“O vivremo del lavoro o pugnando si morrà” recita il noto Inno dei lavoratori scritto dal leader socialista Filippo Turati nel 1886. Pochi anni dopo, nel 1889, a Parigi veniva istituita la Festa internazionale dei lavoratori: un giorno per mettere al centro il lavoro
Questa Festa, istituita a Parigi nel 1889 in ricordo della rivolta di Haymarket e della lotta per una giornata lavorativa di 8 ore, si diffonde rapidamente come simbolo di resistenza. Nel tempo viene riconosciuta ufficialmente da numerosi Stati e anche dalla Chiesa cattolica, che la trasforma in una ricorrenza liturgica. Con il XX secolo, il carattere sovversivo della festività pare attenuarsi, specialmente nei Paesi post-industriali. Oggi, nelle sue molte declinazioni, il lavoro non sparisce nelle società avanzate ma si concentra nei servizi. Ed è proprio nei servizi che, per molte ragioni, la celebrazione di questa festa risulta spesso difficile.Se vogliamo che il lavoro umano rimanga un'attività fondamentale, la transizione tecnologica deve essere governata con un ruolo attivo delle istituzioni e dei sindacati. Riscatto e dignità del lavoro sono parole chiave che scandiscono le rivendicazioni delle classi lavoratrici otto-novecentesche, lavoratori e lavoratrici che presa coscienza del loro comune destino si uniscono e lottano collettivamente per modificarlo. È così che il lavoro da questione prettamente individuale diviene qualcosa di diverso ...
L'articolo di Eloisa Betti è a questo link:
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