Che il primo governo italiano guidato da una forza politica con la storia di Fratelli d'Italia, in una situazione europea complessiva come l'attuale, costituisca un fatto di importanza storica, a prescindere dalla sua durata e dal suo valore, credo sia incontestabile. Vi sono fattori culturali di lungo periodo che possono aiutarci a spiegare "l'esperimento"?
Occorre andare alla radice di quella cancel culture ovunque dominante. Col passato non si fanno i conti, lo si cancella. Chi ha posto mano all'aratro vittorioso rifiuta di volgersi indietro. Sono vagoni di errori, a che pro affrontarli? Basta un giudizio frettoloso dall'alto delle proprie nuove certezze, un giudizio che diviene una melassa ideologico-moralistica. Il passato è zavorra se perdiamo tempo a discuterne, meglio abbandonarlo all'indifferenza e infine all'oblio.
Credo perciò autentica l'insofferenza della giovane leader quando la interrogano sul suo passato. Il passato o è portante o non è. E nessun passato per nessuno sembra essere oggi portante. Questo tratto generale della nostra cultura esprime, a volte con ingenua baldanza, la nostra leader: resettiamo la nostra memoria; i padri, sostanzialmente, hanno tutte le colpe che volete, ma non mi interessa, "io non c'ero"; che i figli, liberi dal dover ricordare, diano mano al radioso futuro.
Tuttavia il passato non si arrende a esser morto. Viene il momento che esso torna drammaticamente a riguardarci e ...
La riflessione di Massimo Cacciari continua a questo link:
https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202408/240812cacciari.pdf
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