Ci ha mosso la passione per il vangelo e l’amore per la parrocchia, oggi così fragile, così esposta allo smarrimento e alle contraddizioni, ma nella quale continuiamo a nutrire profonda fiducia. Quindi ci ha mosso l’amore e, se si ama, non ci si sottrae, né si può accettare indifferenza o rassegnazione.
L’amore spinge ed è foriero di possibili cambiamenti e conversioni, spazio di nuovi inizi. Quando si ama ci si crede, si investe sulla fiducia. Non nostalgia per ripristinare le forme del passato ma, mantenendo memoria delle nostre radici, un prendere sul serio il tempo che abitiamo nel desiderio di entrare con gentilezza e speranza nel campo dei germogli nuovi.
Non si è cercata una soluzione che può andar bene per tutti (semmai esistesse), ma della capacità di tradurre lo stile evangelico in una modalità formativa, che aiuti a diventare maggiormente comunità discepole e, per questo, missionarie.
Per utilizzare un’immagine efficace, questo modo di procedere ci rende registi, non fotografi: il fotografo blocca l’immagine, il regista ne accompagna lo sviluppo. Dio è regista, non fotografo (Castellucci).
1 - La prima parte presenta perché è nato il "Progetto Parrocchia"e quale metodo di lavoro si è dato; a questo link:
http://www.settimananews.it/parrocchia/raccontare-la-parrocchia-1/
2 - La seconda parte della relazione finale descrive alcuni “blocchi” incontrati sulla strada del necessario cambiamento e ne individua le cause; a questo link:
3 - La terza parte elenca le 8 parrocchie coinvolte e, dal loro raccontarsi, fa affiorare alcuni segni che possono ridare vita alle comunità parrocchiali partendo da Evangeli Gaudium n. 28 «La parrocchia non è una struttura caduca…, se è capace di riformarsi e adattarsi continuamente». A questo link:
http://www.settimananews.it/parrocchia/raccontare-la-parrocchia-3/
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