Più che sulla vigna, l'attenzione del proprietario è focalizzata sulla preoccupazione per le persone. Colpisce il triste e doloroso lamento dei lavoratori invitati all'ultima ora del giorno: "Nessuno ci ha presi a giornata.
Il funzionamento di qualsiasi gruppo o istituzione richiede che i suoi membri assumano compiti diversi per la realizzazione del bene comune. Questo, specialmente nell’ambito della chiesa, non dovrebbe creare differenti gradi di dignità e di privilegio, ma rafforzare l'uguaglianza, nella diversità dei tempi e dei servizi che ogni persona è chiamata a svolgere. Dio stesso, nell'insegnamento di Gesù, rivela un amore generoso e gratuito, che non si limita alla giustizia e va oltre i meriti di ciascuno.
Nel linguaggio simbolico della parabola, la vigna è l'umanità. A questa vigna sono invitati a lavorare alcuni giornalieri contrattati "all’alba" per "un denaro al giorno".
In diverse ore del giorno il proprietario della vigna esce per invitare altri nuovi lavoratori: "Andate anche voi nella vigna". Più che sulla vigna, l'attenzione del proprietario è focalizzata sulla preoccupazione per le persone: "Ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati"; "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Colpisce il triste e doloroso lamento dei lavoratori invitati all'ultima ora del giorno: "Nessuno ci ha presi a giornata". E vanno a lavorare per il resto della giornata senza contrattare nessun salario.
La paga alla fine della giornata, uguale per tutti, rispetta e compie la giustizia degli accordi iniziali: "Non hai forse concordato con me per un denaro?". Ma non tiene conto della diversità dei lavoratori, alcuni dei quali hanno lavorato molte più ore di altri. Ed ecco l'insegnamento della parabola.
L'invito a lavorare per fare dell'umanità la famiglia felice dei figli e delle figlie di Dio è gratuito. Non mira a una ricompensa per i meriti. Spendere la propria vita al servizio degli altri, lavorando nella vigna del mondo, non dà diritto a privilegi o separazioni, ma realizza quello che ciascuno è chiamato a fare, seguendo chi l'ha fatto per primo, Gesù. La chiamata è gratuita, ed anche la risposta, e la stessa paga per tutti, indipendentemente dalle ore, dalla quantità di lavoro e dai compiti svolti per la comunità.
Questo può suscitare il malcontento e il fastidio di alcuni, che si sentono più meritevoli di altri, e pretendono un riconoscimento diverso: "Abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo".
È difficile per noi pensare a questa uguaglianza radicale, perché molte volte nella stessa comunità ripetiamo i criteri della società, in cui il mercato è l'unica legge che governa: io cerco con tutti i mezzi di ottenere il più possibile, dando da parte mia il meno che posso. I criteri di Dio, invece, sono sconcertanti. Egli dà quello che è giusto, e molto di più, gratuitamente. È "ingiusto", da un punto di vista umano. La logica di Dio non è la logica degli uomini: “Tu sei invidioso perché io sono buono?". Ciò che Dio vuole è solo la felicità dell'uomo.
Potremmo essere tentati di abusare di un tale Dio, perché sappiamo che ci "paga" al di là dei nostri meriti, oppure possiamo cercare di imitarlo, come figli e figlie che riproducono in sé stessi le caratteristiche del Padre.
(Benardino Zanella)
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