Oggi 13 settembre la conta è arrivata ad 80 donne uccise.
Spesso si legge che alla base c'era la richiesta di separazione della moglie o la separazione avvenuta.
Si dovrebbe invece dire che alla base della separazione c'era la violenza di lui.
La separazione è una conseguenza, non la causale femminicidio.
Sonia Lattari, morta dissanguata, oggi, 13 settembre 2021.
Giuseppina Di Luca, una coltellata dietro l'altra, oggi, 13 settembre 2021.
Rita Amenze, svariati colpi di pistola, venerdì 10 settembre 2021.
Angelica Salis, numerose lesioni d'arma da taglio, giovedì 9 settembre 2021.
Ada Rotini, numerose coltellate, mercoledì 8 settembre 2021.
Piera Muresu, viva per miracolo, martedì 7 settembre 2021 attualmente in rianimazione.
Sardegna, Sicilia, Veneto, Lombardia, Calabria ...
In soli 7 giorni 5 donne uccise, 80 dall'inizio di questo 2021, una viva per un soffio.
Io credo di non avere più lacrime, sento ribollire una rabbia immensa e crescere sempre più forte la paura che qualsiasi cosa si faccia sia come scopare il mare. Ho la mente piena di tutte le donne accolte nelle case protette e mi sembrano sempre troppo poche rispetto alle croci che dobbiamo piantare un giorno dopo l'altro.
Mi chiedo quante volte non si sia riuscito ad arrivare in tempo, cosa si possa fare per salvarne di più, cosa si debba cambiare perché la prevenzione sia più efficace.
La conta delle vittime è un buio viscido che inghiotte il futuro di tutti.
Benedetta Rizzi
(Psicoterapeuta - Post su Facebook)
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È ora di far rete per una educazione all'affettività che esca dall'idea di possedere una persona
C'è una mentalità antica e però ancora troppo diffusa che va sconfitta. Quella che una volta descritto bene Dacia Maraini, osservando che l'idea arcaica: "io ti amo e quindi ti posseggo" è ancora moneta corrente e costituisce la base di molti, troppi rapporti sentimentali".
Dobbiamo renderci conto che per combattere realmente la violenza c'è bisogno di una rivoluzione culturale, di una profonda volontà di cambiamento nel rapporto tra i sessi e le persone. Serve davvero, se possiamo definirlo così, un nuovo alfabeto delle relazioni. Fatto di riconoscimento delle differenze, di parità e prima ancora di rispetto. Un alfabeto di da imparare i film sui banchi di scuola, per potersi relazionare agli altri, così come si imparano le lettere i numeri per scrivere e far di conto, come si diceva una volta.
Sono convinto che le scuole possono e debbono essere potenti agenti di cambiamento, con iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione che diano alle bambine e i bambini i primi decisivi strumenti, alle ragazze e ai ragazzi autonomia e capacità di analisi. Un avere propria educazione sentimentale, insomma. Ci sono tante esperienze positive ma è il momento di metterli in rete, di fare sistema, andando oltre la bolla volontà dei singoli.
Diffondere una cultura che valorizzi e rispetti la differenza di genere, che sradichi una volta per tutte ogni forma di violenza sulle donne, e davvero che migliori investimenti sul futuro che la nostra società possa fare.
Andrea Martella
(da una sua lettera a Il Gazzettino del 13 settembre 2021)
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