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Dopo i vertici con Biden, attenzione ai fraintendimenti - La sintesi di Limes e ISPI

Di questi vertici ce ne hanno parlato i TG e i giornali. Forse vale la pena di leggere due opinioni indipendenti e qualificate come quelle di Lucio Caracciolo, Direttore di Limes, l'autorevole rivista italiana di geopolitica e di Paolo Magri Vice Presidente Eesecutivo dell'ISPI, il prestigioso Istituto di ricerca di studi internazionali, che avvertono di stare attenti alle ambiguità. 
Ecco una sintesi delle opinioni espresse.


Il Presidente Usa Biden si è presentato ai vertici con lo slogan America is back che è stato riletto fraintendendolo con un enfatico "Mamma America è tornata", mentre il sottotesto reale americano suona: «Sulle cose che contano noi decidiamo, voi applicate. Per il resto imparate a cavarvela da soli. Non facciamo chirurgia ordinaria, solo salvavita». In termini pratici, il messaggio per noi è secco: la matassa libico-mediterranea è affare per italiani e altri europei. Vi daremo una mano coi turchi, ma spetta anzitutto a voi curare la tranquillità delle vostre frontiere.

Il Biden reale, non quello retorico, non è poi così lontano da Trumpil tono è radicalmente cambiato (e il tono è un fatto, non solo modulazione della voce), alcuni aggiustamenti tattici sono in corso, ma la postura strategica resta.

L’America che si concentra sulla Cina e secondariamente sulla Russia vuole che gli europei crescano, diventino finalmente adulti. Ma non troppo indipendenti. 

Tutti i paesi atlantici hanno di recente assunto, su impulso americano, una postura più dura nei confronti di Pechino. In particolare per quanto riguarda la protezione delle industrie strategiche e dei dati sensibili. Ma non intendono muovere guerra né fredda né ovviamente calda contro la Repubblica Popolare. Soprattutto, nessun paese europeo è disposto ad aderire alla sconnessione (decoupling) tecnologica con i rivali cinesi su cui gli Stati Uniti insistono. Quanto alla “via della seta” occidentale appare oggi, al meglio, una intenzione. Non ancora un progetto. E poi, da dove spunterebbero i soldi necessari a rivaleggiare con le ambiziose proiezioni di Pechino?

Il più chiaro è stato Macron: «Dobbiamo mantenere la nostra indipendenza quando si tratta della nostra strategia verso la Cina». Merkel ha notato che «non bisogna sopravvalutare la minaccia cinese», la stessa frase emessa in quelle ore dalla propaganda pechinese.

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IL COMMENTO

di Paolo Magri, Vice Presidente Esecutivo ISPI 

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“Fine del tour europeo di Biden con ‘gran finale’ del vertice con Putin. Se l’obiettivo era mostrare plasticamente che “L’America è tornata”, che l’aria è cambiata nelle relazioni con l’Europa e con la Nato… la missione è compiuta. Pacche sulle spalle, dialoghi informali sotto il tenue sole della Cornovaglia: parole (e immagini) giuste, al momento giusto, nei luoghi giusti. Certo, è un vincere facile dopo i quattro anni burrascosi con Trump: come è facile mostrare accordo su principi o progetti che in altre sedi vanno perfezionati o possono arenarsi (dal clima, alla tassazione minima, ai vaccini per tutti). Il lavoro di ricucitura fra gli alleati di sempre è appena iniziato e non sappiamo se reggerà a sfide più pesanti (Cina in primis) e impegni comuni più vincolanti. Ma l’aria è cambiata e, sotto il sole della Cornovaglia, abbandoniamoci anche noi per un momento all’illusione che, assieme all’America, sia tornato anche un mondo in cui il G7, “l’Occidente” ha in mano i destini del mondo…”.   
 

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