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La pastorale del corpo

L’ansia diffusa per le condizioni di salute di Papa Francesco esprime solo l’antica curiosità popolare per la sorte terrena degli uomini illustri oppure rivela qualcosa d’altro?


Penso che in quel sentimento di apprensione di una parte significativa dell’opinione pubblica conti molto la particolare personalità dell’attuale pontefice. E la particolare situazione della Chiesa cattolica oggi. Questa non è certo la Chiesa trionfante, che pure – va detto – la teologia cattolica colloca nel Regno dei Cieli. È, piuttosto, la Chiesa dolente e angosciata. E il corpo vulnerabile di Francesco ne rappresenta l’icona sacra e, allo stesso tempo, la reliquia vivente. Infatti, l’annuncio biblico «e il verbo si fece carne» significa anche questo: significa, cioè, che l’esperienza della fede si trascrive nel corpo del credente, ne diventa parte integrante e ispira la persona e la sua presenza nel mondo.

Così, la malattia del Papa si fa testimonianza viva e componente essenziale della sua pastorale. La malattia si innerva nella vita, negli atti e nelle parole di Francesco, fino a diventare, per dirla con il linguaggio della liturgia, consustanziale a essa: fatte, cioè, della medesima sostanza. Ne consegue che quello del cristianesimo di Francesco è un essere umano con disabilità, portatore di deficit e di handicap, cagionevole e claudicante, segnato dall’infermità e dalla caducità. In altre parole ...

La riflessione del sociologo Luigi Manconi è a questo link:

https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202502/250220manconi.pdf

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