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Il serpente e la croce

                     


Nella Bibbia, in Nm 21,4-9, in seguito alle lamentele per la durezza del viaggio nel deserto, Dio manda fra gli Israeliti dei serpenti velenosi che mietono numerose vittime. Il popolo, pentito, si rivolge allora a Mosè affinché preghi il Signore di allontanare i serpenti. Dopo che Mosè ebbe pregato, Dio gli ordina di forgiare un serpente di bronzo e di collocarlo su di un palo in vista del popolo: chiunque fosse stato morsicato dai serpenti velenosi, si sarebbe potuto salvare solo guardando verso il serpente di Mosè.

In ebraico, il termine per indicare questo serpente di bronzo innalzato, è l’anagramma del nome Gesù, cioè: “Dio salva”.

È per questo che nella basilica di S. Ambrogio a Milano nella navata centrale ci sono due colonne messe in parallelo. Sopra di una c’è un serpente in bronzo mentre, su quell’altra, c’è un crocefisso.

Ma anche sul Monte Nebo c’è un crocifisso stilizzato (l’autore è Giovanni Fantoni) sul quale si attorciglia un serpente.

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