Uno dei nomi di questa festa nella tradizione è quello del “transito” di Maria presso Dio mentre, la sua vita nella nostra realtà, celebra il transito, il passaggio di Dio nella sua vita che, come nella nostra, diviene il luogo della presenza del Dio con noi, fonte di benedizione.
L’incontro tra le due donne è nella sua essenzialità ricchissimo e ci narra quello che dovrebbe accadere in ogni incontro tra due cristiani: riconoscere nell’altro l’azione di Dio, i reciproci carismi, i doni con i quali il Signore si fa presente nella nostra quotidianità.
Le due donne si abbracciano nello stupore di quello che il Signore può fare attraverso di loro: vite che si accendono nell’impossibilità dell’umano, nella sterilità e nella verginità.
Nelle icone le due figure diventano quasi una cosa sola a dirci che, nella loro radicale diversità, le modalità con la quali vivono corrispondono. Ambedue infatti hanno creduto contro ogni evidenza al compiersi delle promesse di Dio che hanno accolto in un ascolto obbediente, facendo spazio in loro alla sua azione.
Questo ci invita a configurare il nostro essere sul loro esempio. In fin dei conti, con la discesa dello Spirito e la partecipazione al Pane Unico, portiamo nella nostra vita il Signore continuando a fare quello che lui ha fatto nella nostra realtà e diventa così la nostra storia, nella quale lui ispira i nostri pensieri e muove i nostri passi attraverso i quali realizza le sue promesse. Così il credente, con il correre in fretta gli uni verso gli altri, riconoscendo e mettendo assieme i reciproci carismi, rende efficace la Parola anche contro ogni speranza e possibilità umana.
Maria, incontrando Elisabetta non racconta sé stessa ma, cucendo assieme due testi della Scrittura, riconosce l’azione del Signore in lei che è già in atto: ha disperso, ha rovesciato, ha innalzato, ha ricolmato, ha rimandato …, verbi che non rimandano ad un futuro più o meno lontano, ma quanto accade oggi: legge cioè la storia con lo sguardo di Dio invitando noi a fare lo stesso. Non solo a parole, ma a realizzarle nel nostro presente.
(BiGio)
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