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L'autonomia, la generazione E-G e l'orgoglio dei veneti

È un periodo storico importante per il futuro del Paese. Perché è in discussione la "mappa" dell'Italia, dopo l'approvazione della "autonomia regionale". Che il ministro Roberto Calderoli ha "progettato" e sostenuto, in ambito parlamentare. La Corte costituzionale, però, di recente ne ha dichiarato illegittime alcune parti, mentre quella di Cassazione ha giudicato ammissibile la richiesta di referendum che mira ad abrogarla integralmente.



D'altra parte, un recente sondaggio nazionale, condotto da Demos, aveva messo in luce come il progetto disponga di un consenso limitato e minoritario, in ambito nazionale: il 35%. E in calo sensibile visto che, a novembre 2023, raggiungeva il 50%. Anche in quell'analisi, però, il Nord Est si confermava come l'area più "autonomista", in quanto esprimeva il gradimento più prossimo al 50%. E nel Veneto questo atteggiamento appare ancor più forte e radicato, come di-mostra l'indagine di Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino del settembre scorso. Quando il favore per l'autonomia, in Veneto, ha raggiunto il 75%. Sostenuta, quindi, da 3 cittadini su 4.

D'altra parte, l'identità territoriale dei veneti ha basi estese e profonde. E non riguarda solo la Regione. Ma, in misura altrettanto forte, la città. Il Nord. E oltre: l'Italia, l'Europa, il Mondo. In altri termini, lo sguardo dei veneti supera ogni confine. I più giovani, in particolare, si sentono soprattutto "europei" e "globali". E non solo quelli che vivono in Veneto. Perché dovunque, in Italia (e probabilmente anche "oltre"), sono una generazione proiettata oltre confine. Anzi, oltre "i" confini. Una generazione che guarda avanti. E altrove. Una "generazione E-G". Europea e Globale. Che, tuttavia, come emerge dai dati di Demos, in Veneto esprime anche un largo orgoglio territoriale nei confronti del Veneto.

La questione, però, va al di là degli orientamenti dei cittadini nel Nord Est, dove, peraltro, l'autonomia è da sempre una realtà. Per due "ragioni", anzi, "Regioni": il Friuli-Venezia Giulia e il Trentino-Alto Adige. Un aspetto che spiega l'atteggiamento dei veneti. Circondati da aree a "statuto speciale". Che favoriscono un sentimento "speciale", presso chi non ne è coinvolto. E rischia di sentirsi, per questo, "speciale". In quanto "marginale".

L'autonomia "differenziata" tende, comunque, a produrre divisioni nel Paese. Come sottolinea, nuovamente, il sondaggio di Demos condotto in ambito nazionale. In quella stessa indagine, infatti, appare chiaro come le "differenze" di opinione, fra le aree dell'Italia, siano profonde. E radicate. Fra il Nord e il Mezzogiorno, anzitutto. Ma anche nei confronti delle Regioni del Centro. È questo il vero problema, della riforma. Che potrebbe approfondire le "distanze" nel Paese. E rischia, per questo, di disegnare non "una sola Italia unita", ma "diverse Italie". Distinte e distanti fra loro

(Ilvo Diamanti)


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