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Il Sabato di Lazzaro

“Lazzaro, vieni fuori” è la nostra vocazione di ogni giorno: vieni fuori da te stesso, dai tuoi limiti sempre più evidenti, dai tuoi condizionamenti sempre più pesanti, dalle tue chiusure sempre più miopi verso gli altri o le altre. Dal tuo destino di morte, dal sepolcro più o meno confortevole, più o meno puzzolente in cui ti sei rinchiuso. Ogni giorno, e sempre di più. “Quand’è che viene il Messia?” si chiedono i Rabbini. E rispondono con le parole del Salmo 95: “Oggi, se ascoltate la mia voce”
(fr Alberto di Bose)


C’è una tradizione nelle Chiese, in particolare quelle Orientali che, nella liturgia del sabato precedente la Domenica delle Palme, fanno memoria della risurrezione di Lazzaro come figura di quella di Gesù che avverrà una settimana dopo.

L’identificazione di questo sabato avviene seguendo gli ultimi giorni di Gesù negli Evangeli Sinottici (Marco, Matteo e Luca), che scandiscono di fatto il tempo giorno dopo giorno. Il primo di questa sequenza senza interruzioni è il sabato e viene narrata la risurrezione di Lazzaro.

La liturgia orientale prevede una processione nella natura alla ricerca dei segni della primavera, del risvegliarsi dei campi, dei fiori, delle prime gemme sugli alberi.

Durante questa processione vengono cantati dei salmi e proclamate due letture: la morte e la sepoltura di Giacobbe (Gn 49,29-50,24) e il brano della risurrezione di Lazzaro (Gv 11,1-57).

I salmi vengono cantati e le letture vengono lette a brevi pericopi fermandosi di fronte alle gemme e ai fiori.




I salmi, che qui vengono sintetizzati, sono divisi in due gruppi: il 142-143 e il 16-17

I primi due sono salmi di invocazione che si possono sintetizzare con due dei loro versetti: Signore, sii attento alla voce del mio pianto e per il tuo nome fammi vivere

I secondi due invece sono preghiere di fiducia al Signore al quale ci si affida in totale abbandono: Nelle tue mani è la mia vita, custodiscimi all’ombra delle tue ali

 

Salmo 142 - Sii attento alla voce del mio pianto

Ad alta voce supplico il Signore         
davanti a lui espongo la mia angoscia,

mentre il mio spirito viene meno.

Non c'è per me via di scampo,          

Io grido a te, Signore! 
Dico: «Sei tu il mio rifugio,     
sei tu la mia eredità nella terra dei viventi».

Ascolta la mia supplica           
Fa' uscire dal carcere la mia vita,      
perché io renda grazie al tuo nome;



Salmo 143 – Per il tuo nome fammi vivere

Signore, ascolta la mia preghiera!     
Per la tua fedeltà, porgi l'orecchio alle mie suppliche         
e per la tua giustizia rispondimi.

Il nemico mi perseguita,        

In me viene meno il respiro,  
il mio cuore cessa di battere.

A te protendo le mie mani,    
sono davanti a te come terra assetata         
Non nascondermi il tuo volto

in te mi rifugio.

Per il tuo nome, Signore, fammi vivere;        
per la tua giustizia, liberami dall'angoscia.








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