“Finché le religioni non avranno il coraggio di ammettere e dichiarare ufficialmente che il testo sacro al quale esse s’ispirano, insieme a pagine indubbiamente sublimi, contiene anche elementi spuri, scorie che ne infettano la grandezza e avvelenano l’animo di chi ispira il proprio comportamento a una scrittura ritenuta sacra, finché non ci sarà questo passo, le cosiddette “religioni del Libro” saranno sempre causa di sofferenza e di morte, in nome di Dio…”.
Finché le religioni non avranno il coraggio di ammettere e dichiarare ufficialmente che il testo sacro al quale esse s’ispirano, insieme a pagine indubbiamente sublimi, contiene anche elementi spuri, scorie che ne infettano la grandezza e avvelenano l’animo di chi ispira il proprio comportamento a una scrittura ritenuta sacra, finché non ci sarà questo passo, le cosiddette “religioni del Libro” saranno sempre causa di sofferenza e di morte, in nome di Dio. Il motivo, infatti,per il quale si è permesso, giustificato e persino comandato ogni crimine in nome di Dio, è che “così è scritto”, e le sacre scritture, da fonte di vita si trasformano in strumenti di sofferenza e di morte.
Ma non è sufficiente spurgare le scritture da arcaici elementi tribali, dalle superstizioni, dai tabù, dall’atavico odio etnico, occorre anche che quel che è stato scritto sia rettamente e continuamente interpretato, altrimenti una comprensione meramente letterale della scrittura anziché comunicare vita, può causare morte, come ben si rese conto l’apostolo Paolo (“La lettera uccide”, 2 Cor 3,6)....
La riflessione di Alberto maggi è a questo link:
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