Striscia di Gaza: non solo poliomielite. Crescono i casi di epatite e malattie della pelle.

Il conflitto ha reso difficile la somministrazione di vaccini, come pure curarsi, vista l’impossibilità di isolamento reale o di mangiare cibi adatti alle varie patologie. Il racconto di una giovane addetta di Caritas Jerusalem


Lo scorso luglio l’Oms aveva riscontrato il virus in campioni di liquami provenienti anche da siti di Khan Younis. La ricomparsa del poliovirus a Gaza, denunciano le associazioni “è il risultato diretto della distruzione delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie e delle restrizioni del governo israeliano su riparazioni e forniture. Insieme al sovraffollamento, allo sfollamento e a un sistema sanitario paralizzato, queste azioni hanno creato un ambiente favorevole alla diffusione del virus nella Striscia”. Il contagio, secondo i virologi, avviene per via oro-fecale, con acqua o cibi contaminati o attraverso la saliva, colpi di tosse e starnuti da soggetti ammalati o portatori sani. Condizioni all’ordine del giorno tra i gazawi costretti all’emergenza.

Il report a cura di Daniele Rocchi è a questo link:

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