La preoccupazione ebraica dopo una catechesi del Papa, la risposta sull'Osservatore e una opinione


di Domenico Agasso in La Stampa del 26 agosto 2021

Nella catechesi di due settimane fa il Vescovo di Roma aveva evidenziato che «l'Apostolo spiega ai Galati che l'Alleanza con Dio e la Legge mosaica non sono legate in maniera indissolubile... La legge non è inclusa nella promessa fatta ad Abramo». Il rabbino Arousi ritiene che ciò sarebbe «parte integrante» di un «insegnamento sprezzante verso gli ebrei e verso l'ebraismo».

 


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La risposta del Vaticano al Rabbino Rasson Arousi: "Anche per gli ebrei la salvezza viene dal compiere la Legge ma con l’aiuto di Dio"

di Paolo Rodari in La Repubblica 30 agosto 2021

 

https://www.repubblica.it/cronaca/2021/08/30/news/la_risposta_del_vaticano_al_rabbino_rasson_arousi_anche_per_gli_ebrei_per_compiere_la_legge_occorre_un_cambiamento_dei_cuo-315900537/


 

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Il testo della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 11 agosto 2021




https://www.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2021/documents/papa-francesco_20210811_udienza-generale.html


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Federico Adinolfi
Nato a Monza nel 1980, dopo la laurea in filosofia, ha conseguito all’Università di Bologna il dottorato di ricerca in Studi Religiosi: Scienze sociali e studi storici delle religioni (2014). È docente di Storia delle religioni presso l’ISSR “San Francesco” di Mantova e tiene seminari sul Gesù storico allo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia.


Non ho tempo per impelagarmi in beghe paoline, perché al momento sono assorbito da urgenti letture su Marco (per cui mi propongo di non partecipare ad un eventuale dibattito nei commenti)... ma non posso esimermi da una breve riflessione su questa notizia: https://www.lastampa.it/.../frasi-del-papa-sulla-torah-le...

In passato, qui su FB, ho bacchettato varie volte Papa Francesco per la sua propensione a far uso nelle sue catechesi della visione stereotipa negativa dei farisei veicolata dai vangeli, senza un minimo di contestualizzazione critica (poi non so se abbia continuato o si sia un po' ravveduto, magari grazie all'importante convegno di due anni fa al Biblico su Gesù e i farisei).

Stavolta è diverso. In questo intervento tenuto nella sua udienza generale dello scorso 11 agosto https://www.vatican.va/.../papa-francesco_20210811..., non ci vedo proprio nulla di censurabile; direi, anzi, che è la protesta del rabbino Rasson Arousi ad essere decisamente pretestuosa.

Il Papa sta semplicemente proponendo una lettura classica della Lettera ai Galati, per cui il rabbino dovrebbe casomai protestare contro Paolo (o meglio: contro l'interpretazione comunemente invalsa di Paolo).

Certo, il Papa avrebbe potuto esplicitare che il discorso di Paolo è calibrato sulla situazione specifica dei Galati a cui si rivolge, ossia una comunità di cristiani gentili, non ebrei. Questa precisazione avrebbe forse aiutato il rabbino a capire (anche se poteva benissimo arrivarci da solo) che il discorso paolino/papale non mette in questione la validità permanente della Legge per gli ebrei. 

Paolo sta cercando argomenti per convincere i "suoi" gentili che - diversamente da quanto andavano affermando alcuni missionari "disturbatori", forse legati alla comunità di Gerusalemme, che cercavano di sabotare la sua missione - essi sono giustificati in Cristo così come sono, senza cioè dover diventare prima ebrei e osservare la Torah nella sua integralità (ma anche per Paolo l'osservanza dei comandamenti - eccetto quelli legati all'essere ebrei: circoncisione, sabato, kasherut - è decisiva per la salvezza, poiché è secondo le opere che si verrà giudicati [cfr. Rm 2,6-11] e i cristiani gentili sono anch'essi chiamati ad adempiere la Legge, compendiata nel comando dell'amore [Gal 5,14], ma questo in forza dello Spirito a loro donato, senza dover diventare ebrei); mentre Francesco - come si evince chiaramente soprattutto dalla conclusione - fa un discorso orientato ai cristiani odierni, non agli ebrei.

Il Papa peraltro è stato bravo a precisare che "non si deve però pensare che san Paolo fosse contrario alla Legge mosaica. No, la osservava. Più volte, nelle sue Lettere, ne difende l’origine divina". Dire che Paolo osservava la Torah non è cosa di poco conto. Piuttosto, mi fa storcere un po' il naso quando alla fine qualifica come "fondamentalisti" gli avversari di Paolo che ritenevano che i gentili dovessero essere circoncisi e osservare la Legge: si trattava di una questione calda e controversa, che nemmeno l'accordo di Gerusalemme era riuscito a risolvere in modo soddisfacente.

A mio parere, la comunità di Matteo vedeva la questione precisamente nei termini degli avversari di Paolo (come sostengono molti tra i migliori esegeti matteani recenti): l'osservanza della Torah rimane del tutto vincolante, anche per i convertiti gentili, e chi insegna ad annullare anche il suo più piccolo comandamento, sarà considerato "minimo" nel regno dei cieli.

Per cui dare dei "fondamentalisti" agli avversari di Paolo significa estendere l'insulto al Vangelo di Matteo (o alla Lettera di Giacomo). 

Staremo a vedere come si svilupperà la querelle (ammesso che dal Vaticano replichino). Di certo su entrambi i fronti, sia ebraico che vaticano, credo che gioverebbe prendere maggiore confidenza con la "New Perspective on Paul" (E.P. Sanders, James Dunn, Terence Donaldson - al limite anche N.T. Wright) e, meglio ancora, con la "Radical New Perspective / Paul within Judaism" (Mark Nanos, Paula Fredriksen, Magnus Zetterholm e diversi altri).

Da questo punto di vista, cade a pennello la pubblicazione (credo ormai imminente) per Claudiana dell'attesissimo libro di Gabriele Boccaccini "Le tre vie di salvezza di Paolo l'ebreo".

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