Mc 7,3-4: I farisei – e tutti i Giudei – non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame
Chi va al mercato, è inevitabile che venga in contatto con persone, con oggetti, con alimenti che possono essere portatori di impurità.
Può inavvertitamente toccare un pagano, un oggetto idolatrico, una donna durante il suo ciclo…
Tornando a casa deve fare la purificazione e il rito della netilat yadayim, va eseguito in modo meticoloso come prescritto nel Talmud.
Il recipiente con cui si deve fare la purificazione deve avere dei manici e deve avere il bordo superiore liscio, ben integro.
L’acqua poi deve essere versata sulle mani dalla persona, non ci si può purificare direttamente al rubinetto o a una fontana.
L’acqua deve essere pulita, limpida ed è stabilita anche la quantità minima, deve essere almeno di “1/4 di log”, che corrisponde a “un uovo e mezzo” per ogni mano.
Prima l’acqua deve essere versata sulla mano destra con la sinistra, per tre volte deve essere versata, e le dita devono rimanere ben aperte in modo che l’acqua penetra bene, non ci devono essere anelli quindi; la purificazione deve arrivare almeno fino al polso, al tempo di Gesù arrivava fino al gomito.
Poi, dopo che è stata purificata la mano destra, si prende il recipiente con la destra per purificare la sinistra e a questo punto il recipiente può esser tenuto anche con un tovagliolo, con la sinistra non si poteva tenere col tovagliolo, poi alla fine, sulla mano sinistra deve essere lasciata un po’ d’acqua che va sfregata sulla mano destra, poi si tendono le mani verso l’alto.
Soltanto dopo si possono asciugare le mani e da quel momento non si deve pronunciare una parola prima di avere mangiato il pane, altrimenti bisogna ripetere il rito.
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