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L’ Assunta del Tiziano

 

 

Nel 1516 i francescani della chiesa di Santa Maria gloriosa dei frati a Venezia commissionarono Tiziano la realizzazione della pala dell’altare maggiore, raffigurante l’assunzione della vergine in cielo dopo la morte. Il dipinto, ultimato nel 1518 è collocato entro un monumentale arco trionfale marmoreo, costituì per la pittura settentrionale una novità rivoluzionaria dal punto di vista sia iconografico che stilistico.


Nella parte inferiore vi sono gli apostoli, disposti intorno al sarcofago della vergine, del quale si intravede solo la parte dove Tiziano a posto la firma e su cui è seduto San Pietro in atteggiamento agitato e commosso alla vista della madonna che viene portata in cielo su una nube da una schiera festante di angioletti. La vergine e accolta a braccia aperte da Dio padre, affiancato da due angeli pronti a conferirle le corone della castità e della santità è inserita in una visione di luce dorata in cui si intravedono infinite teste di cherubini. La resa atmosferica avvolgente e le calde tonalità giorgionesche che vengono applicate è una palla di dimensioni eccezionali, che non appare più al fedele come un’icona da contemplare da lontano, quanto piuttosto come una visione in atto e potentemente coinvolgente. Volutamente ribadita, anche nei colori e nelle pause dei personaggi, la netta divisione fra terra e dimensione soprannaturale: nella parte inferiore le forme sono più definite e concrete, mentre nella parte superiore i contorni sono più sfumati e le cromie più calde. Le due zone sono però idealmente collegate dei gesti degli apostoli, dagli sguardi di alcuni angioletti ed è richiami cromatici: la posizione del rosso della veste di Dio, della Madonna e dei due apostoli sottostanti enfatizza la struttura piramidale e suggerisce una chiave di lettura, così come simmetrica è la disposizione dei verdi.

 

È la prima opera in cui si legge l’allontanamento in maniera decisiva dal Rinascimento perché sintetizza l’esperienza formale di questo periodo ma mette anche in chiaro la sua ricerca che si basa sulla presenza materica del colore, che determina la composizione dell’opera rinunciando di fatto al disegno.

 

Lo sviluppo verticale riprende il tipo di composizione di Raffaello, mentre la parte inferiore quello di Michelangelo per via della dominante plasticità e la carica di dinamismo e pathos delle figure.

La composizione è di tipo ascensionale è il punto focale è la scena dell’assunzione di Maria a cercata dagli angeli in posizione intermedia. Qui domina la luminosità del cielo, che fa da linea di mezzadria, e la scena culmina con il creatore che incorona Maria. Per quanto riguarda il colore, il rosso è predominante e determina una visione piramidale con la madonna al vertice, che è centrale perché attraverso i colori complementari rosso e verde costituisce il centro dinamico dell’opera. L’ambientazione, e in generale la scena, sono meno ricche rispetto a quelle delle altre opere (gli apostoli sono addirittura in ombra) poiché nella chiesa dove l’opera doveva essere posizionata entrava molta luce; inoltre la luce in cui sono coinvolti è naturale, mentre quella della madonna, di Dio e dei cherubini e metafisica: ci sono dei punti di colore, come il bianco a sinistra e il rosso, che mostrano la capacità e cresce di Tiziano nel gestire queste duplici tipologie di luci. Padova, dunque nelle opere precedenti, le figure erano calme; qui è presente un moto vorticoso che rappresenta le reazioni degli uomini di fronte all’evento miracoloso dell’Assunzione. La madonna, poi, compie un movimento ascensionale e si torce come un’elica.


L’opera è molto simile a quelle di stile barocco per via dell’esagerazione di sentimenti, movimenti ed espressioni per via della grandezza spropositata di 7 m di altezza; il fatto poi che il supporto di legno di vari quintali rimanga sospesa tra due colonne di marmo ha dato inizio a nuovi dimensioni della fantasia.

Nella tavola è presente una rottura emotiva non propria del Rinascimento, una forte umanizzazione che determina un distacco dall’ideale neoplatonico raffaelita. La figura del divino è importante perché poste su di un piano prospettico diverso, come se si trovasse in profondità, e inoltre una posizione obliqua inclinata a differenza della madonna che è perfettamente frontale.

 

(da www.skuola.net)









(Foto dei particolari di BiGio)


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