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In Israele parlare di apartheid non è più un tabù

Fino a poco tempo fa chiunque usasse la parola apartheid per descrivere la situazione nei Territori palestinesi rischiava di essere accusato di antisemitismo. Ma il 6 settembre l’accusa è stata lanciata addirittura da un ex capo del Mossad, i servizi segreti israeliani, che si è unito a una corta lista di personalità dello stato ebraico che hanno deciso di compiere questo passo cruciale.

In Israele il tabù dell’apartheid sta progressivamente svanendo anche a causa degli eccessi dell’estrema destra, che oggi è parte integrante della coalizione al potere. È il riflesso della battaglia politica tra due Israele che appaiono divisi su tutto. La situazione nei Territori palestinesi è rimasta a lungo lontana dal centro dei dibattiti, ma ora le cose sono cambiate. 

Tamir Pardo, capo del Mossad tra il 2011 e il 2016, ha dichiarato che il trattamento riservato ai palestinesiè paragonabile all’apartheid, il sistema basato su un razzismo istituzionalizzato che ha governato il Sudafrica fino al 1994. “Un territorio in cui due popoli sono sottoposti a due sistemi giuridici separati è in uno stato di apartheid”, ha sentenziato Pardo. 


L'articolo di  e France Inter continua a questo link:



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