In sintesi: il "credere" precede il "conoscere"


 

«Questa parola è dura...»

Nessuno aveva mai parlato di Dio così: un Dio che non versa sangue, versa il suo sangue; un Dio che va a morire d’amore, che si fa piccolo come un pezzo di pane, si fa cibo per l’uomo.
Finita la religione delle pratiche esterne, dei riti, degli obblighi, questa è la religione del corpo a corpo con Dio, fino a diventare una cosa sola con lui.

«volete andarvene anche voi?»

C’è un velo di tristezza in Gesù, consapevole della crisi in atto. Ma c’è anche fierezza e sfida, e soprattutto un appello alla libertà di ciascuno: siete liberi, andate o restate, ma scegliete seguendo quello che sentite dentro! Sono chiamato anch’io a scegliere di nuovo, andare o restare.

«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna...»

Ha intuito due cose il povero Pietro: di questo Gesù non si può proprio fare a meno. Vale la pena di continuare a seguirlo: nessuno, prima di lui, ci aveva aperto gli occhi su una “vita” così diversa da quella alla quale eravamo abituati; una vita che non finisce, la vita stessa di Dio.

«Noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio»

La successione dei verbi è tipica di Giovanni: il “credere” precede il “conoscere”; l’aver conosciuto il Signore non è sufficiente, se non si è disposti a credere in lui.

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