Passa dalle emergenze del mondo il dialogo fra cristiani e musulmani

XX Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico il 27 ottobre


«La cura del mondo mi riguarda» è il titolo dell’Appello che lancia la XX Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico in programma in Italia il 27 ottobre. Lo slogan, in questa rovente estate di “fuochi”, tra i quali il braciere afghano, è una richiesta di responsabilità. Nata vent’anni fa dopo l’attentato dell’11 settembre alle Torri Gemelli di New York, l’iniziativa di dedicare una giornata che opponesse alla teoria dello scontro di civiltà il dialogo si era ispirata all’invito di Giovanni Paolo II a condividere con i fratelli e le sorelle musulmani il digiuno dell’ultimo venerdì di Ramadan, che nel 2001 cadeva il 14 dicembre. Nel 2002 il volume La rivincita del dialogo: cristiani e musulmani in Italia dopo l’11 settembre, curato da Paolo Naso e Brunetto Salvarani, presentò le ragioni per creare ponti. Dal 2008 la Giornata fu celebrata, per comodità, non più nella data mobile islamica ma il 27 ottobre, anniversario del primo incontro interreligioso per la pace ad Assisi nel 1986.

Il sottotitolo della Giornata 2021, “Ricordando Giovanni Sarubbi”, fa memoria di uno dei suoi più attivi promotori, scomparso il 7 aprile. Giornalista, sindacalista, pacifista, Sarubbi attraverso il periodico online Il Dialogo che aveva fondato nel 1996 divulgava l’iniziativa pubblicando gli Appelli, le adesioni e gli appuntamenti, e connetteva persone e gruppi.

La testata, acquisita dalla figlia Sara, è una mappa variegata che ha al cuore la Giornata del dialogo cristiano-islamico e ospita anche gli altri temi attorno ai quali ruotava la vita stessa del suo direttore: i no al razzismo, alla guerra, alle diseguaglianze; i sì alla pace, alla non-violenza, al disarmo, alla tutela ambientale, alla giustizia sociale. Questo era Giovanni Sarubbi, un uomo dedicato al mondo, e il tema scelto per questo ventennale riflette la sua sensibilità e prosegue una riflessione iniziata l’anno scorso.

L’Appello sottolinea che «la dimensione della cura, balzata in primo piano nel tempo della pandemia da Covid-19, è ancora e più che mai attuale. I credenti ne trovano la radice nelle rispettive rivelazioni e tradizioni religiose. Rivivificando la nostra relazione con Dio riceveremo la forza e l’umiltà per onorare un impegno che ci costituisce». L’assunzione di responsabilità che costituisce il cuore del testo redatto per la Giornata parafrasa le esortazioni del discorso pronunciato da papa Francesco nel viaggio apostolico in Iraq durante la tappa a Ur dei Caldei il 5 marzo scorso: «Sta a noi, cristiani e musulmani di oggi, trasformare le nostre chiusure identitarie in dialogo e confronto vitale. Sta a noi vegliare e curare insieme la casa comune con tutti i suoi esseri viventi. Sta a noi rifiutare la guerra e operare la pace. Sta a noi promuovere il diritto alle cure e al cibo per tutte e tutti. Sta a noi tutelare i disoccupati, liberare i nuovi schiavi e le donne sfruttate e violate».
In questo spirito i promotori cristiani e musulmani della Giornata invitano «tutti gli amici e le amiche della pace e del dialogo, tutte le comunità cristiane e musulmane, tutte le istituzioni democratiche che hanno a cuore la difesa della nostra Costituzione» a realizzare iniziative di dialogo per il 27 ottobre. La tradizione enumera lo svolgimento di incontri, tavole rotonde, preghiere, agapi. Quest’anno i gruppi e i singoli sono invitati a «riprendere con coraggio il cammino tracciato da Giovanni e dagli altri ideatori della Giornata, e celebrarla in sua memoria guardando al futuro che è già qui».

Fra i temi dell’edizione 2021 anche la pandemia con il richiamo alla comune responsabilità. «Rivivificando la nostra relazione con Dio riceveremo la forza e l’umiltà per onorare un impegno che ci costituisce». Il ricordo di Giovanni Sarubbi che si era speso per la giustizia sociale, la tutela dell’ambiente, la pace, la non-violenza.

Laura Caffagnini

in “Avvenire” del 18 agosto 2021




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