La Chiesa: un albero che resiste alle intemperie

“Nella Chiesa universale c’è fermento. Si è da poco aperta l’assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla sinodalità. Stiamo vivendo una nuova primavera, come fu per il Vaticano II, o, vista la sfiducia di molti sul Sinodo, è più un autunno in cui cadono dai rami anche le ultime foglie secche? Cosa succederà nelle Chiese locali dopo l’assemblea di ottobre?”.


In tempi di cambiamento climatico, primavera e autunno sono mezze stagioni, che purtroppo, non esistono più! Si passa dal caldo al freddo con una velocità impressionante, la terra è ormai flagellata da fenomeni estremi che la mettono a dura prova. Non so se si possa applicare sic et simpliciter l’esempio alla vita della Chiesa. Molti ritengono il Sinodo un fenomeno estremo, una specie di alluvione che devasta il bel paesaggio di una volta, una frana dal fronte vastissimo che travolge la Tradizione con la bellezza dei suoi monumenti e delle sue memorie.

Che sia primavera o autunno, estate o inverno, l’elemento fisso del paesaggio ecclesiale evocato dalla domanda è l’albero. Il Vangelo paragona il Regno di Dio al granello di senape che diventa un albero grande all’ombra del quale gli uccelli vengono a ripararsi (cfr Mt 13,32). Paolo VI descrisse la Chiesa, dicendo che «così il Signore l’ha voluta: universale, grande albero fra i cui rami si annidano gli uccelli del cielo, rete che raccoglie ogni sorta di pesci, o che Pietro trae a riva piena di centocinquantatré grossi pesci, gregge portato al pascolo da un solo pastore. Chiesa universale senza confini né frontiere eccetto, purtroppo, quelle del...


L'intervista a Dario Vitali, docente di ecclesiologia presso la Pontificia Università Gregoriana e teologo-esperto al Sinodo è a questo link:



Nessun commento:

Posta un commento