Introduzione
Oggi è la XXXI domenica del tempo ordinario: ci avviciniamo al termine dell’anno liturgico che si concluderà domenica 24 novembre con la solennità di Cristo Re.
Gesù è a Gerusalemme e incontra uno scriba, uno studioso della legge, che dopo aver ascoltato Gesù, lo interroga. Lo scriba desidera conoscere il parere di un rabbi sapiente col quale confrontarsi e domanda a Gesù quale sia il primo di tutti i comandamenti.
Gesù accetta di entrare in dialogo con questa persona che è in ricerca e riprende dal testo del Deuteronomio – che ascolteremo nella prima lettura- il primo comandamento: “ASCOLTA, ISRAELE! Il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore”.
La prima cosa da fare è ASCOLTARE IL SIGNORE. Non siamo chiamati a realizzare immediatamente delle cose, ma a riconoscere la verità del Signore, che cioè Egli è il nostro Dio e l’unico Signore. Vuol dire ascoltare l’amore che Dio ha per noi, che Dio ha fatto tutto e donato tutto agli uomini e alle donne: ci ha dato l’universo, ci ha creato, ci ha redento, ci ha dato la vita, ci ha destinato all’amicizia con lui.
Il Signore è “nostro” nel senso che si è legato a noi con un’alleanza indissolubile: ci ha amato, ci ama e ci amerà per sempre.
Da questa sorgente, da questo amore di Dio deriva per noi il duplice comandamento: 1. ”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza….2. Amerai il tuo prossimo come te stesso.”
Per prima cosa, dovremmo riconoscere il dono che il Signore ci fa, altrimenti ciò che viene dopo non lo capiremo o gli daremo un senso sbagliato: per prima cosa disponiamoci ad ascoltare e accogliere quello che è l’amore del Signore per noi.
Dice ancora Gesù allo scriba: Amerai il tuo prossimo come te stesso
L’amore al Signore si coniuga con l’amore verso il prossimo, per cui io sarò prossimo di tutti con l’amore verso me stesso, perché, se uno non ama se stesso, non ama neanche gli altri. E come amo me stesso? Se per prima cosa mi sento amato da Dio.
Il verbo è al futuro AMERAI e non al presente AMA perché l’amore è l’unica realtà che ha sempre futuro e cresce sempre di più’, all’infinito, perché Dio è amore: l’amore è un cantiere sempre aperto.
Quindi, il cristianesimo non è una legge, una norma, un osservare dei precetti, ma è un’adesione interiore che mi permette di Amare Dio, che non vedo, e in modo inseparabile, di amare il fratello e la sorella che vedo, cioè di amare me stesso, proprio attraverso l’amore che ricevo da quel fratello e da quella sorella.
Intenzioni penitenziali
Quando ci dimentichiamo di avere un Padre che tutto dona e perciò non ci comportiamo da figli che ascoltano il suo progetto, ma decidiamo le nostre scelte al di fuori di questa relazione caratterizzata dal dono gratuito
Signore Pietà
Quando viviamo relazioni selettive con fratelli e sorelle, i quali possano soddisfare le nostre esigenze invece di aderire allo stile di Dio che avvicina chiunque abbia bisogno di essere accolto e amato.
Cristo pietà
Quando non investiamo le nostre energie per essere collaboratori di Dio nel servire senza riserve il nostro prossimo, nel cercare di perdonare senza limiti e nel coltivare relazioni di comunione e di fraternità.
Signore pietà
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