Visto che siamo in clima sinodale, ho notato che una singolare e ante litteram sinodalità si è verificata negli ultimi decenni nel settore del canto liturgico, nel segno però della mediocrità, fatte ovviamente le debite e diffuse eccezioni nel segno della competenza, del buon gusto, di un’autentica ars celebrandi acquisita da assemblee, gruppi corali e guide musicali. Ma come sta oggi il canto nelle nostre liturgie?
Questo intervento può sembrare una questione marginale a fronte di situazioni drammatiche. Se, però, teniamo presente che il popolo di Dio radunato per celebrare l’eucaristia svolge, unito a Cristo, un servizio di rappresentanza vicaria per la Chiesa e per l’umanità, allora è ben collocato questo piccolo contributo che ha lo scopo di aiutare l’assemblea e i suoi animatori, a non dimenticare i drammi che si svolgono nel mondo, senza che ciò debba significare celebrare con animo afflitto, evitando tuttavia atteggiamenti e posture che mutuano molto da stili disinvolti e spensierati.
L'intervento di Renato Borrelli è a questo link:
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