Una interessante intervista a Brunetto Salvarani di Claudio Paravati.
La teoria della secolarizzazione sembra non essersi avverata ma il ritorno del religioso non è quello delle Chiese piene di fedeli, né di preti, pastori e missionari: è la fine delle chiese cristiane tradizionali?
È necessario partire da un dato di fatto: diversamente rispetto a un passato recente, oggi, una sia pur rapida istantanea sulle varie credenze non può che fotografarle come un processo in costante divenire; ed è possibile senza problema alcuno scegliere di essere atei o agnostici, seguire un’ortodossia religiosa, cambiare confessione, ritagliarsi un proprio specifico percorso all’interno delle religioni. Inoltre, mi pare un evento ormai conclamato l’es-culturazione del cristianesimo – come la chiama Christoph Theobald – dal paesaggio sociale e dall’immaginario europei; un evento che giustificherebbe ampiamente l’aprirsi di un dibattito pubblico, di cui in realtà per ora si fatica alquanto a scorgere i contorni. In questo scenario (mosso), scorgo due narrazioni fondamentali sul futuro delle Chiese: una, minoritaria, ottimista, e un’altra, largamente prevalente, pessimista.
L'interessante intervista continua a questo link:
Nessun commento:
Posta un commento