Il Card. Reinhard Marx ha scritto una Lettera a papa Francesco (seguita poi da una sua Dichiarazione personale esplicativa) molto sincera ed efficace nella quale non usa mezzi termini. Egli ha chiesto a papa Francesco di essere sollevato dall'incarico da arcivescovo di Monaco perchè «...l'impressione: di essere giunti a un punto morto» nella «responsabilità della catastrofe degli abusi sessuali da parte dei membri della chiesa negli ultimi decenni».
Di seguito il commento in “www.noisiamochiesa.org” del 7 giugno 2021
Marx è stato presidente della Conferenza episcopale tedesca fino al 2020 e uno dei più stretti consiglieri di Francesco per affrontare la riforma della Curia romana. Il suo testo è lineare, lontano dal linguaggio ecclesiastico e parte dai fatti che hanno documentato le caratteristiche incredibili per estensione e quantità degli abusi sessuali sui minori da parte del clero tedesco. Da questa situazione è decollato il Synodaler Weg, percorso sinodale che da due anni sta procedendo in Germania. Marx scrive: “Ci sono responsabilità individuali per i fatti specifici, l’abuso del prete contro il minore e l’occultamento delle sue responsabilità da parte del vescovo”. Ma ciò avviene perché nelle curie si è creato nel tempo una situazione di segretezze, di abitudini quasi scontate, di prestigio della Chiesa da difendere, di silenzio rigoroso su qualsiasi procedura. Si tratta di un sistema di cui è protagonista l’istituzione Chiesa. Ognuno può isolarsi nella sua responsabilità individuale quando ha, se non altro, taciuto? “Ma noi, come vescovi, rappresentiamo anche l’istituzione Chiesa nel suo insieme” dice Marx. Dopo un lungo riflettere, ha deciso che si sentiva responsabile del sistema e ha scritto al papa. Il problema del “sistema” è al centro dei suoi due testi. Egli l’ha visto aggravarsi quando si è accorto che stava crescendo l’opinione secondo la quale ci si poteva cavare d’impaccio con un semplice modifica dell’amministrazione del meccanismo ecclesiastico.
Le reazioni alla notizia delle dimissioni, venerdì, sono state innumerevoli in Germania. L’espressione più ricorrente tra i rappresentanti ecclesiali, dal presidente della Conferenza episcopale e vescovo di Limburg Georg Bätzing, al vescovo di Osnabrück Franz-Josef Bode, a un pastore vicinissimo a Marx come l’attuale vescovo di Treviri Stephan Ackermann, è stata «grande rispetto». Così anche padre Hans Zollner, presidente di quel Centro per la protezione dei minori della Gregoriana a Roma che Marx e l’arcidiocesi bavarese hanno da sempre finanziato e sostenuto, o il cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece), per cui, appunto, «la decisione del cardinale deve essere il risultato di una profonda e coraggiosa riflessione interiore» e «rispecchia la serietà che ha sempre caratterizzato la sua attività pastorale».
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