Due opinioni: Il silenzio dei musulmani e Il Corano alla prova

Il Silenzio dei musulmani


di Tahar Ben Jelloun (Fès, 1º dicembre 1944) è uno scrittore, poeta e saggista marocchino (la Repubblica del 21 agosto 2021

Un silenzio assordante dei paesi musulmani ha accolto la vittoria dei talebani in Afghanistan. Indifferenza o semplice passività, o una vecchia abitudine a non dire né fare nulla quando l’Islam viene usato per un compito indegno dei suoi valori?  

Il Qatar, che ha aiutato i talebani, si comporta come se non avesse nulla a che fare con loro. Non una parola. Né l’Arabia Saudita ha fatto alcun commento. Eppure c’è molto da dire sul modo in cui l’Islam viene deviato per diventare bandiera e ideologia del terrorismo. 

Perché i popoli musulmani non reagiscono a questa orribile deviazione della loro religione? Perché un’istituzione come Al Azhar, al Cairo, non si esprime con fermezza e senza ambiguità contro queste bande di distruttori dell’Islam? Perché assistiamo al trionfo dell’orrore in Afghanistan come in alcuni Paesi africani, senza muoverci, senza gridare, senza manifestare il rifiuto di questa barbarie? 

Boko Haram significa “libro proibito”. Talebani significa “studenti”. Sia il primo che i secondi si incontrano nel tunnel dell’oscurantismo. Entrambi i fenomeni sono segnati dall’odio per i libri e la cultura.
Dall’odio e l’asservimento della donna. 

Da molto tempo l’Islam è usato da dei criminali come ideologia e bandiera di un nuovo ordine, quello della sottomissione e della schiavitù dei bambini e delle donne. Inutile ricordare che niente di tutto questo esiste nell’Islam.      
I testi, letti con intelligenza, scagionano l’Islam da questi atti di violenza. Ma è necessario mobilitarsi ovunque nel mondo musulmano per rifiutare gli abusi.         
In Nigeria, Boko Haram rapisce giovani liceali per indurre i genitori a non mandare più le figlie a scuola. I talebani fanno traffico di droga per comprare armi e conquistare un Paese. L’11 marzo 2001, il patrimonio culturale mondiale subì un danno irreparabile con la distruzione delle monumentali statue di Buddha a Bamiyan. Il mondo musulmano, contrariamente al mondo occidentale, non reagì.   
Vent’anni dopo, gli insorti si sono impadroniti delle principali città senza dover combattere. Kabul si è arresa. Il presidente del Paese è fuggito all’estero.        
L’esercito regolare afghano è così corrotto che non ha opposto resistenza. Ha consegnato il Paese a una banda di uomini armati fino ai denti, pronti a imporre le proprie regole sul funzionamento di una società in cui le donne sono considerate schiave.           
Un abitante di Baghlan (una provincia del Nord) racconta: «Tutte le forze governative sono fuggite subito dopo l’arrivo dei talebani senza resistenza».    
Le donne fuggono prima che arrivino i talebani. Sanno che saranno violentate o costrette a sposare uno dei capi. Una giovane afghana ha detto all’Afp che «piange giorno e notte nel vedere i talebani costringere le ragazze a sposare i combattenti». Piange perché sa cosa l’aspetta se cade nelle mani di questi individui.           
Per ordine di Joe Biden, gli americani, dopo vent’anni di presenza, si sono ritirati da questo pantano. Ci si chiede perché si siano imbarcati in questa avventura. I vari leader non hanno tratto alcuna lezione dalla sconfitta in Vietnam.        
Certo, c’è stato prima l’intervento sovietico, poi la lotta contro il comunismo e l’ateismo dell’Arabia Saudita e infine l’arrivo degli americani con l’intenzione di addestrare l’esercito afghano per difendere il Paese dalla barbarie. Un fallimento su tutti i fronti. La guerriglia urbana ha più risorse della guerra convenzionale. E così l’Afghanistan diventerà il centro del terrorismo su scala globale.
Gli europei temono un afflusso massiccio di rifugiati afghani. L’Iran ha già accolto 3,5 milioni di afghani in fuga e il Pakistan 1,4 milioni. Gli europei sono pronti a dare soldi a questi due Paesi perché accettino altri rifugiati. La paura di vedere arrivare sul suolo europeo delle famiglie afghane è reale. L’asilo politico per questi milioni di rifugiati non funziona più.                     
Il mondo ha assistito al crollo di un esercito e di uno Stato in pochi giorni. Si dice che alcuni governatori abbiano negoziato con gli insorti per fuggire, lasciando le città aperte ai talebani. Il male viene da lontano. La corruzione e la mancanza di legittimità dei governanti hanno contribuito alla rapida vittoria dei talebani. 

Il silenzio del mondo musulmano ha sorpreso tutti. Un Paese, una società, sono caduti nelle mani di persone che non sanno nulla dell’Islam e della sua filosofia. La vittoria dei talebani è il trionfo dell’oscurantismo religioso, la sottomissione delle donne e la fine della cultura. E tutto questo viene imposto a un popolo in nome dell’Islam. 


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Il Corano alla prova



di Luigi Sandri. A lungo corrispondente dell’ANSA a Mosca e a Tel Aviv. Attualmente è corrispondente a Roma dell'”Ecumenical News International” (ENI), agenzia del Consiglio Ecumenico delle Chiese di Ginevra, vaticanista del quotidiano “L’Adige”, di Trento, e componente del comitato di redazione della rivista del dialogo interreligioso “Confronti”. (L'Adige del 23 agosto 2021)


Insieme ad aspri sconvolgimenti politici e sociali, i drammatici eventi che stanno scuotendo l'Afghanistan evidenziano intricati problemi teologici, derivanti da una lettura fondamentalista del Corano che comporta devastanti conseguenze sulla vita della gente, soprattutto le donne. (…)

I musulmani, infatti, ritengono che il Corano sia stato rivelato da Allah (=Dio) parola per parola. Tuttavia nelle varie “sure” (capitoli) vi sono affermazioni che, all’apparenza, potrebbero sembrare
contraddittorie. Per bene interpretarle occorre dunque considerarle nell’insieme del messaggio coranico. D’altronde alcune rigidissime prassi, come quelle che i Talebani impongono alle donne e al loro modo di vestirsi, non sono affatto richieste dal Corano, ma da tradizioni maschiliste locali, che si perdono nei secoli. 

Spetta ai musulmani (1,5 miliardi di persone) decidere come oggi il Corano vada interpretato; ma è certo che moltissimi di essi ritengono tradimento, e non attuazione della volontà divina, decidere come le donne debbano vestirsi, o tagliare la testa agli/alle “infedeli”.  
Sarebbe perciò importante che il mondo musulmano sparso nel mondo alzasse forte la voce per denunciare, esso per primo, l’abuso del Corano che hanno fatto in passato, e fanno anche oggi, alcuni loro correligionari, fondamentalisti, quando basano sul libro sacro dell’Islam le loro atrocità contro persone inermi. 

Purtroppo - salvo rare eccezioni - in questi giorni è mancato un sussulto generalizzato di organizzazioni musulmane, e di governi di Paesi massicciamente musulmani, contro le sanguinose “imprese” di fanatici che, pretendendo di attuare correttamente il Corano, in Afghanistan compiono delitti efferati. Beffandosi della sura 5 che afferma: «Chi uccide un innocente, uccide l’intera umanità; chi salva una vita, salva l’intera umanità». 

 


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