.
Preghiamo: Signore, sostieni la nostra speranza!
Preghiamo ancora con le parole di Papa Francesco:
“Abbiamo provato tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze e anche con le nostre armi; tanti momenti di ostilità e di oscurità; tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite... Ma i nostri sforzi sono stati vani. Ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrutto!”. Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino.”
Preghiamo: Signore, sostieni la nostra speranza!
Perché la Chiesa si senta in dialogo con tutti, con i cristiani di altre confessioni, con i credenti di altre religioni e con i non credenti, poichè, come papa Francesco ci ha ricordato, “la verità testimoniata dalla fede è quella dell’amore” e “la fede non è intransigente, ma cresce nella convivenza che rispetta l’altro.”
Preghiamo: Signore, sostieni la nostra speranza!
Perché anche la nostra piccola Comunità faccia proprie le parole di Francesco: “Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita.
Preghiamo: Signore, sostieni la nostra speranza!
Spirito santo, guida quanti sono chiamati a scegliere il nuovo Papa, come guida nella Chiesa e fratello di ogni uomo e donna.
Preghiamo: Signore, sostieni la nostra speranza!
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