Pensierino Domenicale: V di Quaresima - Gv. 12,20-23

 


Il Vangelo di oggi ci presenta un episodio singolare: alcuni greci sono arrivati a Gerusalemme per la festa e chiedono ai discepoli di vedere Gesù. 

Nell’Evangelo di Giovanni “vedere” non significa solo “guardare”, ma fare esperienza e, qui, sono degli stranieri, non degli israeliti a chiederlo. I discepoli vanno a dirlo a Gesù che reagisce come se fosse il segnale che è giunto il momento di comprendere che Dio si fa carico della vita di tutti gli uomini, credenti o meno, ebrei e pagani. Non è patrimonio esclusivo di un gruppo di privilegiati; non è possibile “possederlo” in esclusiva.

Lo si capisce dalla risposta che Gesù dà: “In verità in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. Spesso, in maniera limitante, si interpreta questa frase soltanto in vista della morte che attende Gesù. Se invece la si legge come la risposta alla ricerca degli stranieri, Gesù afferma che la sua vita sta già portando frutto. Il seme “caduto” in terra è lui quando, nascendo, si è fatto uomo ed è giunto il momento che non solo gli israeliti possono seguirlo facendo esperienza della sua vita condividendola, ma lo possono fare tutti. Lui è venuto per l’intera umanità per portare l’amore misericordioso di Dio a tutti. È la promessa di Dio che si realizza, quella profetizzata da Geremia.

È venuto per questa ora nella quale tutti possono accogliere la presenza di un Dio nella loro storia e tutti possono seguirlo vivendo il suo stesso servizio, quello di prendere seriamente la loro vita, la storia e la vicenda umana, sapendo che è oramai anche una vicenda divina: questa è la “gloria”, l’opera “pesante” (Kabod, gloria in ebraico, significa qualcosa che “pesa”) del Padre e, infatti, Lui lo conferma: “È stata e sarà la mia opera più importante!”.

Allora chiunque può ed è chiamato a vivere la sua vita, come una storia visitata ed assunta dal Signore nelle sue gioie come nelle sue fatiche: nelle sue croci.

Quando sarà elevato sulla croce, Gesù dice che attirerà tutti a sé. Non è solo l’invito a seguirlo sulla strada faticosa della fedeltà alla storia degli uomini anche quando questa è segnata dalla morte, ma anche perché Lui, sulla croce, porterà e ha portato con sé tutta l’umanità che vive nella fatica e nella speranza.

La Chiesa, la nostra Comunità che sta vivendo questa Quaresima camminando dietro il suo Signore che sale verso Gerusalemme, ponendo domande per comprendere chi lui sia, ricevendo risposte, è chiamata a farsi carico della fatica degli uomini che Dio le ha consegnato, la fatica del mondo nella quale pure noi siamo chiamati a vivere, sapendo che questo è un chicco che muore ma che è destinato a portare molto frutto.


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