L'avvocata e attivista Martha Patricia Molina, dagli Stati Uniti dove è esiliata, continua a raccogliere dati dei soprusi compiuti dal regime Ortega e Murillo contro sacerdoti, religiosi, attività caritative
Una persecuzione asfissiante, continua, senza tregua. Se si poteva pensare che, dopo la “deportazione” della spina nel fianco del regime, il vescovo Rolando Álvarez, il presidente Daniel Ortega e la vicepresidente “consorte” Rosario Murillo allentassero la presa nei confronti della Chiesa cattolica del Nicaragua, i fatti dicono che ciò non è avvenuto e, in particolare, aumenta il numero di sacerdoti e religiosi che non vivono più nel loro Paese, perché esiliati a forza oppure per loro libera scelta. Si tratta di 245 persone, tra vescovi, sacerdoti, diaconi, seminaristi e religiose.
Il rapporto a cura di Bruno Desidera è a questo link:
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