La Democrazia cristiana ha incarnato una laicità autentica, mai subordinata al magistero ecclesiastico, ma fondata sull’autonomia dei laici in politica. Diversamente dagli odierni “atei devoti”, i leader Dc non strumentalizzavano la Chiesa, ma agivano con coerenza e sobrietà.
Tra i non pochi meriti che vanno ricordati quando si parla della Democrazia cristiana – “il partito italiano” per eccellenza, per dirla con lo storico cattolico Agostino Giovagnoli – non possiamo non annoverare una sana e credibile laicità dell’azione politica. Una laicità non solo predicata ma autenticamente praticata dai suoi principali leader e statisti. Sia quelli che avevano più dimestichezza con le alte gerarchie ecclesiastiche e sia coloro che si limitavano anche solo ad una formazione culturale, etica e politica ricevuta dall’impegno nell’associazionismo giovanile cattolico.
Perchè di questo si tratta. E lo abbiamo sperimentato, in modo persino plateale, proprio in questi ultimi giorni di lutto per la cattolicità mondiale. Ora, il punto centrale non è quello di commentare – o di impadronirsi – di singoli pezzi dell’insegnamento della Chiesa. Un’operazione di “taglio e cuci” che, comunque sia, è apparsa ridicola e grottesca messa in atto da alcuni capi partito nel nostro paese...
La riflessione di Giorgio Merlo è a questo link:
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