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Il Crocifisso non può mai essere un obbligo.

Senza entrare nella evidente questione della laicità dello Stato e della separazione, invocata dallo stesso Gesù, tra Cesare e Dio, per un fedele dovrebbe essere doloroso, ritengo, pensare che la presenza del simbolo cristiano sia o possa essere imposta. Proibire sarebbe ed è un errore doloroso, come è o sarebbe sbagliato imporre.

A poche ore dalla partenza di papa Francesco per Marsiglia, la deputata leghista Simona Bordonali, quale prima firmataria, ha depositato con altri del suo partito, una proposta di legge per rendere obbligatoria l’apposizione del Crocifisso in scuole, uffici, carceri e porti. Chi non adempisse l’obbligo, per la proposta legge, dovrebbe poter essere multato fino a mille euro.

Prima di tutto è interessante notare la novità dell’inserimento anche dei porti nell’elenco dei luoghi dove imporre la presenza del Crocifisso. Non è difficile osservare che in molti porti italiani i “crocifissi” non scarseggiano, a volte bloccati su strutture galleggianti, impossibilitati a scendere, o trattenuti in vicine tendopoli. E siccome molti porti del sud sono sovrastati dalla famosa Madonna di Porto Sicuro o altre dai nomi simili, viene da chiedersi se si abbia idea di cosa significhi immaginari respingimenti o pratiche simili, oggi molto diffuse, sotto lo sguardo di chi prima fu costretto alla fuga dal proprio Paese e poi fu crocifisso dal potere costituito.

L'intera riflessione di Riccardo Cristiano a questo link:


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