Nonostante il generale disinteresse per il provvedimento di papa Francesco, non sono mancate, da parte degli ambienti cattolici più ostili all’attuale pontificato, allusioni a una presunta ricaduta nel centralismo vaticano, innervato di autoritarismo. E neppure chi ha rispolverato il rapporto concorrenziale e il tradizionale cattivo sangue storicamente intercorso tra i gesuiti e l’Opus Dei, entrambi di origine spagnola, entrambi dediti alla formazione delle future élite pubbliche. Nessuna delle due spiegazioni convince. Meno ci si allontana dal vero quanto più si resta attaccati ad alcuni dati di fatto: la riforma della Curia romana in corso, l’anomala configurazione giuridica dell’Opus Dei e la stravagante autonomia di cui ha goduto. Volendo, invece, andare più a fondo e scorgere nel provvedimento il riverbero della linea caratterizzante l’attuale pontificato, è del tutto pertinente il riferimento all’allarme in più occasioni lanciato da papa Francesco contro i rischi del clericalismo, ...
L'intera analisi di Alfonso Botti a questo link:
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